Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

GENNAIO-FEBBRAIO 2019 MC 19 MC A trati per interposta persona. Non è un caso che, nel 2009, l’Onu ha imposto ad Asmara l’embargo sull’importazione delle armi per il sospettato supporto eritreo ai militanti islamisti somali di Al Shabaab (milizia da sempre feroce avversaria dell’Etiopia). La creazione di questa commissione ha rappresentato la base per porre un altro tassello della stabilità regionale: la pace tra Eritrea e Gibuti. Le tensioni tra i due paesi ri- salgono al 1996, quando l’ex Somalia francese ha accusato Asmara di un attacco presso il villaggio di Ras Doumei- rah. L’episodio non si è trasformato in guerra aperta, ma le tensioni si sono trascinate fino al 2010 quando, grazie alla mediazione del Qatar, le due nazioni sono arrivate a un accordo sulle dispute territoriali. Nel 2017 le tensioni sono tornate ad accendersi quando Gibuti si è aperta- mente schierata a favore della coalizione saudita contro il Qatar, mentre l’Eritrea ha continuato a professarsi amica di Doha. Proprio grazie alla mediazione di Etiopia e So- malia, la frattura è stata ricomposta e a metà settembre i presidenti eritreo Isaias Afewerki e gibutino Ismail Omar Guelleh hanno siglato un’intesa di collaborazione. Diffidenze È ormai chiaro che le aperture di Abiy Ahmed hanno dato il via a un processo di distensione che va oltre la stessa Etiopia e investe l’intera regione. Una regione, il Corno d’Africa, che negli ultimi 25 anni ha conosciuto guerre civili lunghissime (Somalia) e tensioni tra stati (Gibuti, Eritrea ed Etiopia) che hanno frenato la crescita economica e sociale. Non tutti però apprezzano la politica di apertura del pre- mier di Addis Abeba. La diffidenza arriva dall’etnia ti- grina (che in Etiopia rappresenta solo il 7% della popola- zione) che ha gestito il potere dall’inizio degli anni No- vanta, ma anche dagli apparati di sicurezza e da alcune frange delle forze armate. Riuscirà Abiy Ahmed a supe- rare queste resistenze? La popolazione è dalla sua parte. E anche la comunità internazionale, se è vero che il Wall Street Journal lo ha definito «la più grande speranza per il futuro democratico dell’Etiopia». En.Cas. Chi è l’artefice del cammino di pace Abiy Ahmed: come ti rivolto il Corno L a pace tra Eritrea ed Etiopia ha un protagonista: è il premier etiope Abiy Ahmed. È stato lui l’artefice dell’apertura nei confronti di Asmara. Ma questo è solo uno dei tasselli della politica di riforma con la quale sta trasformando nel profondo il suo paese. Multietnico Abiy Ahmed, 42 anni, cristiano riformato, ma figlio di un papà musulmano e una mamma cristiana ortodossa, è un oromo, appartiene cioè all’etnia maggioritaria, sebbene sempre discriminata. Arrivato al potere, nell’aprile 2018 ha avviato una serie di grandi cambiamenti. Oltre ad an- nunciare, fin dal suo primo discorso tenuto il 2 aprile, la necessità di un dialogo con l’Eritrea, ha promosso una ri- conciliazione nazionale, ordinando il rilascio di migliaia di prigionieri politici e legalizzando i gruppi di opposizione, a lungo definiti «organizzazioni terroristiche». In campo economico ha promesso di rilanciare l’economia etiope (che viaggia già a percentuali di crescita intorno all’8-9%) scommettendo sul sistema produttivo e privatizzando al- cune imprese statali. Anche la pace con l’Eritrea potrà avere profondi risvolti in campo economico: l’Etiopia po- trà infatti sfruttare i porti di Massaua e di Assab, più vi- cini e meglio collegati di quelli di Gibuti e Port Sudan. Pace nel Corno d’Africa Proprio la pace con l’Eritrea ha creato una sorta di effetto domino che, dopo anni di forti tensioni, sta riportando stabilità in tutto il Corno d’Africa. Dopo l’intesa fra Asmara e Addis Abeba, il premier Abiy Ahmed e il presi- dente Isaias Afewerki hanno infatti aperto un tavolo di trattativa con il presidente somalo Mohamed Abullahi Mohamed «Farmajo». Da questo tavolo, il 6 settembre è nato il Joint high level committee , una commissione for- mata dai tre governi che mira al rafforzamento dei loro legami politici, economici, sociali e culturali, oltre che ga- rantire il perseguimento e il mantenimento della pace e della sicurezza in tutta l’Africa orientale. Un passo avanti importantissimo se si tiene conto che la Somalia è stata per anni un teatro in cui Eritrea ed Etiopia si sono scon- © Edoardo Soteras /Afp

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