Missioni Consolata - Dicembre 2017

Le donne di Sani Isla Ci accolgono quattro giovani donne, indigene dell’etnia qui- chua 3 che abita questo spicchio d’Amazzonia ecuadoriana. Indos- sano semplici ma eleganti cami- cette colorate e gonne a falde. Una tabella di legno conficcata nel terreno spiega che a Sani Isla, con il supporto di due organizza- zioni, la statunitense Rainforest Partnership e la ecuadoriana Con- servación y Desarrollo , si porta avanti un progetto lavorativo per le donne della comunità. Una signora con i capelli neri rac- colti in una treccia ci spiega che qui lavorano 34 donne divise in 5 gruppi che si alternano settima- nalmente. Dal 2010 le donne pro- ducono oggetti d’artigianato - col- lane, braccialetti, orecchini, borse di stoffa -, fatti con semi e fibre 52 MC DICEMBRE2017 anche da una banale osserva- zione dell’ambiente circostante. Non molto dopo la partenza dal porticciolo di Coca, sulla riva sini- stra del Napo notiamo alcune torri petrolifere sormontate dalla tipica fiamma che brucia il gas in eccesso 2 . Senza dire degli sbanca- menti di cui sono fatti oggetto al- cuni tratti della sponda sinistra del fiume. Avvistamenti di questo tipo per fortuna non si ripetono nelle due ore successive di navigazione: sulle due rive del Napo è pura ve- getazione. A un certo punto, mentre sulla riva opposta è già territorio del Parco Yasuní, la lan- cia inizia a rallentare e si avvicina alla sponda sinistra dove c’è un ormeggio e una passerella. « Bien- venidos a Sani Isla », recita il car- tello. vegetali, raccolte nella foresta o appositamente coltivate. I pro- dotti vengono poi venduti ai turi- sti che arrivano dai vicini lodge ( Sacha , Sani , Napo Wildlife Cen- ter ) della foresta e che visitano Sani Isla. Quello dei lodge è un turismo con un impatto ambientale contenuto sia per i numeri esigui di turisti che muove (è costoso) sia per le sue modalità ecosostenibili. In ogni caso, nessuna attività umana produce un impatto comparabile con la devastazione insita in qual- siasi attività petrolifera (esplora- zione, perforazione, estrazione, trasporto, ecc.). La comunità di Sani Isla lo sa benissimo perché in passato, sul rapporto con le im- prese petrolifere, si è divisa al proprio interno. Nel 1998 i leader della comunità firmarono un accordo con l’im- presa statunitense Occidental Pe- troleum (Oxy), per consentire l’e- splorazione petrolifera sul loro territorio che si estende per 20.567 ettari legali (e altri 42.000 reclamati) 4 . Come compensa- zione ottennero la costruzione di una struttura ecoturistica, il Sani Lodge. Questo opera dall’anno 2000 ed è interamente gestito dalla comunità, che ne ricava un reddito importante. Per fortuna, la Occidental non trovò il petrolio e se ne andò. Venne però sosti- tuita dalla ecuadoriana Petroa- mazonas (del gruppo Petroecua- dor ), che già operava in zona e con la quale venne sottoscritto un nuovo accordo. Ma tra molti abi- tanti di Sani Isla, divenuti nel frat- tempo più consapevoli dei peri- coli dell’attività petrolifera, iniziò a crescere il malcontento. Fu così ECUADOR

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