Missioni Consolata - Marzo 2017

strada a una magistratura final- mente indipendente. Nonostante la corruzione del sistema politico e sebbene il parlamento continui a dimostrarsi permeabile agli inte- ressi della criminalità organizzata, la riforma della giustizia è passata all’unanimità. La stampa interna- zionale e le istituzioni europee hanno salutato con soddisfazione il «risultato epocale», fingendo di non sapere che nei giorni imme- diatamente precedenti la delega- zione Ue e l’ambasciatore ameri- cano in persona avevano minac- ciato i deputati albanesi di pesanti ritorsioni nel caso in cui avessero votato contro. In attesa che il fu- turo ci dimostri che in questo caso il fine europeo ha giustificato i mezzi, è doloroso constatare come una volta superato lo stra- potere di Berisha la «democrazia albanese» non possa ancora to- gliersi le virgolette. Ammessi i ritardi socio economici, dopo vent’anni di sviluppo caotico 30 MC MARZO2017 • 1992 : primo accordo di «commercio e coopera- zione» con l’Ue: l’Albania accede ai finanziamenti del programma comunitario «Phare», ideato per aiu- tare i paesi dell’Europa centrale e orientale. • 1996 : comincia la guerra del Kosovo. • primavera 1999 : la Nato interviene in Kosovo po- nendo fine al conflitto. • novembre 2000 : il vertice di Zagabria lancia il processo di stabilizzazione e associazione, la politica quadro dell’Ue sui Balcani occidentali. • 12 giugno 2006 : Albania e Ue firmano l’Accordo di associazione e stabilizzazione (Asa). • 17 febbraio 2008 : il Kosovo dichiara unilateral- mente la propria indipendenza e la costituzione in Repubblica. • 1 aprile 2009 : l’accordo Asa entra in vigore. • 28 aprile 2009 : il governo albanese presenta do- manda di adesione all’Ue. • 15 dicembre 2010 : entra in vigore la «liberalizza- zione dei visti», i cittadini albanesi possono accedere (e fino a tre mesi sostare) nell’area Schengen senza richiedere visto turistico. • 16 ottobre 2013 : la Commissione europea pro- pone che venga conferito lo status di candidato all’Albania. • 24 giugno 2014 : il Consiglio europeo concede al- l’Albania lo status di paese candidato. • novembre 2016 : l’ultimo Report della Commis- sione dà conto dei progressi del paese, ma rimanda l’apertura dei negoziati di adesione evidenziando di- verse mancanze strutturali: dalla corruzione del si- stema politico alla lotta alla criminalità organizzata, dalla libertà di espressione alla tutela delle mino- ranze (con particolare riferimento all’etnia Rom). I criteri per aderire all’Unione europea sono stati fissati a Copenaghen nel 1993. Si tratta di criteri politici (il paese candidato deve garantire la de- mocrazia, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e la tutela delle minoranze), di criteri econo- mici (il paese candidato deve possedere un’economia stabile, capace di sostenere la concorrenza) e di cri- teri giuridici o di adozione dell’«acquis comunitario» (il paese candidato deve essere dotato della capacità di recepire la normativa europea e di adempiere gli obblighi inerenti all’adesione). La concessione dello status giuridico di «paese candidato» non implica l’apertura dei negoziati né tanto meno l’ingresso nel- l’Unione. Ne sanno qualcosa Turchia e Macedonia, formalmente candidate dal 1999 e dal 2005. Ni.Pe. L’Albania e l’Unione europea La strada (impervia) dell’adesione Tirana ha lo status giuridico di «paese candidato». Ora non resta che aspettare (come altri in attesa). ALBANIA Qui sopra : una bambina scatta una foto all’interno del cosiddetto «Bunk’Art», l’ex rifugio militare fatto costruire da Hoxha tra il 1970 e il 1972 vicino a Tirana e aperto al pubblico nel novembre del 2014. In alto a destra : un paesaggio dell’Albania rurale. | In basso: un’anziana donna del villaggio di Vermosh. # © Olsi Qazimi

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