Missioni Consolata - Marzo 2018

MARZO2018 MC 19 munità ecclesiali di base che con- dividono la lettura critica della realtà volta a emancipare la per- sona, attraverso un’educazione contestualizzata, cioè adattata al contesto in cui vive. «Nel nostro territorio i figli e le figlie delle fa- miglie contadine sono tradizional- mente i più esclusi dall’istruzione. Perciò una quindicina d’anni fa abbiamo occupato un terreno per fondarvi una scuola, così da poter offrire loro una formazione di qualità sulle tecniche agroecologi- MC A • Lotta alle discriminazioni | Cura del creato | Diritti umani • La filosofia del Bem Viver Anche oggi si può essere felici Prendersi cura di chi si prende cura, occupandosi della terra e proteg- gendo la biodiversità. Non è possibile stare bene senza una dimensione comunitaria, senza un legame con l’ambiente. «I n Brasile siamo figli e figlie di un ventre vio- lato, siamo discendenti di indigeni, africani, europei; un incrocio di popoli nato dalla vio- lenza della colonizzazione». A questa vio- lenza originaria, dice suor Francisca Erbenia de Sousa, responsabile della Caritas diocesana di Crateús, risale la dicotomia che permea la storia recente del Brasile, tra avere ed essere: «Abbiamo ereditato una malattia dello spirito, pensando di poterci realizzare solo se “ab- biamo”. Siamo impregnati di consumismo e siamo schiavi di questo modello, schiavi dei cellulari, dei ve- stiti, pronti a tutto per ottenerli: a indebitarci, a ru- bare, a compiere violenze finendo ai margini della so- cietà. “Abbiamo”, ma siamo infelici, il nostro è tra i paesi con il più alto tasso di suicidi al mondo, soprat- tutto di giovani». Per superare questo modello distrut- tivo, molte iniziative della Caritas di Crateús si ispirano al concetto del Bem viver. S viluppato da Euclides André Mances, fondatore dell’Istituto di Filosofia della liberazione, il Bem viver «consiste nell’esercizio umano di disporre dei mezzi materiali, politici, educativi e informativi per soddisfare eticamente le necessità biologiche e cultu- rali di ciascuno, ma anche per garantire eticamente la realizzazione di tutto quanto possa essere concepito e desiderato per la libertà personale senza negare la li- bertà pubblica». In opposizione all’appropriazione di conoscenze, ricchezze e accumulo - con lo scopo più o meno consapevole di dominare (l’altro, il tempo, la na- tura…) - il Bem viver si prende cura della Madre Terra e dei suoi ritmi: «Proteggo, coltivo e mi prendo cura di un ambiente dove la vita ha le proprie leggi e il proprio tempo», nota Erbenia. In questa prospettiva una di- mensione importante è quella del cuidade curanderos , il «prendersi cura di chi si prende cura», ad esempio avendo riguardo per la terra, rispettandone la biodi- versità, evitando di avvelenarla con pesticidi, pren- dendo da essa il necessario per vivere e non di più. Questo atteggiamento di curatori e protettori del Creato ci rende a immagine e somiglianza di Dio, ed è il percorso - indicato anche da papa Francesco nell’enci- clica Laudato Si’ - che ci permette di superare il CAN - CRO DEL CONSUMISMO ». E siste un forte legame tra il Bem viver di ciascuno e quello di tutti, in una prospettiva di promo- zione della libertà che si muove su un PIANO IN - SIEME CONCRETO E UTOPICO , e si riconnette alle parole di Gesù: «Sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 1-21). Come spiega suor Erbe- nia, «stare bene non può essere un fatto solo personale: non è possibile stare bene senza la dimensione comuni- taria e senza un legame con la terra, senza che stiano bene la natura e chi la abita. È qualcosa che a Crateùs cerchiamo di realizzare anche simbolicamente attra- verso la ciranda , una danza che si fa tutti assieme, in cerchio, cercando ognuno di rispettare i passi dell’altro e lasciando il giusto spazio per ciascuno. Il nostro so- gno è espandere questo girotondo, per allargare il cer- chio delle possibilità a sempre più persone e costruire una diversa realtà». S.G.

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