Missioni Consolata - Ottobre 2017

OTTOBRE2017 MC 61 MC A da altre agenzie e dai paesi del Golfo, e tornati nel proprio paese o in quello di residenza, e poi coinvolti in attacchi terroristici. Cui prodest? Come detto, Salman era britan- nico: nato nel 1994 a Manchester da genitori libici. «Suo padre, Ramadan Abedi, era un ufficiale dei servizi segreti li- bici, prima di essere reclutato da- gli inglesi - scrive il sito Vietato- parlare.info 6 -. La sua copertura fu bruciata accidentalmente da un parente della moglie, Samia Tabal, poco dopo il fallimento di una vasta cospirazione dell’eser- cito libico per uccidere Muammar Gheddafi. Quest’ennesima con- giura contro Gheddafi innescò non solo una delle più grandi pur- ghe nei servizi di sicurezza, ma la dissoluzione delle Forze Armate libiche, sostituite da ciò che Gheddafi chiamò “popolo in armi”, concetto vagamente ispi- rato ai sistemi svizzeri e svedesi di difesa logistica e che si rivelerà fa- tale nel 2011, quando la Libia fu attaccata dalla Nato. Fu il servizio segreto inglese che si occupò dell’esfiltrazione o fuga della fa- miglia Abedi dalla Libia. Ufficial- mente, Abedi fuggì dalla dittatura di Gheddafi rifugiandosi nel Re- gno Unito. Gli Abedi risiedettero prima a Londra, per poi trasferirsi nel sobborgo di Manchester dove risiedettero per oltre un decen- nio. Come molti giovani delle pe- riferie delle città europee, Salman crebbe senza riferimenti e mostrò particolare entusiasmo verso la cosiddetta “primavera araba” al punto di voler unirsi ai ribelli li- bici. Ciò naturalmente attirò su- bito l’attenzione dei servizi se- greti inglesi responsabili della perlustrazione della periferia cer- cando candidati disposti a sacrifi- carsi in battaglia contro i nemici di Sua Maestà, in nome di Allah. (...) La polizia inglese rivelava rapi- damente l’identità del presunto terrorista, suggerendo che non fosse solo conosciuto, ma super- visionato dagli agenti che segui- vano l’ambiente da cui prove- niva». La lunga citazione solleva vari in- terrogativi. Questi giovani esaltati sono «asset», strumenti umani da utilizzare all’occorrenza? Si tratta, come abbiamo visto, di persone note, che hanno partecipato a ri- volte arabe, che entrano e escono dai paesi dove risiedono e da quelli dove vanno a fare il «jihad» per anni appoggiato dall’Occi- dente. Ora, l’aver pensato che questi giovani - con la loro visione radi- cale e estrema di una politica reli- giosizzata o di una fede politiciz- zata, condita con problemi sociali e personali - non costituissero un «problema» anche in loco, è dav- vero poco credibile. L’esito, come sempre, è la morte di innocenti. Nel caso di Manche- ster, adolescenti e bambini. Al di là dell’orrore e della rabbia che tali azioni suscitano, do- vremmo continuare a porci la sana domanda: cui prodest ? Angela Lano (quarta puntata - continua) N OTE (1) Lo hijab è il foulard che copre il capo incorniciando il viso; il niqab è il velo nero integrale, che copre anche il volto lasciando scoperti solo gli occhi. (2) Fonte: Dounia Bouzar. Link: http://www.bouzar-expertises.fr/me- tamorphose (3) Dossier MC, Sventola bandiera nera 2 , marzo 2016. (4) Fonte: Jon Sharman, Kim Sen- gupta, Salman Abedi: Police probe Libyan links of Manchester bomber who killed 22 , 23 maggio 2017, www.independent.co.uk/ (5) Nelle prossime puntate parleremo dei casi della Tunisia e della Libia. (6) Fonte: L’attentatore di Manche- ster era vicino ai servizi segreti inglesi , 24 maggio 2017, www.vietatopar- lare.it (traduzione di un testo apparso su strategika51.wordpress.com) . © Lawrence

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