Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

INTRODUZIONE 21 aprile 1919, ore 21 A ffascina di più il sole o la luna? Meglio il sole che illumina il giorno o la luna che ri- schiara la notte? L’Africa di ieri gradisce soprattutto l’astro del giorno e assai meno il pianeta della notte. All’alba si esce per zappare il campo, condurre pecore e capre al pascolo, raggiun- gere il mercato. Al tramonto ci si rifugia in casa at- torno al fuoco, compresi i mariti un po’ brilli di ri- torno dall’osteria. Non fa eccezione il Tanzania, anche perché la tene- bra è il tempo dei ladri, del leopardo e della iena, nonché degli stregoni con i loro traffici loschi. E, tuttavia, i primi missionari della Consolata mi- sero piede in Tanganyika/Tanzania proprio di notte, alle ore 21 del 21 aprile 1919. Però, il giorno succes- sivo, eccoli nel sole glorioso, pronti a «rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Luca 1, 78-79). Da Dar Es Salaam, «porto della pace», iniziò l’avven- tura missionaria dei nuovi arrivati: i padri Giovanni Ciravegna, Giacomo Cavallo, Gaudenzio Pane- latti e Domenico Vignoli . Missionari italiani, ma provenienti dal Kenya. P erché dal Kenya? Perché dal Kenya ci «fu un atto di carità che noi missionari della Conso- lata abbiamo compiuto», scrisse monsignor Filippo Perlo, vicario apostolico in quel paese, sul numero di agosto del 1922 di «La Consolata». Perlo aveva ricevuto un appello da parte di Thomas Spreiter, vicario apostolico in Tanganyika, di rim- piazzare con i missionari della Consolata i Missio- nari Benedettini tedeschi, costretti ad abbandonare la colonia del Tanganyika dopo la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale. Perlo spiegò quell’«atto di carità» precisando: «Pare una contraddizione che siano dei poveri a fare la ca- rità, mentre questo sarebbe un naturale affare dei ricchi. Dobbiamo arrabattarci per far fronte alle esi- genze presenti senza riuscirci. Ciò nonostante tro- viamo del personale per “imprestare” ad altri» 1 . Imprestare? Il termine non centrava in pieno il va- lore del gesto dei missionari, perché la loro «carità» non sarà ad tempus , bensì totale. E dura tuttora a 100 anni di distanza. F. B. © Jaime Patias AfMC © AfMC / Francesco Bernardi

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