Missioni Consolata - Dicembre 2017

DICEMBRE2017 MC 15 Conferenze, musica, teatro, inter- viste a testimoni e stand nel cen- tro di Brescia. Il Festival è stato un’occasione per far uscire la mis- sione «allo scoperto», nelle strade e nelle piazze. Il rischio, dice qualcuno, è che ci parliamo addosso, che siamo sempre dei nostri. E pure che ci ripieghiamo sui problemi: calo di vocazioni, in- vecchiamento, strutture grosse e costose da gestire, senza puntare sugli aspetti positivi che ancora la caratterizzano e guardare al fu- turo. Gli istituti missionari devono ab- bandonare l’autoreferenzialità, dice qualche moderatore. Rego- larmente disatteso da alcuni con- ferenzieri che paiono autocen- trati sulla propria congregazione. Quello che è certo è che siamo in tanti, di tutti i colori e i conti- nenti, c’è entusiasmo e si respira un’energia molto positiva. Mancano sei miliardi C’è chi, come il CARDINAL F ERNANDO F ILONI (Prefetto di Propaganda fide, la Congregazione per l’evan- gelizzazione dei popoli), ci ricorda che «la missionarietà ha degli obiettivi, perché ci sono nel mondo 6 miliardi di persone che il Vangelo non lo conoscono, ri- spetto a quel miliardo e 270 mi- lioni che lo hanno in qualche modo conosciuto. Siamo chiamati a un impegno fondamentale. […] Non si parla più di continenti da evangelizzare, ma di tutto il mondo che, in forme diverse, ha bisogno di evangelizzazione. Ci sono aspetti che diventano sem- pre più importanti, come la mi- grazione, l’inclusione sociale dei nuovi cittadini». Quindi, riassume Filoni parafra- sando il motto del Festival: «Mis- sione è possibile, sì, anzi è dove- rosa e necessaria. Come cambia? Oggi le chiese locali sono cre- sciute, i missionari sono i nonni dell’evangelizzazione. Gli autoc- toni devono assumere in prima persona questo ruolo missiona- rio. Hanno cultura, lingua, conce- zione più vicina alle popolazioni». Le nuove frontiere sono, secondo lui, l’Asia, dal Giappone al Sud Est asiatico, inclusi i paesi musul- mani, alla Cina. Poi cita l’Amazzo- nia, «uno dei luoghi più difficili per la missione ad gentes . Ma gli indios sono nel cuore della chiesa», assicura. Cambiamento epocale C’è chi propone un approccio molto pragmatico, come PADRE S TEFANO C AMERLENGO , superiore ge- nerale dei missionari della Conso- lata: «Siamo di fronte a un cam- bio d’epoca. Una crisi che ci ob- bliga a rinnovarci, fare percorsi nuovi. Ma questa è una benedi- zione. Come missionari e come chiesa stiamo vivendo troppo sul- l’eredità del passato. Ben venga uno scossone. Occorre un atteg- giamento di umiltà. Dobbiamo vi- vere il Vangelo e non predicarlo soltanto agli altri!», dice in tono provocatorio. E continua: «Io lancio un invito a collaborare con il mondo. Dove stanno i giovani ai quali vogliamo insegnare il Vangelo? Forse non abbiamo più la terminologia, il modo giusto di parlare ai giovani di oggi. Corriamo dietro ai pro- blemi delle nostre strutture. Siamo troppo “pesanti”, non solo fisicamente. Questa è una provo- cazione grande al cambiamento. Il punto non è la sopravvivenza degli istituti: perché tenerli in piedi ad ogni costo? La questione è riuscire a essere evangelizzatori come i fondatori hanno voluto, portando non le nostre storie, ma il Vangelo». Padre Camerlengo non parla un linguaggio accademico, le sue pa- role sono concrete e chiare: «Ab- biamo predicato che siamo tutti missionari, adesso che la chiesa locale si fa avanti, noi siamo un po’ più pesanti, un po’ più vecchi e facciamo fatica a trovare i no- stri spazi. La crisi ci spinge a rin- novarci. Andare dove nessuno va. Non solo scrivere i documenti, ma andare. Per me questa rimane la missione ad gentes degli istituti missionari. Giovanni Battista ci in- segna a essere cristiani e missio- nari, è colui che indica il maestro, che indica il cammino. Questo è il nostro ruolo. Anche se rima- niamo in pochi non importa, im- portante è che non perdiamo la direzione». (continua a pag. 18) MC A • Festival della Missione | Laici | Evangelizzazione | Ad gentes • A sinistra : lo stand della Cimi (Conferenza degli istituti missionari italiani) in centro a Brescia. In alto : padre Stefano Camerlengo, supe- riore dei missionari della Consolata, inter- vistato dopo la conferenza «Quale futuro per la missione ad gentes?». #

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