Missioni Consolata - Maggio 2017

58 MC MAGGIO2017 provocare stress ossidativo e di- sfunzioni mitocondriali nelle cel- lule. Nel 2006 fu pubblicato su Lancet l’articolo Developmental neurotoxicity of industrial chemi- cals di Grandjean P. e Landrigan P.J., contenente un primo elenco di 202 sostanze chimiche capaci di danneggiare il cervello in via di sviluppo tra pesticidi, solventi, metalli pesanti, diossine e altro. Successivamente oltre 1.000 so- stanze hanno mostrato neurotos- sicità in esperimenti di laborato- rio su animali. Secondo gli autori, già allora si poteva affermare che un bambino su sei avrebbe pre- sentato danni documentabili al si- stema nervoso e problemi funzio- coordinatore del comitato scientifico Isde Italia ( Inter- national Society of Doctors for Environment ), «i geni hanno bisogno di qualcosa per sapere come lavorare» e «ciò che avviene nei nove mesi di gestazione può es- sere più importante di quanto avverrà nel corso della vita». Questi concetti sono stati chiariti da Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo nonché medico dell’ambiente (Isde), la quale afferma che «il genoma è qualcosa che continuamente si modella e si adatta a se- conda dei segnali fisici, chimici e biologici con cui entra in contatto. L’epigenetica ci ha svelato che è l’ambiente che modella ciò che siamo, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia. Questo vale sia per lo sviluppo del nostro cervello che per l’insorgenza dei tumori». Il cervello vulnerabile Si sa che il cervello in via di svi- luppo, specialmente durante la vita intrauterina, è un organo de- licatissimo ed estremamente sen- sibile alle sostanze tossiche ed inoltre è l’unico organo in cui è presente tessuto grasso. È evi- dente che per sostanze tossiche lipofile - come, ad esempio, pesti- cidi e diossine - il cervello rappre- senta l’organo bersaglio ideale. L’inquinamento atmosferico è dato da svariati elementi con azione neurotossica, capaci di nali e comportamentali tra cui deficit intellettivo, sin- drome di iperattività, auti- smo, deficit dell’attenzione, dislessia, discalculia. Se- condo Grandjean «i cervelli dei nostri bambini sono la nostra più importante ri- sorsa economica e noi non abbiamo capito quanto essi siano vulnerabili, noi dob- biamo fare della prote- zione dei giovani cervelli il più grande obiettivo di sa- lute pubblica; c’è una sola occasione per sviluppare un cervello». Numerose ri- cerche hanno confermato come l’esposizione a pesti- cidi organofosfati durante la vita fetale si associ ad esiti negativi nella sfera cognitiva, comportamen- tale, sensoriale, motoria e sul quoziente intellettivo. Alcuni studi inoltre hanno evidenziato un maggiore rischio di autismo per esposizione a particolato Pm2.5 proveniente dai motori diesel o per chi vive in prossimità di autostrade. In un recente stu- dio caso-controllo del 2015 con- dotto sulla coorte (insieme di in- dividi aventi sperimentato lo stesso evento, ndr ) delle infer- miere americane (116.430 di età 25-43 anni) residenti in 50 stati è stata indagata l’incidenza di figli con diagnosi di disordini dello spettro autistico nati fra il 1990 e il 2002. Sono stati identificati 245 bambini con Asd e 1522 controlli sani. Si è messo in relazione l’indi- rizzo materno durante la gravi- danza con i livelli di Pm 2.5 regi- strati mensilmente e si è eviden- ziato un rischio molto aumentato e statisticamente significativo tra le mamme esposte ad inquina- mento da polveri sottili durante la gravidanza, in particolare nel terzo trimestre. Proprio nell’ul- timo trimestre della gravidanza inizia la sinaptogenesi , cioè la for- mazione delle sinapsi ovvero le Madre Terra © Global Water Forum, 2012 In alto : la locandina del docufilm «Tommy e gli altri» (marzo 2017) sui bambini autistici divenuti adulti. A sinistra : inquinamento ambientale. Pagina seguente : inquinamento am- bientale e uno schema per compren- dere l’influenza dell’ambiente sulla vita dell’embrione e dell’adulto. #

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