Missioni Consolata - Aprile 2018

giungibili dai sacerdoti. Allo stesso tempo, sono un’opportunità pre- ziosa per la crescita nella fede e nell’apostolato dei giovani stessi. I giovani, opportunamente prepara- ti con appositi corsi, visitano casa per casa le persone del posto, of- frendo con rispetto, a credenti e non, l’ascolto, la condivisione di storie di vita, di sogni e problemi. Offrono, se necessario, una parola di conforto, e la Parola di Dio. (Fides) KAZAKISTAN ARMONIA TRA LE RELIGIONI I l Kazakistan accoglie in sé genti di nazionalità e religioni diverse, abituate a relazionarsi tra loro. Il Governo stesso organizza, nelle principali città, incontri tra i re- sponsabili delle varie confessioni, per favorire la reciproca cono- scenza e il dialogo su tematiche comuni, come la famiglia, l’educa- zione della gioventù o la non vio- lenza. Inoltre, la capitale Astana o- spita, con cadenza biennale, un in- contro mondiale tra leader religiosi. Queste politiche di incon- tro intendono favorire un clima di armonia in una società caratteriz- zata dal pluralismo culturale e re- ligioso e anche l’ecumenismo ne trae benefici. (Fides) AUSTRIA ECUMENISMO P reservare la presenza cristia- na nella regione del Medio O- riente, impedire che i cristiani ab- bandonino le loro terre, favorire il ritorno alla vita normale, sostene- re la ricostruzione. Di questo si è parlato il 12 febbraio a Vienna nell’ambito della Conferenza in- ternazionale ecumenica tra la Chiesa cattolica di Roma e il Pa- triarcato di Mosca. In quel giorno si commemoravano i due anni del- lo storico incontro di papa France- sco e del patriarca Kirill a L’Avana (Cuba). «La situazione drammati- ca in cui si trovano i nostri fratelli e sorelle in Medio Oriente, Nord A- frica e in molte altre regioni è di- ventata una sfida per il cristiane- simo mondiale. Questa sfida non può rimanere senza risposta», ha detto il metropolita Hilarion. Un Medio Oriente senza cristiani non può e non deve essere immagina- to, ha detto nel suo intervento il cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero vaticano per l’unità dei cristiani. La scomparsa dei cristiani nella regione sarebbe non solo una perdita inimmagina- bile di tipo religioso e culturale ma una sconfitta per il processo di pa- ce e per la stabilità nella regione». (Sir) ARGENTINA GIOVANI IN MISSIONE N ell’estate dell’emisfero Sud, migliaia di giovani cattolici partono in missione per portare la buona novella a località isolate e poco servite a livello pastorale. Per rafforzare la loro preparazio- ne, la Commissione per i Giovani dell’arcidiocesi di Buenos Aires ha preparato un «Manuale pratico per il missionario», una guida che ricorda il ruolo del missionario e offre preziosi consigli e materiali utili per le visite alle case e alle comunità, come catechesi, pre- ghiere e benedizioni. Esiste inoltre un portale web ricco di strumenti per l’organizzazione e l’animazio- ne delle missioni giovanili. Le mis- sioni sono uno strumento vitale per la Chiesa in America Latina, poiché contribuiscono alla cate- chesi e all’evangelizzazione di lo- calità remote e difficilmente rag- P adre Giorgio Marengo, 43 anni, missionario ad Arvaiheer (Mongolia) guardando all’anno 2017 ringrazia il Si- gnore per «il dono della fede genuina e rocciosa della gente che ci ha accolto qui ad Arvaiheer, località a 430 km dalla capitale Ulaanbaatar. La piccola comunità è formata da 28 adulti battezzati, venuti alla fede in questi dieci anni di presenza missionaria sul territorio. Adesso, un poco alla volta, cominciano a chiedere il battesimo anche per i loro figli e nipoti: così è iniziata la catechesi per i giovani. Quattro signore si sono messe a disposizione per contribuire alla formazione dei catecumeni: sono le nostre prime catechiste. Desidero lodare il Signore per questo miracolo della fede che sboccia e cresce nonostante i tanti limiti di noi missionari e missionarie (siamo in tre, due sorelle e un sacer- dote), sempre inadeguati eppure continuamente usati dalla Grazia affinché persone vissute senza avere alcun contatto con la Chiesa conoscano Cristo e lo possano seguire. È questo che mi riempie di stupore e gratitudine. Per noi missionari ad gen- tes questo è il principio teologico del nostro penetrare sempre più in profondità nel luogo ove siamo mandati, cadere in terra e morire come il seme perché in questo affondare nel terreno av- venga ancora il miracolo dell’incontro con Cristo. E il miracolo avviene sotto i nostri occhi guardando il volto di chi prega nella nostra gher-cappella: per questo cantiamo il nostro Te Deum». (Vatican Insider) Mongolia: Te Deum APRILE2018 MC 9 MC R Arvaiheer (Mongolia) - Padre Giorgio Marengo, sorride nonostante la tormenta di neve e i -30 gradi di temperatura, grato a Dio per la fede dei primi cristiani mongoli. #

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