Missioni Consolata - Dicembre 2018

MCO Fondazione Missioni Consolata Onlus Cooperando... www.missioniconsolataonlus.it Testo di Chiara Giovetti - Foto Archivio fotografico MC Donna, dono e solidarietà Dedichiamo la campagna di Natale alle donne: bambine, adolescenti, adulte, anziane spesso costrette a portare i pesi maggiori nelle loro comunità. Per questo vanno protette, valorizzate e messe in condizione di generare il cambiamento verso società più eque. M i chiamo Oyun , ho dieci anni e vivo alla periferia di Ulan Ba- taar, la capitale della Mongolia. Sono arrivata qui in- sieme alla mia famiglia dopo l’ul- timo dzud , l’inverno più freddo che c’è. Lo dzud fa diventare tutto bianco e gelido e fa morire moltis- sime bestie, a volte anche le per- sone @ . Noi, ad esempio, siamo dovuti ve- nire in città perché avevamo perso tutto. Le nostre pecore, i nostri cavalli e i nostri yak. Erano tanti, io non so quanti, papà li co- nosceva tutti per nome. Papà è stato triste per tanti giorni, stava sempre in silen- zio ed era strano, perché papà di solito è un tipo allegro. Una volta l’ho visto davanti a una pecora stesa a terra, anche lui stava im- mobile e piangeva. Lui dice di no, ma io l’ho visto che gli scende- vano le lacrime. Alla fine, una sera ha parlato a me, a mamma e ai miei tre fra- telli. Ha detto che non si poteva più fare niente, che dovevamo prendere la nostra gher (la casa tenda tipica della Mongolia) e an- dare in città. I miei fratelli ave- vano delle facce tristi, io no, in città c’ero stata pochissime volte ed ero curiosa di vedere bene com’era. Ma adesso che sono qui da quasi due anni mi manca an- dare a cavallo nella steppa, aiu- tare papà e i miei fratelli a far guadare il fiume agli animali, vedere le volpi o le marmotte che sbucano all’improvviso e poi scappano via. Dove abitiamo ora, le case sono troppo vicine, si sentono i rumori, a volte si sentono anche le per- sone litigare e dire cose brutte. E poi c’è un odore cattivissimo, tanta polvere e a volte vedo an- che del fumo grigio che, quando lo respiri, ti fa bruciare il naso. Dove abitavo prima c’era solo l’o- dore dell’erba, delle pecore e del latte e quando respiravi non ti bruciava niente @ . Qui in città vado a scuola e, dopo la scuola, vado dai missionari. An- che loro hanno una gher e al po- meriggio noi bambini possiamo andare lì a giocare, disegnare, fare i compiti. Facciamo anche merenda. La mia amica Sarnai l’al- tro giorno mi ha detto che era contenta di fare merenda perché la sera, a casa, a volte non mangia niente. La sua famiglia era una delle quattro che teneva il proprio gregge insieme al nostro. Anche loro sono dovuti venire in città dopo lo dzud . Il papà della mia amica non ha un lavoro e certi giorni non può comprare da man- giare. Lui è molto arrabbiato per questo e una volta l’ho visto fuori dalla sua gher che urlava e faceva piangere la mamma di Sarnai. Al- tre volte l’ho visto che camminava in un modo strano, non riusciva a tenere dritte le gambe, sembrava che gli facessero male. Forse è malato. Io sono più fortunata, perché mio papà ha trovato un lavoro. Un suo © AfMC / Daniele Giolitti

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