Missioni Consolata - Ottobre 2018

MC R OTTOBRE2018 MC 71 Già ma le turbolenze politico-militari del tuo paese, cominciarono a condizionare molto presto la tua esistenza. Mio padre era noto in città come fervente opposi- tore a una visione politica e ideologica molto affine al fascismo che andava insinuandosi in quel periodo nella società paraguayana. Le sue ferme prese di po- sizione per una democratizzazione del nostro paese gli costarono l’esilio. Di conseguenza anche la nostra famiglia subì tutta una serie di angherie che turba- rono non poco il clima di casa nostra. Ovviamente tu non potevi sottrarti a quello che accadeva, sia nel tuo paese come nella tua famiglia. Infatti, solo con molte difficoltà potei terminare la scuola primaria. Nel 1940 iniziai gli studi secondari fino ad ottenere il diploma di maestra elementare. In quegli anni oltre alla scuola ci furono altre circostanze che ti portarono ad assumere ruoli molto importanti che incisero non poco nella tua vita. Se non sbaglio sei stata una delle prime ragazze del tuo paese ad aderire all’Azione Cattolica. Un anno fondamentale nella mia vita giovanile fu il 1941, quando entrai a far parte dell’Azione Catto- lica che proprio in quell’anno veniva istituita in Pa- raguay. E con l’entusiasmo dei neofiti, insieme ad alcuni amici, iniziammo ad organizzare riunioni e momenti di preghiera cui partecipavo con assiduità. Appresi così a conoscere e ad amare Gesù, che dal quel momento in poi fu per me l’ideale di vita del quale mi innamorai appassionatamente. A 17 anni decisi di consacrarmi all’apostolato dell’AC offrendo a Cristo tutta la mia esistenza. © Foto EFE - Vía MisionesCuatro com Anche la tua pratica quotidiana di fede si perfezionò tantissimo. In questa fase della mia gioventù mi dedicai intera- mente al Signore, che ricevevo quotidianamente, anche se ciò comportava alzarmi di buon’ora e re- carmi alla messa a digiuno (da mezzanotte), per po- ter ricevere la santa comunione. Non ti limitavi però a partecipare solo alle celebrazioni liturgiche. È vero, il resto della giornata lo trascorrevo visi- tando gli ammalati e gli anziani. Mentre all’interno della vita associativa dell’Azione Cattolica, mi venne affidato un compito speciale e delicatissimo, ovvero seguire le «Piccolissime», cioè le bambine più pic- cole della mia parrocchia, un compito al quale ero preparata da tempo per l’impegno che avevo as- sunto in famiglia nel servizio verso i miei fratellini. Sei davvero di una umiltà disarmante, infatti noi sappiamo che facevi molto altro. Oltre che seguire le attività delle «Piccolissime» di AC, cercavo di avere una certa attenzione agli umili, ai malati, agli abbandonati, ai carcerati di qualun- que tendenza politica o religiosa fossero. Quando li visitavo mi proponevo di dare loro sempre un piz- zico di gioia e di allegria. Una volta ritornato tuo papà dall’esilio, la tua famiglia si trasferì da Villarica ad Asunción per avere più tranquillità grazie all’anonimato della capitale e ritrovare così un po’ di pace. Ad Asunción decisi di iscrivermi alla Scuola Normale per diventare maestra di scuola e una volta diplo- mata trovarmi un lavoro. In quel tempo cercavo di modellare la mia vita interiore su un permanente cammino di fede, fatto di speranza e amore, tutto ciò per essere più fedele a Gesù e vivere con mag- giore coerenza il suo messaggio di tenerezza infi- nita, quindi invitando tutti al perdono reciproco e alla riconciliazione specialmente con gli avversari politici dopo anni di incomprensione. In quel periodo conoscesti un giovane di cui t’innamorasti perdutamente. Proprio così. Durante un’assemblea di AC, conobbi Ángel Sauá Llanes, un giovane studente di medi- cina, membro del comitato direttivo dell’opera, con il quale simpatizzai subito e dopo poco tempo ini- ziammo a uscire insieme per svolgere il nostro apo- stolato fra la gente. La frequentazione di un giovane fu ben accettato dai tuoi, inoltre facilitava il tuo uscire di casa per i numerosi impegni - legati all’Azione Cattolica - che avevi avviato in diversi quartieri della città. Sì e oltre tutto lavorare gomito a gomito con Ángel, mi diede l’opportunità di entrare in quei quartieri periferici nei quali per una ragazza sola sarebbe stato pericoloso avventurarsi. Con il tempo la sim- patia tra noi si approfondì, fino a trasformarsi in un vero sentimento di amore reciproco. A quel punto cominciai a interrogarmi: «Cosa vorrà dirmi il Si- gnore con questo amore che non ho cercato e che Egli ha suscitato nel mio cuore?».

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