Missioni Consolata - Marzo 2019

scono la ricchezza quando viene consumata. L’Iva è l’imposta indi- retta più nota. Come regola si può dire che una forte incidenza delle imposte indirette denota scarsa volontà perequativa da parte dello stato, perché le imposte indirette colpiscono i redditi in forma de- crescente. Poiché chi guadagna poco consuma tutto, finisce per pagare imposte indirette sul 100% del proprio reddito. Chi guadagna molto, invece, pur conducendo una vita più agiata, evita di consu- mare tutto, finendo per pagare tasse indirette solo su una parte del suo reddito. A causa di questo meccanismo, una forte preponde- ranza di imposte indirette denota che lo stato preferisce colpire gli strati medio bassi piuttosto che quelli ricchi. Il che è contrario allo spirito della Costituzione che al- l’articolo 53 afferma: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pub- bliche in ragione della loro capa- cità contributiva» ed aggiunge che «il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Tradotto significa che la ricchezza non deve essere tassata tutta allo stesso modo, ma in forma crescente al crescere del reddito. Un modello di progressività è l’imposta diffe- renziata per scaglioni di reddito. Ad esempio si potrebbe prevedere un’aliquota (quota di tassazione) nulla sulla prima fascia di reddito fino a 10.000 euro all’anno, del 5% sui successivi 5.000 euro, del 7% sui successivi 4.000, del 10% sui successivi 3.000 e avanti di questo passo. 2016, è stato di 717 miliardi di euro. Un ammontare raggiunto at- traverso tre vie contributive: con- tributi sociali per il 31%, imposte dirette per il 35%, imposte indi- rette per il 34%. I contributi sociali, che gravano in parte sui lavoratori, in parte sui datori di lavoro, sono prelievi effettuati sulle attività produttiva per finanziare la previ- denza dei lavoratori. Sommati ad altre forme assicurative obbligato- rie (per gli infortuni, per esempio) e alle imposte sui salari, rappre- sentano il cosiddetto «cuneo fi- scale». Le imposte dirette sono prelievi su ciò che ognuno guadagna (red- dito) e sulla ricchezza che ognuno ha accumulato (patrimonio). A se- conda della fonte, i redditi si di- stinguono in redditi da lavoro, red- diti da fabbricati (affitti), redditi da capitale (interessi e dividendi), redditi da impresa (utili). L’Irpef è l’imposta sul reddito più cono- sciuta. Quanto ai patrimoni, si usano distinguere in mobiliari e immobiliari. I mobiliari compren- dono depositi bancari, titoli, quote societarie; gli immobiliari: case, palazzi, terreni. L’Imu è l’imposta sul patrimonio più conosciuta. L’articolo 53: la progressività disattesa Riuscire ad intercettare tutto ciò che i cittadini guadagnano è im- presa piuttosto ardua, perciò ac- canto alle imposte dirette, che col- piscono la ricchezza quando viene incassata, lo stato ricorre anche alle imposte indirette che colpi- La progressività si basa sulla con- statazione che il reddito risponde a bisogni diversi via via che cresce: le quote più basse non possono essere toccate o devono essere toccate poco perché servono per i bisogni fondamentali. Viceversa le quote che si aggiungono servono per consumi sempre più di lusso, per cui si possono tassare sempre di più senza paura di compromet- tere la vita delle famiglie, ma anzi migliorandola perché si arricchi- scono di servizi pubblici. Ma la progressività serve anche a ridurre le disuguaglianze e ad attivare il principio di solidarietà fra chi ha molto e chi ha poco. Tuttavia, per essere reale la pro- gressività ha bisogno non solo di aliquote crescenti al crescere degli scaglioni di reddito, ma anche di cumulabilità dei redditi. Ci sono categorie di persone che hanno una sola fonte di reddito. È il caso della maggior parte dei lavoratori dipendenti. Ma ci sono categorie più benestanti che ottengono red- diti da più fonti. Può succedere al libero professionista che oltre ad ottenere redditi da lavoro auto- nomo, ottiene introiti per affitti, per interessi su depositi bancari e altro. Se ogni tipo di reddito è tas- sato separatamente, le aliquote più alte non scattano mai e la pro- gressività rimane azzoppata. Nella prossima puntata esamine- remo più in dettaglio alcune carat- teristiche del sistema fiscale ita- liano per capire da che parte sta veramente. Francesco Gesualdi MARZO2019 MC 69 • Imposte | Costituzione italiana | Lavoratori | Evasione fiscale • R A sinistra : grafico sulla tipologia delle imposte dirette in Italia. A destra : andamento del livello della tassazione - la cosiddetta «pressione fiscale» - in Italia. MC # 41,0 % 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 42,0 % 43,0 % 44,0 % 43,6 % 43,3 % 43,1 % 42,4 % 42,1 % 42,0 % 42,4 % 45,0 % FonƟ: 2013-2017 consunƟvi Istat, 2018-2019 previsioni Ufficio parlamentare di bilancio

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