Missioni Consolata - Dicembre 2017

# In queste pagine : padre Ezechiele Ramin. 68 MC DICEMBRE2017 Teologia della Liberazione. Il mondo latinoameri- cano che mi affascinava da sempre, mi aveva com- pletamente conquistato. Mi sentivo in sintonia con le sue angustie e le sue grandi speranze. Dì la verità. Più ti inserivi in quella realtà, più capivi che dovevi schierarti apertamente a fianco di quelle comunità che caratterizzavano la Chiesa brasiliana di quegli anni… Il cammino me lo avevano indicato le Comunità Ec- clesiali di Base, che promuovevano la crescita inte- grale della persona, i senza terra che lottavano per il riconoscimento dei propri diritti e gli indios che resistevano all’invasione del loro habitat indispen- sabile per sopravvivere secondo la loro cultura. Si può dire che avevi fatto tue le parole di Bonhoeffer: «Solo chi grida per salvare la vita agli ebrei può cantare il gregoriano». Solo chi alza la sua voce contro l’ingiustizia, può annun- ciare il Vangelo. Denunciando le ingiustizie che si consumavano a ri- petizione sulle popolazioni indigene ero consape- vole di mettere a rischio la mia vita: sapevo bene che non si può difendere i poveri in Amazzonia senza avere problemi, ma capivo anche che non po- tevo non difenderli, avrei tradito la mia vocazione sacerdotale e missionaria. 4 chiacchiere con... MC R Il 24 luglio 1985 padre Ramin, insieme a un sinda- calista locale, partecipò a un incontro nella Fa- zenda Catuva ad Aripuanã nel vicino Mato Grosso con l’intenzione di persuadere i piccoli agricoltori lì impiegati a non prendere le armi contro i latifondi- sti. Al ritorno, fu vittima di un’imboscata da parte di sette sicari armati di pistola, che lo colpirono con oltre 50 proiettili. Prima di morire, riuscì a sus- surrare le parole «Vi perdono». Poiché la salma di padre Ramin non poté essere recuperata dai suoi confratelli prima di 24 ore dopo l’omicidio, un gruppo di indios Surui vegliarono su di essa fino al loro arrivo. Alcuni giorni dopo il suo omicidio, papa Giovanni Paolo II definì padre Ezechiele Ra- min un «martire della carità». I missionari comboniani stanno promuovendo il ri- conoscimento ufficiale di Padre Ezechiele come martire (e quindi come Beato e, possibilmente, come Santo) da parte della Chiesa cattolica, anche se la comunità comboniana in Brasile sembra rilut- tante in quanto «per loro e per la gente che lo co- nosceva, padre Lele Ramin è già un santo». Nel 1988 due degli uomini che uccisero padre Ra- min, Deuzelio Goncalves Fraga e Altamiro Flau- zino, furono condannati rispettivamente a 24 e 25 anni di reclusione dal tribunale di Cuiabá. Gli altri sicari non sono stati ancora identificati. Nell’aprile 2016 è stata aperta la rogatoria presso la diocesi di Padova per la sua beatificazione e ca- nonizzazione. Don Mario Bandera

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