Missioni Consolata - Maggio 2017

MAGGIO2017 MC 15 nelle milizie o sono scappati. Il papa è cosciente della situazione, per cui vuole intervenire. Anche le Nazioni Unite non riescono a sod- disfare tutte le esigenze. Il go- verno non lascia creare i corridoi umanitari per portare il cibo. E la gente ha iniziato a morire». Il Sud Sudan è anche al collasso dal punto di vista economico. La moneta ha visto una svalutazione dell’850% nel 2016. «La banca centrale deve farsi prestare la va- luta dalle banche commerciali ugandesi e keniane, perché non ha riserve e paga gli interessi. Molti stranieri dei paesi confi- nanti dell’Africa dell’Est (Uganda, Kenya, Etiopia, ecc.), che manda- vano avanti attività di tipo econo- mico se ne sono andati. Tutto si è paralizzato». Alleanze e risorse I pozzi di petrolio rimasti attivi sono pochi. La strategia dei ribelli era di impedire le estrazioni per bloccare l’economia e i finanzia- menti al governo. Nonostante questo, però, l’esercito di Kiir ha armi nuove come gli elicotteri da combattimento con i quali bom- barda. È appoggiato da Russia, Ukraina, Israele. La Cina compra il petrolio. I ribelli sono molto meno armati, ma riescono comunque ad ottenere dei successi sul terreno. «Bisogna capire chi sponsorizza i ribelli. Gli interessi in campo sono molti: acqua (il Nilo), minerali, fo- reste. E poi il transito del petrolio, che porta soldi e prestigio. Attual- mente gli oleodotti vanno tutti verso Nord, verso il Sudan, ma il Kenya sta costruendo un porto a Lamu, che sostituirà quello di Mombasa e vorrebbe farci arri- vare un oleodotto dal Sud Sudan dal Jonglei, passando per Isiolo. Anche l’Etiopia vorrebbe che il pe- trolio sud sudanese passasse sul suo territorio, per andare al porto di Gibuti. Sono progetti enormi, del valore di diversi miliardi di dol- lari. L’Uganda invece è da sempre alleata di Salva Kiir». Così i capi guerriglieri fanno accordi con i go- verni interessati e ottengono armi in cambio di promesse di vantaggi futuri. Padre Daniele ha visto le varie fasi della storia del Sud Su- dan. Oggi ha poche speranze. «Non si vedono grandi sbocchi. Speravamo che questa nuova ini- ziativa del governo fosse sincera. Siamo all’assurdo: miseria, fame, insicurezza generale, fuga dal paese. Tutti segni negativi. Un’iniziativa positiva darebbe una speranza alla gente. Il governo ha fallito e non vuole ammetterlo. Anche i ribelli saccheggiano, ru- bano, stuprano. Nel paese si ha paura dei propri giovani, un ab- bruttimento di chi dovrebbe pro- teggere i cittadini ed è diventato fautore di violenze continue. Ora la speranza è rappresentata solo dalle chiese. Spero davvero che papa Francesco vada in Sud Su- dan il prima possibile». Marco Bello MC A Qui : un gruppo di donne sfollate in attesa di ricevere materiali dalle Ong umanitarie. A destr a: uomini del Spla, esercito governa- tivo, di stanza nel Nord del paese. In centro : villaggio nello stato Eastern Equatoria. Sotto : due donne con il pacco standard di aiuti non cibo. # © Af MC © Charles Atiki Lomodong / AFP

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