Missioni Consolata - Marzo 2018

re la velocità dei nostri passi. Abbiamo sempre più materiale importante che non ci sta nell’attua- le edificio che ospita il C- di. Ci è stato offerto altro materiale da varie parti per arricchire la nostra documentazione. Questo vuol dire che altre perso- ne e enti hanno notato l’importanza del Cdi, e stanno dando credito alle nostre intenzioni e inizia- tive. Alcuni ci suggeri- scono anche di guardare avanti con fiducia e otti- mismo, includendo an- che altre attività che per ora non sono previste. Io credo che dovremo an- dare avanti con pruden- za, ma anche con fiducia nella Provvidenza. Essa ci farà vedere al tempo giusto come proseguire. Certamente non sarà mai facile competere con gli avversari dei popoli indigeni; né possiamo il- luderci di trasformare i popoli indigeni in società perfettamente adattate a resistere a tutti gli attac- chi mossi contro di loro. Sta a noi tutti fare la no- stra parte, e dare a loro i mezzi migliori per farsi le ossa! La situazione attuale di invasione della Terra In- digena Yanomami da parte dei cercatori d’oro è veramente brutta. Si parla di varie migliaia di invasori che portano con sé violenza, droghe, cor- ruzione di minorenni, contaminazione col mer- curio, trasmissione di malattie veneree, impu- nità! Il villaggio degli in- digeni isolati è accer- chiato ormai da almeno tre gruppi di garimpeiros che hanno già sparato almeno a uno di essi. Guardando un po’ oltre, è palese lo sfacelo della giustizia a tutti i livelli; e gli esempi più sconvol- genti vengono dalle più alte autorità del paese. Oltre 60mila morti vio- lente in un anno; caos nei servizi pubblici (sa- nità, scuola, prigioni, ...). Nel nostro piccolo, nella discarica di immondizie della città di Boa Vista, a metà ottobre, sono stati trovati più di cento bam- bini che vi lavoravano, ci- bandosi anche di rifiuti. Adesso la discarica è controllata. Ma durerà? Con l’afflusso di decine di migliaia di venezuelani (si parla di settantamila, tra cui un buon numero di indigeni Warao e altri) che fuggono dalla violen- za, dalla miseria e dalla fame vera e propria, si accentua la situazione di caos negli ospedali, negli ambulatori medici, nelle scuole, col contrabban- do, nelle prigioni, ... Pare che anche la natura voglia collaborare al caos; recentemente ci sono già stati almeno 60 casi di bagnanti aggrediti da piranha nelle spiagge del rio Branco, a Boa Vi- sta. Alcuni esperti hanno suggerito che la causa potrebbe essere l’inqui- namento delle acque. Guardandoci attorno si ha l’impressione che si voglia distruggere il pia- neta per favorire una pic- cola minoranza. Le statistiche dicono che gli otto «uomini» più ric- chi del mondo sono pa- droni di ricchezze mag- giori di quelle della metà degli uomini, e 800 milio- ni di esseri umani fanno la fame. In Brasile si producono enormi quantità di cibo (granaglie, carne, caffè, frutta, vini) usando con abbondanza diserbanti tossici proibiti in Europa ( Combate Racismo Am- biental , 28 nov. 2017). Buona parte di questi ci- bi va a finire sulle vostre tavole. Tempo fa, ho sug- gerito che si organizzas- se un boicottaggio ai pro- dotti alimentari prove- nienti dal Brasile. Chi non lo ha fatto, probabil- mente si è alimentato con pericolosi veleni. Le mie e le nostre spe- ranze sono rafforzate dalla vostra indefessa at- tività in favore dei popoli MC R che il gregge non si al- lontanerà dal posto dove le ha lasciate. Le 99 sono consapevoli di essere al sicuro e non vanno in cerca di pericoli, mentre quella perduta non era cosciente dei pericoli che poteva incontrare abban- donando il gregge». Ec- co, con questo spirito don Luciano ci ha invitati a «sentirci vicino il Si- gnore» anche quando sembra che si allontani per ricercare la pecorella smarrita. Penso che senza tanti lunghi ragio- namenti valga l’invito del nostro curato di «vivere con serenità il nostro rapporto con il Signore in ogni momento della giornata» anche quando il Signore si allontana. Pino Candiani parrocchia di Loreto, Bergamo, 12/12/2017 indigeni e di altri dimen- ticati dagli uomini. Con affetto e riconoscenza, Fratel Carlo Zacquini da Boa Vista, Roraima, Brasile, 07/12/2017 LE 99 PECORE Carissimo Direttore, nel riprendere in mano il n.10 del mese di ottobre, ho letto la lettera di An- drea Sari e la sua rispo- sta in un giorno non pen- so casuale (martedì 12 dicembre). Nel commen- tare le letture del giorno (il Vangelo di Matteo 18,12-14 che ricorda il pastore che lascia le 99 pecore per cercare quel- la perduta), il nostro cu- rato ci ha lasciato questo bel pensiero: «Il Signore non è che abbandona le 99 pecore per cercare quella perduta perché sa MARZO2018 MC 7

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