Missioni Consolata - Aprile 2018

S ono Manuel di Milano. Ho 31 anni. Già dai 17 ho iniziato ad avere dei problemi: ero arrivato a bere fino a 4-5 bottiglie di Jägermeister al giorno. L’abuso di alcol è un discorso di richiamo mentale. Tante volte si fa fatica a resistere perché manca la volontà oppure si è fragili o si sta attraversando un periodo difficile. Oppure può anche accadere che si vivano delle situazioni molto positive, gioie molto forti che conducono anch’esse a ricadere nel pro- blema dell’alcolismo. Ad un certo punto mi sono molto spaventato per- ché pensavo di non poter più tornare indietro. Mi sentivo veramente giù. Una volta mi ricordo di es- sere finito in psichiatria per abuso di alcol e psico- farmaci insieme, e sono rimasto legato al letto dell’ospedale per parecchi giorni. Lì mi sono accorto che rischiavo di finire sotto terra o comunque di avere dei problemi grandissimi nella vita. Mi hanno proposto di entrare in comunità ed io ho detto sì. Stavamo bene, eravamo puliti e sentivi proprio la sensazione di essere amici non per qual- cosa o qualcuno. Ero abbastanza motivato all’inizio e col tempo la motivazione è cresciuta sempre di più. Sono stato accompagnato ed ho avuto la for- tuna di avere vicino delle persone che sono riuscite a trovare un giusto compromesso tra il dosaggio dei farmaci e la psicoterapia. Sono riuscito a farmi accompagnare finché ho sca- lato tutti i farmaci. Neanche io ci credevo! Mi sem- brava una cosa impossibile anche solo da immagi- nare: non prendere più alcun farmaco. Invece sono riuscito. Sono riuscito ad avere dei progetti, co- struire delle cose. È stato bello e il tempo è volato. Anche i genitori e l’intera famiglia, con il tempo, ve- dendo che stai bene, ti si riavvicinano e ci si scusa. Anche la fiducia piano piano la riconquisti. Questo riconquistare è una cosa veramente difficile: anche adesso non è ancora del tutto avvenuto. Io non mi sento illuminato e completamente gua- rito. Il problema è comunque sempre lì. Devo sem- pre stare attento. Capitano dei momenti in cui ti senti a rischio: se uno per tanti anni ha usato delle sostanze, è normale che ogni tanto il corpo, in parti- colare il cervello, richieda la sostanza. Ciò è legato comunque agli stati d’animo. La sensazione di dire «vorrei…» è molto presente nell’inconscio. Non è una cosa che puoi toccare e sentire, però con la vo- lontà, con la testa che ci pensa veramente 150 mi- lioni di volte prima di ricaderci, ci si riesce. Avere delle persone che ti sono vicine, con le quali condividi la tua vita, è fondamentale. Può capitare a chiunque di avere dei problemi, non esiste la persona che sta sempre veramente bene, non esiste un mondo dove tutto va bene. L’impor- tante è saper vedere che comunque ci sono delle persone che ti aiutano, che vedono che sei in diffi- coltà e non fanno finta di niente. Adesso sono una persona che tutti i giorni cerca la sua strada, cerca di stare sempre attenta, ha dei momenti di alti e bassi e comunque, un po’ più di tutte le altre persone, ci sta attenta. Manuel Sul canale Youtube di Impegnarsi serve, si può visionare il video «Tetimonianza di Manuel» da cui è tratto il testo. La testimonianza di un giovane ex alcolista «MI SEMBRAVA IMPOSSIBILE, INVECE CI SONO RIUSCITO» benjaminasmith/flickr com

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