Missioni Consolata - Dicembre 2017

Ora è tornata e io sono contento, perché è quella che mi sta più simpatica e anche perché è la più brava della classe. Dice mamma che tutti i bambini devono andare a scuola ma che per le bambine è tutto molto più difficile. Però da quest’anno lei ha un amico nuovo, un bambino che abita in un paese lontano, il paese - dice papà - da cui arriva quel missiona- rio che viene spesso a trovarci in classe e si ferma a parlare con le maestre. Questo bambino e i suoi genitori ora regaleranno a Irene, e a tutti i bambini come lei, i qua- derni, i libri, le matite, il grembiule e tante altre cose che servono per la scuola. Così la sua mamma po- trà riposarsi un po’ di più e non si ammalerà tutti gli anni e Irene non dovrà più smettere di venire a scuola per aiutarla. Una volta Irene mi ha detto che lei da grande vuole essere come la signora del dispensario che fa na- scere i bambini e che io potrei di- ventare come l’infermiere. Mi sembra una buona idea, così po- tremo continuare a farci gli scherzi e fermarci a giocare, la mattina, mentre camminiamo in- sieme per andare al dispensario. Emmanuel @ Su rivistamissioniconsolata.it trovate i link ai siti, testi e docu- menti a cui l’articolo rimanda. E mmanuel è un bam- bino come tanti, anzi, è tanti bambini in uno. La sua storia è ispirata alle migliaia di storie che ab- biamo ascoltato nei dispen- sari, nelle maternità, nei centri nutrizionali, negli asili e nelle scuole primarie che i nostri missionari gestiscono nel mondo. Abbiamo collo- cato il nostro piccolo narra- tore in un villaggio rurale africano, ma molte delle si- tuazioni che vive sono con- divise dai suoi coetanei nelle immense periferie delle grandi città o nelle terre di popoli indigeni o nelle zone aride dell’America Latina, e simili anche a quelle di altri popoli che vi- vono di pastorizia, come in Mongolia. Quello che Emmanuel non ci ha raccontato - perché nessun bambino dovrebbe poter raccontare una cosa del genere - è che nei paesi meno sviluppati su mille bambini nati vivi qua ttro donne muoiono an- cora per cause legate alla gravidanza (nell’area euro ne muoiono sei ogni centomila) @ , mentre sessantotto bambin i su mille non arrivano a compiere cinque anni. Settantotto, consideran do la sola Africa sub- sahariana. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, tredici su cento di queste morti sono causate dalla polmonite, nove dalla diar- rea, sei da ferite varie e cinque dalla malaria. Secondo i dati Unicef @ «tra il 1990 e il 2015, la malnutrizione cronica è calata da 255 milioni a 156 milioni di bambini, è però aumentata in Africa Occidentale e Centrale, passando da 19,9 milioni a 28,3 milioni. Nel 2015, oltre 50 milioni di bambini sotto i 5 anni sono risultati affetti da malnutrizione acuta, di cui 17 milioni da malnutrizione acuta grave: la metà dei bambini vivevano in Asia meridionale ed un quarto in Africa subsahariana». Nello stesso anno «circa 92 milioni di bambini sotto i 5 anni risultavano sottopeso». Nei paesi meno sviluppati solo un bambino su cinque va all’asilo. Ep- pure, sempre più studi confermano che i bambini che hanno ricevuto un’istruzione preprimaria ottengono migliori risultati negli studi suc- cessivi e sono più al riparo dal rischio di essere malnutriti grazie al so- stegno nutrizionale che ricevono alla scuola materna. Dei bambini in età da scuola primaria, uno su cinque non è in classe @ : si tratta di ol- tre sessanta milioni di bambini, di cui più della metà in Africa. Chiara Giovetti 64 MC DICEMBRE2017 In queste pagine : immagini simboliche dalle nostre missioni di Arvaiheer in Mongolia, Matola in Mozambico e Dianrà in Costa d’Avorio. La mappa in alto indica i luoghi dove i missionari della Consolata hanno «pro- getti di sviluppo» con MCO (rosso), di «sostegno a distanza» (giallo) e altre atti- vità di cooperazione e sviluppo (blu). #

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