Missioni Consolata - Aprile 2017

Noi Rakhine non traiamo alcun vantaggio da questi investimenti», mi dice Kyal Nyein Han, un abitante del villaggio di Maday. Senza volerlo Kyal Nyein Han ha toccato un’altra conseguenza del conflitto in atto con i Rohingya. Le compagnie che investono nel Rakhine necessitano di manodopera a basso costo e la disponibilità nello stato non è sufficiente rispetto alla qualità e quan- tità di domanda. I Rohingya avrebbero potuto rap- presentare una soluzione, ma molti di loro sono confinati nei campi profughi in Myanmar o nel Bangladesh, altri sono fuggiti in Malesia, Thailan- dia o Indonesia, altri ancora sono emigrati nei paesi arabi. La diaspora dei Rohingya: in Bangladesh, Thailandia, Malesia e Indonesia La diaspora Rohingya ha come risultato, oltre che privare di preziosa manodopera il paese, di fomen- tare il malessere delle famiglie musulmane nel Ra- khine, molte delle quali sono costrette a dividersi. Il deterioramento della situazione nel Rakhine e la paura di una destabilizzazione del paese, secondo Aung San Suu Kyi sarebbero da attribuirsi alla faci- lità con cui i musulmani possono varcare il confine birmano-bengalese. «Io e il mio partito abbiamo sempre sostenuto che il governo avrebbe dovuto controllare e far rispettare il confine tra Birmania e Bangladesh. Per anni nessuno se n’è occupato con il risultato che migliaia di immigrati clandestini oggi sono in territorio birmano. La radice del problema è tutta qui, oltre al fatto che in Birmania c’è la paura che elementi esterni possano destabilizzare il paese» 29 . Myanmar e Bangaldesh si sono sempre rimpallati il «disturbo» dei Rohingya: il governo birmano, defi- nendoli bengalesi, afferma che sono cittadini del vi- cino stato islamico, mentre Dacca li rispedisce al mittente in quanto, da decenni, residenti nel Ra- khine. Nel Bangladesh vi sono solo due campi ufficial- mente riconosciuti dal governo e gestiti dall’Unhcr: quelli di Nayapara (o Noapara) e di Kutupalong che ospitano rispettivamente 19.000 e 14.000 Rohingya. Accanto a questi vi sono altri insediamenti conside- rati illegali: Shamlapur, in cui vi sarebbero 8.000 ri- fugiati, Leda, con 15.000 persone e altri 30.000 Ro- hingya si sarebbero stabiliti nel campo di Kutupa- long senza essere registrati. Questo significa che l’Unhcr ha una capacità logistica di gestire la situa- zione dei profughi inferiore a quella reale. 46 MC APRILE 2017 D © Januar / AFP Sotto : un barcone di migranti rohingya - rifiutato dalle autorità dell’Australia - fa rotta verso le coste di Aceh, in Indonesia (20 mag- gio 2015). Pagina accanto : la mappa riporta le principali rotte - via mare e via terra - seguite dai trafficanti di uomini per trasportare i profughi rohingya in Bangladesh, Thailandia, Malesia e Indonesia. D

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