Missioni Consolata - Aprile 2018

i paesi occidentali è stata lenta e, se i dati dicono che l’interscambio è andato aumentando (quello tra Iran e Ue è cresciuto del 79% nel primo anno dall’entrata in vigore dell’accordo 4 ), l’effetto ancora non si è visto granché sulla tavola degli iraniani, anche perché una vera normalizzazione non si è verificata. Altre sanzioni rimangono in essere e il sistema bancario per le transa- zioni con l’Iran non ha ripreso a funzionare correttamente. Dopo un breve momento di euforia ini- ziale, che lo aveva fatto risalire ri- spetto al dollaro, il rial, la valuta iraniana, ha ripreso a svalutarsi, toccando nuovi record alla fine dello scorso anno. Quindi, per il momento, le tasche degli iraniani rimangono vuote. Tanto vuote che all’inaugurazione del nuovo anno iraniano, il 21 marzo 2017, quando si trattava di lanciare, com’è suo costume, lo slogan che intendeva ispirare l’o- perato del popolo nell’anno en- trante, Khamenei ha pronunciato: «economia di resistenza». A sen- tire il nuovo motto, la gente si è preoccupata: ahi, la Guida invitava a stringere i denti e tirare la cin- ghia, ergo nell’anno ci sarebbero 26 MC APRILE 2018 IRAN © Frode Bjorshol © Frode Bjorshol stati nuovi aumenti, nuove tasse. E, puntualmente, a dicembre, il go- verno ha annunciato aumenti di tasse e del prezzo di alcuni beni di prima necessità. La resistenza, però, non riguarda tutti, perché lo «Stato profondo», come si è detto, prospera e quando ha poca liqui- dità, come in questo periodo di prezzi petroliferi bassi e alti costi di una politica estera espansionistica, mette sotto torchio il comune cit- tadino, che è chiamato, appunto, a resistere. Contro Donald Trump e l’Arabia Saudita Forse anche perché non se ne sono sentiti i benefici, la reazione della gente alla bocciatura dell’accordo su nucleare da parte della presi- denza Trump è stata blanda. In compenso la bocciatura ha fatto segnare un punto a favore di Kha- menei, che aveva messo in guardia contro l’impossibilità di veri nego- ziati con gli Usa. Sì, perché l’Iran non è venuto meno agli impegni presi, come hanno confermato tutte le altre parti in causa. Come spiegano gli iraniani l’ostilità del governo americano nei con- fronti del loro paese? Sull’argo- mento condividono quanto affer- mato dal loro ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, in occa- sione della visita di Trump in Ara- bia Saudita: «L’Iran, che ha appena tenuto delle vere elezioni, è attac- cato dal presidente degli Stati Uniti in questo (riferendosi a Riyadh, nda ) bastione della democrazia e della moderazione. Si tratta di poli- tica estera o di succhiare 480 mi- liardi di dollari ai sauditi?» 5 . Lasciando stare le «vere elezioni» (non tutti vi si possono candidare e il parlamento non è libero di deci- dere: comanda la Guida), ho spesso sentito esprimere la convin- zione che lo spauracchio dell’Iran sia agitato ad arte per vendere più armi agli arabi. Su un altro punto gli iraniani si tro- vano d’accordo col loro ministro degli Esteri: l’Arabia Saudita non può insegnare niente all’Iran in quanto a democrazia, tolleranza, rispetto dei diritti, e il fatto che quest’ultimo continui a essere de- signato dagli Usa «stato sponsor del terrorismo», insieme a Siria e Sudan, è dettato da ragioni politi- che, non certo ideali. Terrorista a chi? Allora, chiedo io, l’Iran non pratica il terrorismo? Non esattamente, i Sepah appoggiano Hezbollah e As- sad, mi rispondono (indicando così che percepiscono quell’organizza- zione come un corpo estraneo, in- dipendente dallo Stato), ma che differenza c’è rispetto a quanto fanno altri paesi, tra cui l’Arabia Saudita? È difficile non concordare con loro, se si tiene presente che la maggior parte degli attacchi terro- ristici vengono dall’estremismo sunnita; che spesso colpiscono co- munità sciite; che, sebbene la mo- narchia saudita non incoraggi esplicitamente il terrorismo, fa propria la dottrina wahhabita, nota per la sua interpretazione estremi- stica dell’Islam, che, tra l’altro, considera gli sciiti eretici e, quindi, anche passibili di morte. Gli stessi A destra : un murale contro gli Stati Uniti. Qui sotto : un murale celebra la Guida su- prema. In basso : una via commerciale nella città di Isfahan. #

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