Missioni Consolata - Marzo 2019

16 MC MARZO 2019 rifugiati siriani: famiglie sunnite, le più perseguitate in patria, donne sole, persone malate, ragazzi sun- niti renitenti alla leva. Ogni due-tre mesi sono stati organizzati voli con un minimo di 60 e un massimo di 80 persone». Una volta arrivati in Italia questi ri- fugiati sono stati presi in carico dalla Diaconia valdese che ha of- ferto loro vitto e alloggio, corsi di italiano, una piccola somma per le spese quotidiane, aiuto per le pra- tiche burocratiche, assistenza me- dica e psicologica. «Accoglienza, accompagnamento e assistenza - continua Scotta - non costano nulla allo stato italiano. Tutte le spese sono a carico della Fcei e della Diaconia valdese che attin- gono ai fondi dell’8 per mille delle Chiese metodista e valdese. Tra i sostenitori del progetto figurano anche donatori internazionali come la Chiesa evangelica della Vestfalia, la Chiesa riformata degli Stati Uniti, diverse comunità evan- geliche in Italia e singoli privati in Italia e all’estero». Il 27 ottobre 2017, con l’arrivo del millesimo rifugiato, si è conclusa la prima sperimentazione. Ma il pro- getto è andato avanti. Il 7 novem- bre dello stesso anno è stato infatti firmato il rinnovo dei corridoi uma- nitari per altri mille profughi per il biennio 2018-2019. «Il progetto continua ed è un dato positivo - conclude Naso -. Segna una forte collaborazione ecumenica tra strutture delle Chiese riformate e cattolica. I corridoi umanitari sono poi un modello unico che si diffe- renzia dagli inserimenti organizzati dallo stato o dagli enti locali. Noi abbiamo definito uno schema di accoglienza diffusa che evita di dar vita a grandi concentrazioni di mi- granti a favore di un inserimento molecolare. I migranti vengono inoltre accompagnati passo per passo da operatori professionali e da comunità che si prendono cura di ogni loro esigenza. I risultati sono positivi. Crediamo perciò che il modello possa essere preso ad esempio e replicato in futuro». Enrico Casale (seconda puntata - fine) ITALIA I Valdesi hanno conosciuto da vi- cino le asprezze dell’emigra- zione. La prima ondata di emi- grazione nacque con le persecu- zioni. Nel 1656, numerosi valdesi si stabilirono con gli ugonotti a Sta- ten Island (New York) e nel 1698- 1699, più di 3.000 seguaci di Valdo costretti all’esilio, scelsero di re- carsi nel Sud della Germania. La seconda e più grande migrazione fu motivata dalla difficile situa- zione economica dell’Italia a fine Ottocento. Un certo numero di valdesi si stabilirono nei paesi francofoni dove si crearono asso- ciazioni che formarono una rete di solidarietà tra migranti. Altri val- desi si avventurarono negli Usa, una città della Carolina del Nord si chiama ancora Valdese. L’emigrazione più massiccia ri- guardò la regione del Rio de la Plata (Uruguay e Argentina). Il primo nucleo si formò nel 1859 a La Paz. L’emigrazione fu gestita dalle autorità religiose valdesi che controllarono i flussi in partenza in base alle esigenze delle Valli val- desi. Oggi l’America Latina anno- vera ventimila valdesi. La Chiesa evangelica del Rio de la Plata, ispanofona, è indipendente seb- bene legata alla Tavola Valdese. En.Cas. I Valdesi, popolo migrante Una storia di migrazioni © Daniele Biella © Valentina Tamborra A RCHIVIO MC - M IGRAZIONI • Daniele Biella, Approdo cercasi , Dossier sui migranti , gennaio-feb- braio 2018. • Valentina Tamborra, Questa non è Europa , giugno 2018. • Simona Carnino, Schengen è morto, viva l’Europa , luglio 2018. • Enrico Casale, Per vincere il traffico (di migranti) , Corridoi umanitari /1 , novembre 2018. Sopra : bimba nel campo di Moria, a Lesbo (Grecia). | Sotto : alcuni migranti salvati nel Mediterraneo da una squadra della nave Aquarius. A bordo di un gommone ven- gono portati alla nave. #

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