Missioni Consolata - Marzo 2018

BRASILE 18 MC MARZO2018 abitanti delle favelas, le contadine senza mezzi e senza terre, le pe- scatrici prive di prospettive eco- nomiche e riconoscimenti profes- sionali. Abbiamo incontrato suor Erbenia durante il suo primo viaggio in Ita- lia lo scorso novembre, in compa- gnia di Antonio Adriano Leitão, re- sponsabile dei progetti sociali della Caritas di Crateús, in visita a due associazioni con cui la Caritas brasiliana collabora, Cisv di Torino e WeWorld di Milano. Teologia incarnata Formatesi alla scuola del pedago- gista Paulo Freire e della teologia della liberazione, Erbenia e la Ca- ritas di Crateús promuovono una lettura critica delle disuguaglianze sociali, viste non come volontà di Dio cui ci si deve piegare ma al contrario come una violenza nella creazione divina. «L’esistenza di Dio si traspone nelle nostre esi- stenze e ci spinge a interrogarci sulla realtà che ci circonda: com’è possibile che molti di noi debbano vivere senz’acqua da bere, senza terra da lavorare, senza prospet- tive per i giovani? Il volto di Dio è quello che si mostra nell’Esodo: “Ho osservato la miseria del mio popolo […] conosco le sue soffe- renze. Sono sceso per liberarlo [...] verso un paese nel quale scorre latte e miele” (Esodo 3,7- 10). È un Dio capace di vedere e ascoltare gli affanni, le speranze, le perdite ma anche le potenzia- lità delle vite umane». Si tratta di una teologia incarnata, in cui la di- mensione spirituale resta insepa- rabile dall’azione concreta: «La preghiera è per noi un’esigenza quotidiana, in chiave contempla- tiva: pregare significa contem- plare la vita di ogni giorno, cer- cando di leggerla alla luce del Vangelo», spiega suor Erbenia. «Il nostro modo di considerarci figli e figlie di Dio ci porta spesso a unirci alla popolazione nell’occu- pazione delle terre rurali e urbane lasciate in abbandono, o prese in- debitamente da imprese minera- rie e fazendeiros » (cfr. MC no- vembre 2017). Iniziative che spesso sono costate aggressioni e intimidazioni. «Abbiamo subìto una forte repressione militare tra gli anni Sessanta e Ottanta, molti di noi sono stati vittime di vio- lenze, persecuzioni, prigionia, ab- biamo imparato a correre al buio per scappare. E oggi le occupa- zioni di terre continuano ad atti- rarci le “attenzioni” di fazenderos e polizia», racconta la suora senza tradire emozioni. Pur essendo la nona potenza eco- nomica al mondo, negli ultimi due anni la situazione del Brasile è molto peggiorata, e oggi la Chiesa brasiliana si sta schierando sem- pre più apertamente contro il go- verno di Michel Temer. «Il nostro paese è un palcoscenico di corru- zione, si è tornati a colpire le po- polazioni indigene e gli afro di- scendenti, soprattutto i giovani. I diritti conquistati a fatica in 50 anni sono adesso andati perduti: pensate che i programmi d’inter- vento popolare sono stati tagliati del 92%», dice Erbenia, ricor- dando come il governo Lula avesse garantito case popolari, as- segni familiari in base al numero di figli e la possibilità per i giovani poveri di accedere all’università. «Oggi, per la prima volta nella sto- ria del Brasile, in parlamento c’è una presenza fortissima delle chiese pentecostali, che sono fau- trici di una politica ultraconserva- trice. E ciò favorisce un clima re- pressivo, violazioni dei diritti e violenza diffusa». Il Brasile è il quinto paese al mondo per fem- minicidi, e si calcola che più del 50% delle donne tra i 14 e i 50 anni abbiano sofferto una qualche forma di violenza. Il primo passo per cambiare questo stato di cose è «investire nella formazione, come insegnava Paulo Freire: l’oppresso ha bisogno di ricono- scersi come tale per riuscire a li- berarsi», spiega Adriano Leitão, responsabile dei progetti sociali della Caritas di Crateús, che come suor Erbenia fa parte della frater- nità mista in cui vivono insieme suore, preti e laici. «Per affran- care le donne dalla violenza oc- corre renderle libere su un piano pratico, autonome dal punto di vi- sta professionale ed economico». Ed è quanto fa la Caritas nel Nord Est brasiliano insieme ad altre as- sociazioni, come Cisv e WeWorld. Puntare sui giovani La Caritas, che secondo le parole di papa Francesco è «la carezza della Chiesa ai poveri», nello stato del Ceará è organizzata in 800 co- Pagina precedente : pescatori d’acqua dolce nell’area di Crateús. A fianco : suor Francisca Erbenia de Sousa. Sotto : la sede delle Caritas diocesana di Crateús, della quale suor Erbenia è responsabile. #

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=