Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

struzione di impianti nucleari: la parte del leone la fanno la Westinghouse (manutenzione di 70 reat- tori e altri 6 reattori in costruzione), l’Areva (66 reattori in manutenzione, ma appena salvata dal fallimento dallo stato francese, ndr ), la General Electric (44 reattori in funzione e 2 in costruzione), la Mitsubishi Heavy Industries, la Toshiba, la Sie- mens, la Skoda 25 . Come si può vedere la galassia delle ditte impe- gnate nel nucleare è molto variegata e non esclude quegli stessi paesi che al nucleare hanno rinun- ciato o stanno per rinunciare. A queste si aggiun- gono le compagnie che estraggono e lavorano l’u- ranio, metallo che, dopo l’arricchimento, viene uti- lizzato come combustibile nei reattori nucleari. Due terzi dell’estrazione mondiale di uranio pro- vengono dal Kazakistan (39% della produzione mondiale nel 2016), Canada (22%) e Australia (10%). Niger e Namibia, serbatoio per il combusti- bile nucleare francese estraggono ciascuno il 4% della quantità mondiale di uranio 26 . Ma se in Kazakistan, in Canada e in Russia le com- pagnie che estraggono e lavorano uranio o appar- tengono allo stato o sono ditte a capitale privato per maggioranza locale, in Niger solo il 34% delle compagnie sono statali (il restante 66% sono stra- niere) mentre in Namibia, dove solo l’1,2% delle compagnie sono locali, la situazione è ancora più spostata verso il mercato straniero 27 . La chiusura del mercato giapponese e la diminuzione delle cen- trali in Germania hanno fatto crollare il prezzo del minerale. A seconda dei costi di estrazione e di la- vorazione del materiale grezzo, il prezzo medio si aggira sui 130 dollari per kg (con riserve stimate attorno a 5.718.000 ton) per raggiungere i 260 dol- lari al chilo per l’uranio di difficile estrazione o di bassa purezza iniziale (con riserve stimate pari a 7.641.600 ton) 28,29 . L’Australia è la nazione che possiede le riserve mondiali più cospicue (29%), seguita da Kazakh- stan (13%), Russia e Canada (9% ciascuno), Sud Africa (6%) e infine Niger, Brasile, Cina, Namibia (5% ciascuno) 30 . La produzione nel 2017 è stata di 68.000 tonnel- late, 27% delle quali (19.000 ton) dirette verso gli Stati Uniti, 12% verso la Francia (8.000 ton), e poi in Russia, Corea, Cina, Ucraina 31 . Il forte incre- mento di domanda energetica cinese, ha indotto questo governo a iniziare una serie di manovre per diminuire la dipendenza verso il mercato estero, in particolare petrolifero. Così, oltre all’impulso dato alle fonti energetiche rinnovabili, è in progetto il raddoppio del contributo dato dal nucleare. La Cina è il paese al mondo dove si sta riscontrando il maggior incremento di energie rinnovabili; oggi il 25% dell’energia prodotta in Cina proviene da fonti energetiche rinnovabili e il 2% dal nucleare; nel 2040 si stima che il nucleare passerà al 4%, men- tre il rinnovabile al 57% 32 . Questo porterà Pechino a importare una quantità di uranio tra le quattro e le cinque volte superiore a quella attuale (tra 14.400 e le 20.500 tonnellate di uranio nel 2035 contro le 4.200 attuali) trasformando la Repub- blica popolare nel primo paese al mondo importa- tore del minerale fissile superando anche gli Stati Uniti 33 . Allo stesso tempo la domanda di uranio aumenterà per altri mercati che stanno raffor- zando la presenza nucleare nel loro scenario ener- getico: India, Argentina, Giappone, ma anche con new entry come Polonia, Turchia, Emirati Arabi e Viet Nam 34 . Sebbene la richiesta sarà destinata ad amplificarsi, le riserve di uranio sono talmente va- ste che, anche con uno scenario pessimista, po- tranno durare secoli 35 . La radioattività e le scorie Uno dei principali problemi che nascono dalla fis- sione nucleare è quello dei rifiuti radioattivi. Per una malsana informazione, ogni qualvolta si pro- nuncia la parola «radioattività» si ha un sobbalzo D Qui sotto: un vecchio deposito di rifiuti nucleari a Hanford (Was- hington) negli Stati Uniti (1991). Pagina seguente: il logo anti-nucleare per eccellenza. © Nuclear Regulatory Commission, USA, 1991 D

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