Missioni Consolata - Ottobre 2017

- il plasmodium - è stato ben compreso. Le tonnellate di Ddt sparse dagli americani con il piano della fondazione Rockefel- ler (1925-1950, in particolare in Sardegna, ndr ) hanno effettiva- mente debellato la malaria ma certo non ha sterminato tutte le zanzare Anopheles che possono portare nuovamente la malattia. Già nell’anno 1970 l’Organizza- zione mondiale della sanità (Oms) aveva dichiarato l’Italia «li- bera da malaria» di origine au- toctona. Ecco perché - oggi - ci sono così tanti sforzi nel provare che l’origine di questi casi è esterna all’Italia. Tenendo conto che il periodo di incubazione è da una a due settimane, si può risa- lire facilmente al luogo di infe- zione senza doversi arrampicare sui vetri alla ricerca di ragioni fan- tascientifiche. Se viene appurato che l’origine è autoctona, perde- remo lo stato di Malaria free zone . Il metodo del «rasoio di Oc- cam» ci può aiutare anche qui: la spiegazione più semplice è quella vera. Cosa ci portano le zanzare (le Anopheles e le altre) Ma che cosa è la malaria? Su qua- lunque motore di ricerca di inter- net si trovano valanghe di infor- mazioni, anche contrastanti, ma la realtà è molto semplice. La col- pevole è sempre lei, la zanzara femmina del genere Anopheles , di cui esistono almeno 82 specie nel mondo. Se infettata dal pla- smodium può procurare la mala- ria i cui segni clinici sono molto diversi a seconda degli individui, ma a tutti causa febbri alte a in- termittenza, sudorazione, vo- mito, diarrea, tosse etc. Intanto, altre zanzare ci portano altri pa- rassiti: la zanzara tigre ci porta la chikungunya, un virus abbastanza debilitante (che molti missionari già conoscono per esperienza di- retta); la culex ci regala la filaria; la aedes porta la febbre gialla. Cosa succede quando una zan- zara infetta ci punge? Intanto la zanzara ci punge per succhiare il nostro sangue così ricco di ele- menti essenziali utili al suo orga- nismo che deve produrre uova per continuare la propria specie, e non per darci la malaria di cui soffre comunque anch’essa. La prima fase dell’operazione av- per la presenza del plasmodio ( foto ), causa anche un blocco della circolazione capillare, a volte nel cervello, causando il coma cerebrale. Inoltre la rottura della membrana dei globuli rossi ed il riversamento del plasmodio causa una reazione del corpo che produce febbre alta e altri sin- tomi. In una persona sana e senza problemi, qualche inie- zione di norma non provocherà una malaria conclamata, ma molte infezioni successive su un soggetto debole, bambini o ma- lati, può portare a malarie serie. Le specie di plasmodium Anche nel genere plasmodium vi sono diverse specie, se così si può dire, che vengono diagnosti- cate in laboratorio con metodo- logie differenti. Il falciparum è la specie più pericolosa e procura la malaria maligna o terzana mali- gna, seguito dalla specie vivax della terzana benigna, che è più clemente. Altre due specie sono la malariae e l’ ovale . Se non bastasse, a volte vi sono infezioni miste con i vari tipi. Le diverse specie sono poi indivi- duate con strumenti di vario ge- nere: alcuni noti da molto tempo come la colorazione a base di eo- sina e metilene, altri con le tecni- che più evolute basate sulla im- munologia e biologia molecolare. In pratica, la diagnosi con colo- ranti viene fatta leggendo uno striscio di sangue del paziente a cui sono aggiunti i rea- genti sotto un micro- scopio con illumi- nazione naturale o attinica. Per le diagnosi rapide si usano strisce immu- nologiche di ri- conoscimento rapido, utiliz- zabili sul campo e senza microscopio, usa- bili da chiunque, anche dal paziente stesso. Ultimamente si procede alla tipizzazione del ceppo di plasmo- dio con l’uso del Pcr ( Polymerase chain reaction ) che però richiede tempo, personale specializzato e ingenti risorse economiche. Negli screening di massa si vo- OTTOBRE2017 MC 63 viene così e spiega perché non ci accorgiamo della sua puntura fin dopo che abbia fatto il suo lavoro ed è proprio in questa fase che ci passa il plasmodio. Ecco il con- tatto zanzara-uomo in 4 fasi: F ASE 1 : la zanzara non ci vede ma segue la traccia di anidride carbo- nica che ci lasciamo dietro. F ASE 2 : la zanzara si posa sulla pelle e attraverso due palpi late- rali allo stiletto sente la presenza dei vasi sanguigni. F ASE 3 : la zanzara rigurgita un li- quido anestetico che le permette di introdurre il suo stilo senza che sentiamo dolore fino ad opera- zione fatta. F ASE 4 : lo stilo è in posizione e l’o- perazione pompaggio del sangue comincia fino a sazietà. Una profilassi alla puntura sta nel- l’ingoiare vitamine del gruppo B6 che impartirebbe al corpo un odore che dispiace alla zanzara. Non si sa se funzioni o meno ma certamente questa idea non spiace all’industria farmaceutica. Le fasi del plasmodio sono tre: fase schizogonica, gametogonica e sporogonica. A ognuna di queste fasi corrispondono delle caratteri- stiche che aiutano gli specialisti a diagnosticare quale sia il pro- blema. Il plasmodium in azione Il plasmodium iniettato dalla zan- zara entra nei globuli rossi e co- mincia a crescere e dividersi au- mentando in numero e vo- lume finché non causa la rottura della membrana del globulo rosso infestando il sangue, lo stesso san- gue che sarà risucchiato da altre zan- zare e verrà rimesso nel sangue di qualche altra persona ( grafico a pag. 64 ). Questa perdita di glo- buli rossi, portatori dell’os- sigeno indispensabile a ogni cel- lula, causa una sua mancanza e quindi limita la produzione di energia, determinando un calo delle prestazioni fisiche. La pre- senza di globuli rossi deformati MC R

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