Missioni Consolata - Dicembre 2017

non rallenta il ritmo. Intrapren- dente, inizia a disegnare una mappa precisa della regione di Massangulo dove svilupperà la sua attività. Rapidamente si im- pegna nella programmazione dei compiti da intraprendere al fine di creare le strutture di base della missione: la bonifica del terreno; la piantagione dei primi alberi; l’apertura di strade; la costru- zione delle strutture necessarie. Visionario, progetta e fabbrica gli edifici per l’abitazione e i servizi essenziali a uno sviluppo struttu- rato e integrato: internati, scuole, laboratori, mulino, dispensario e maternità. Usa le risorse locali per gli edifici 12 MC DICEMBRE2017 inesistenti e la mancanza di strade e mezzi di trasporto rende tutto più isolato, lontano e diffi- cile. I due giovani missionari sono i primi cattolici a entrare nel Niassa e si stabiliscono a Man- dimba il 5 luglio 1926. Per circa due anni la prima preoccupazione è l’inserimento nel contesto so- ciale della regione. Per raggiungere al meglio questo obiettivo si dedicano all’appren- dimento della lingua Ciyao, cer- cando di conoscere gli usi e i co- stumi del popolo Ayao, compito in cui mettono sempre maggior impegno nella misura in cui cre- sce in loro l’amore per la gente e la sua terra. Mentre sono a Man- dimba dedicano il loro tempo allo studio e all’individuazione e pre- parazione delle strategie future. Uno stratega della missione Dopo essersi dedicato all’osserva- zione e allo studio, padre Calandri sceglie, ai piedi del Monte Mas- sangulo, il terreno adatto alla sede della missione. E lì, in pieno Niassa, nel mese di maggio del 1928, fonda «Nostra Signora della Consolata di Massangulo». Uomo metodico, padre Calandri impiegando l’argilla per la produ- zione di mattoni e tegole. Attra- verso un ingegnoso sistema di ca- nali capta l’acqua da una sor- gente nel monte Massangulo per la missione, ottenendo così una risorsa essenziale per tutte le ini- ziative. Investe nell’agricoltura e nell’allevamento di bovini, nei la- boratori di falegnameria, carpen- teria e di calzature, per l’auto- mantenimento e il commercio, e anche nella stampa e rilegatura di libri. Coinvolge la gente in tutte le atti- vità. Integra gli alunni della mis- sione nel lavoro e li forma in modo da poter essere autonomi e capaci di sognare e osare una vita diversa e migliore. Lavora sempre in collaborazione con altri missionari: i padri An- gelo Lunati e Luigi Wegher e i fra- telli Giuseppe Benedetto, Lo- renzo Baroffio e Ugo Versino, e con il sostegno delle suore mis- sionarie della Consolata e dei ca- techisti locali. Il dialogo e la cooperazione con i musulmani Nei primi tempi non tutto è facile. Dopo la fondazione di Massan- gulo, padre Calandri e i suoi com- pagni sperimentano l’ostilità di due capi Ayao musulmani, che non vogliono un’altra religione nella loro terra. Sopporta pazientemente in quei primi anni l’atteggiamento ostile della popolazione verso la mis- sione e i missionari. Le relazioni di buon vicinato e il lavoro paziente poco a poco danno frutti e l’osti- lità lascia il posto a un buon rap- porto di collaborazione e ri- spetto. MOZAMBICO Sopra in alto : a Mandimba, il 2 ottobre 1927 padre Calandri insegna a leggere e scrivere. Qui a sinistra e sopra : mappa del Mozam- bico con localizazione del Niassa e della missione di Massangulo. #

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