Missioni Consolata - Marzo 2019

MC R MARZO2019 MC 65 che annunciato di avere in can- tiere un progetto che prevede al- meno un miliardo di spesa e di in- vestimento per sostenere l’econo- mia e il lavoro di centinaia di mi- gliaia di persone in Africa, soprat- tutto puntando sull’agricoltura, sulla pesca e sul commercio» @ . Su questo punto, i dati dicono però altro: «Negli ultimi anni», se- gnalano le Ong del network Link2007 , «l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dell’Italia ha avuto un andamento crescente, pas- sando dallo 0,17% del Pil nel 2013 a quasi lo 0,30% (0,294%) nel 2017. Tale progressione sarebbe dovuta continuare fino a raggiun- gere la media europea dello 0,5% del Pil, come indica la legge 125/2014 e lo stesso governo aveva programmato nella nota di aggiornamento al Def di settem- bre. Invece la legge di Bilancio in- verte tale progressione fissando per il prossimo triennio un anda- mento decrescente: 0,289% nel 2019 e 0,262% per i due anni suc- cessivi» @ . E allora i francesi? Noi i cattivi? C’è chi fa peggio. Questa sembra essere la logica di fondo con cui diversi esponenti politici, anche dell’area di go- verno, hanno tentato di recente di sollevare l’Italia dalle proprie responsabilità in fatto di migra- zione e cooperazione. Lo scorso gennaio sia Alessandro di Battista (M5S) che Giorgia Me- loni (Fratelli d’Italia) in due diffe- renti trasmissioni televisive si sono lanciati in una teatrale e ap- prossimativa invettiva sul franco Cfa. Si tratta in realtà di due mo- nete distinte utilizzate in due gruppi di paesi dell’Africa centrale e di quella occidentale. Due mo- nete che hanno lo stesso nome e lo stesso tasso di cambio fisso nei confronti dell’euro, pur non es- sendo interscambiabili. Monete eredità della dominazione colo- niale francese. Cfa, infatti, stava per Colonies Fraçaises d’Afrique (colonie francesi d’Africa) e, dopo le indipendenze dei paesi africani, l’acronimo è rimasto lo stesso ma significa ora Communauté finan- cière africaine (comunità finanzia- ria africana). È attraverso questa moneta, hanno soste nuto entrambi i poli- tici italiani, c he la Francia con- trolla le risor se e le economie di quei paesi e li priva della sovranità monetaria @ @ . In particolare, ha detto Di Batti- sta, i 14 paesi africani che utiliz- zano il franco Cfa «per mantenere il tasso fisso prima con il franco francese e oggi con l’euro sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese». Non è il Cfa il problema Le precisazioni e le smentite alle parole dei due politici non si sono fatte attendere. In particolare, quella proposta da Mariasole Li- sciandro sul sito lavoce.info sotto- linea come i paesi dell’area Cfa versino alla Francia la metà delle loro riserve in valuta straniera (e non «la metà dei loro denari»), per un ammontare totale di 10 miliardi di euro @ . Inoltre, Di Battista e Meloni non hanno fatto una grande rivela- zione, anzi, sono loro ad essere in ritardo visto che il dibattito sulla questa valuta africana è in corso da decenni. Chi lo critica sostiene che il tasso fisso danneggia le esportazioni dei paesi africani che lo usano, perché i prodotti espor- tabili sono troppo costosi per es- sere appetibili e che, viceversa, rende conveniente alle multina- zionali francesi (ed europee) inve- stire in quella zona potendo con- tare sulla stabilità del tasso di cambio. Chi invece è a favore del franco Cfa sostiene che ha garan- tito una maggior stabilità econo- mica e tenuto sotto controllo l’in- flazione (che nell’area è circa al 2%). Ancora, diversi osservatori hanno fatto notare che la proporzione dei migranti provenienti dall’area Cfa è bassa: «Nell’elenco dei paesi da cui sono arrivati i migranti in Italia, diffuso dal ministero dell’In- terno e aggiornato a dicembre 2018», scrive David Caretta su Il Foglio , «il primo paese che adotta il franco Cfa è la Costa d’Avorio, ottavo in lista, da cui sono arri- vate 1.064 persone su 23.370» @ . E anche a voler prendere, invece • Migranti | Neocolonialismo | Franco Cfa | Francia • A sinistra : viaggiatori in partenza nel Niger. | A destra : resti di uno «sbarco clandestino» a Lesbo, in Grecia. | Pagina seguente : arrivano gli invasori. # © Valentina Tamborra

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