Missioni Consolata - Marzo 2019

60 MC MARZO2019 2050, in linea con l’aumento della popolazione mondiale, che si pre- vede sarà di 9 miliardi di persone. Inoltre, si stima che la produzione di latte passerà da 580 a 1.043 milioni di tonnellate. Già attualmente l’impronta ecolo- gica della produzione zootecnica è altamente impattante e le ana- lisi dei diversi sistemi produttivi alimentari dimostrano che, se permane l’attuale trend, nel 2050 le emissioni di gas serra relative a questo comparto produttivo sa- ranno più elevate dell’80% ri- spetto ai livelli attuali, mentre au- menterà ancora la distruzione de- gli habitat naturali per fare spazio ai terreni agricoli. Sempre se- condo la Fao, l’allevamento pro- duce attualmente circa l’80% delle emissioni di gas serra dell’in- tero comparto agricolo e il 18% del totale complessivo a livello mondiale. In pratica, questo set- tore risulta più impattante di quello dei trasporti. L’alleva- mento provoca il 9% delle emis- sioni totali di anidride carbonica (CO 2 , soprattutto a causa degli in- cendi di foreste per fare posto a pascoli), il 37% di quelle di me- tano (si forma nel rumine dei bo- zione e l’aumento del reddito procapite si accompagnano ad una trasformazione delle abitu- dini alimentari via via che i paesi si sviluppano. Si assiste cioè a uno spostamento verso un maggiore consumo di cibi ricchi di zuccheri raffinati e di grassi (anche se for- niscono calorie «vuote», cioè ali- menti privi di altro nutrimento ol- tre all’apporto calorico) e di pro- dotti a base di carne, latte e uova. Questa tendenza ha ripercussioni sia in termini di salute con un in- cremento a livello globale di pato- logie come il diabete di tipo 2 (che viene già considerato dal- l’Oms un’epidemia globale), le malattie cardiovascolari e alcune forme tumorali , che per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente dell’allevamento e dello sfrutta- mento intensivo dei terreni agri- coli. Il peso (insostenibile) dell’allevamento Secondo la Fao, la produzione globale di carne ( riquadro a pag. 62 ) è destinata a più che raddop- piare, passando da 229 milioni di tonnellate nel periodo 1999-2001 a 465 milioni di tonnellate nel vini ed è 23 volte più impattante della CO 2 ) e, per via delle deie- zioni, il 65% di quelle dell’ ossido di azoto (296 volte più impattante della CO 2 ). Anidride carbonica, metano e ossido di azoto sono i tre gas serra responsabili del ri- scaldamento globale. A tutto ciò si aggiunge il rilascio del 64% delle emissioni totali di ammoniaca, che causa le piogge acide e l’acidifica- zione degli ecosistemi. L’allevamento è - inoltre - respon- sabile dell’uso del 70% dell’acqua consumata sulla terra (acqua im- piegata nelle coltivazioni di pro- dotti usati nella zootecnia, per lo più su terreni irrigati, in aggiunta a quella necessaria ad abbeverare gli animali e a quella usata per pu- lire le stalle) e di buona parte del suo inquinamento. Sebbene non ci siano stime a livello mondiale, ne- gli Stati Uniti si stima che l’alleva- mento comporti il 55% dell’ero- sione dei suoli, il 37% dell’uso to- Madre Terra Sopra e a lato : in questi grafici - elaborati dalla Fondazione Bcfn - l’«impronta idrica» e l’«impronta ecologica» associate alla pro- duzione di alcuni prodotti alimentari di largo consumo. # © Barilla - Fondazione BCFN, 2015 Impronta idrica degli alimenti

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