Missioni Consolata - Ottobre 2017

28 MC OTTOBRE2017 schede telefoniche. «Questi mi- granti che hanno ricevuto da Nawal abbracci, consigli, alimenti, pannolini…, quando sono arrivati in Germania, in Svezia, hanno scritto ai loro parenti e amici: “Guardate che questa ragazza è fantastica, ci ha aiutati”. E, tra- mite i social, è girata la voce». Una voce amica Ma perché i migranti in difficoltà preferiscono chiamare lei invece della Guardia costiera? «L’idea che si è fatta lei a quei tempi è che preferiscono usare un nu- mero di una persona che parla arabo. La Guardia costiera non ha un servizio di operatore arabo 24 ore su 24. È vero che i profughi potrebbero comunicare in in- glese, però in quelle situazioni, in stato di panico, al buio, in una barca che rischia di affondare, per chiedere aiuto, se c’è una persona che parla la tua lingua e che poi avvisa la Guardia costiera, è più facile. Credo che il suo nu- mero sia un po’ ovunque. I mi- granti si mettono i numeri di te- lefono dappertutto, se lo cuciono sui vestiti, per paura di perderlo. Il passaggio è semplice: sanno che a quel numero risponde una persona che li può aiutare». Favoreggiamento? Biella, nel suo libro, a un certo punto racconta di una strana chiamata ricevuta da Nawal: un uomo le dice che riceverà una de- nuncia - poi mai arrivata - per fa- voreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ai tempi erano an- cora distanti le polemiche che dalla primavera del 2017 e nei mesi successivi avrebbero colpito le Ong, accusate in modo genera- lizzato di essere complici dei traf- ficanti di uomini. «La cosa triste, in questo periodo in cui si attacca “l’umanitario” - ci dice l’autore del libro -, è vedere che anche Nawal è finita nel tritacarne 3 . Con conseguenti insulti sui social network. Sono cose che rischiano di distoglierla da quello che fa. Nawal dice: “Devo perdere tempo ad argomentare queste cose, quando sto solo aiutando nell’emergenza le persone”». dalle frontiere Dall’estate del 2013, il nome e il numero di telefono di Nawal sono diventati sempre più di do- minio pubblico. Questo com- porta, oltre al disagio di venire coinvolta in polemiche politiche e ideologiche, anche il fatto che sono sempre più varie le chia- mate di emergenza che la rag- giungono. Nonostante siano an- cora soprattutto siriani a contat- tarla, ora ci sono persone anche di altre nazionalità, e richieste di soccorso di altro tipo. «Se non chiamano dal mare, chiamano da altre situazioni problematiche. Ad esempio dalle frontiere. “Siamo in questo centro e abbiamo su- bito abusi”, “Sono mesi che siamo fermi qui, cosa facciamo?”. Lei vede qual è la situazione e cerca canali per risolverla: con- tatta avvocati, volontari, ecc. Ad esempio, poco tempo fa ha rice- vuto una chiamata dalla Malesia da un profugo siriano - non fug- italia-mediterraneo Natalia Tsoukala/Caritas nternational_CAFOD Photo Library/flickr com Natalia Tsoukala/Caritas nternational_CAFOD Photo Library/flickr com

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