Missioni Consolata - Giugno 2017

52 MC GIUGNO2017 contrato monS . m tAnIouS H AddAd , archimandrita della Chiesa mel- chita (chiesa cattolica di rito bi- zantino e lingua araba), a tre anni di distanza dalla prima intervista. Nel frattempo la guerra siriana si è incancrenita e la speranza di tornare alla Siria di un tempo si è assottigliata, anche se mons. Had- dad - nativo di Yabroud (Dama- sco), per anni in Libano e Terra- santa - rimane fiducioso, forse in virtù del suo ruolo più che per reale convinzione. Quando lui parla della sua «amata Siria» lo fa con grande partecipazione, quasi senza prendere il respiro e agi- tando le mani. Non ha vie di mezzo, mons. Haddad: parla chiaro e senza giri di parole, pur scusandosi - di tanto in tanto - per il fatto di dire una verità sco- moda. Fastidosa perché diversa e spesso opposta da quanto viene normalmente raccontato. «Siriani, non lasciate la vostra terra» mons. Haddad, sono trascorsi tre anni dal nostro primo incon- tro. da allora com’è cambiata la situazione nella sua Siria, en- trata ormai nel settimo anno di guerra? «È sempre la mia amata Siria. Mi auguro che il settimo anno non ar- rivi. Vorrei dare un messaggio di speranza: torneremo a vivere in Si- ria. Purtroppo, questi ultimi anni sono stati duri e difficili. La po- vertà è cresciuta. L’emigrazione dei siriani, sia musulmani che cri- stiani, è aumentata. Sia verso la Turchia che il Libano e l’Europa e l’America. I nostri 5 patriarchi d’Antiochia (Chiesa ortodossa si- riaca, Chiesa greco-ortodossa, Chiesa cattolica sira, Chiesa catto- lica maronita, Chiesa cattolica greco-melchita, ndr ) hanno detto (8 giugno 2015, ndr ): “Non lasciate la vostra terra”. Ma non è facile». In queste condizioni, in cosa lei riesce a intravvedere una spe- ranza? «Nell’arrivo della Russia. Non solo per l’esercito, ma anche per il suo ruolo di pacificazione. La base mili- tare russa di Hmeimim (nel nord est della Siria vicino a Ltakya, ndr ) è diventata un centro di riconcilia- zione tra siriani». Il presidente Assad e i media Qual è il suo pensiero rispetto al presidente Assad? «Vorrei dare un saluto a questo si- gnore che rimane sempre il presi- dente legittimamente eletto. E fi- nora ha lottato per conservare e difendere l’unità del suo paese e dei siriani. Dobbiamo rispettare questo presidente che non agisce per sé, né per la sua appartenenza religiosa. Non lo abbiamo mai sen- tito parlare a nome dell’islam. Lui parla a nome della Siria. E questo gli fa onore». Eppure non passa giorno senza che i media non accusino Assad di ogni nefandezza, compreso l’uso di armi chimiche. Come lo spiega? «Mi spiace vedere il comporta- mento dei mass media europei. La sera io ascolto Al Arabiya (emit- tente degli Emirati Arabi con sede a Dubai, ndr ) e Al Jazeera (emit- tente del Qatar con sede a Doha, ndr ). Poi, al mattino seguente, mi accorgo che i mass media tradu- cono quello che hanno detto le due emittenti arabe. Da sei anni viene ripetuto lo stesso concetto: che Assad è un dittatore, defini- zione ripresa da Obama e dalla Clinton. E l’Europa di seguito: “As- sad ha perso la sua legittimità”, “Assad deve andarsene”. Assad in- vece deve finire il suo legittimo mandato. L’Europa non vuole am- mettere che un presidente è ga- rantito dal suo popolo e lui è il ga- rante del popolo». Putin ed Erdogan Lei ritiene positivo l’intervento della Russia di Putin in Siria? «Sì, lo vedo come portatore di pace. Abbiamo visto che la loro presenza è importante. Prima a li- vello militare: hanno distrutto mi- gliaia di obiettivi di Isis-Daesh e migliaia e migliaia di cisterne che portavano fuori dai confini il pe- trolio siriano. In tanti traevano profitti dalla guerra in Siria. L’ar- rivo di Putin ha dato fastidio al- l’Europa e all’America (che già da tempo hanno decretato l’embargo contro la Russia). Questo paese è arrivato con la sua forza militare per dire “basta”: ba- sta al furto del petrolio siriano, ba- sta all’arrivo nel paese di migliaia di terroristi attraverso la Turchia. Allo stesso tempo i russi hanno portato tonnellate di cibo e medi- cine. E hanno perso due medici in SIRIA A sinistra : in questa e nelle pagine se- guenti alcuni momenti dell’intervista a mons. Mtanious Haddad, siriano di Ya- broud (Damasco), archimandrita della Chiesa melchita, dall’ottobre 2006 a Roma dopo aver operato tra Libano e Terrasanta. # «Assad è il legittimo presidente della Siria». © Paolo Moiola

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