Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017

22 MC GENNAIO/FEBBRAIO2017 P er la mia generazione l’Europa unita era un bellissimo sogno, in grado di far battere il cuore. Guardavamo sereni al processo di unificazione, confidando in un avve- nire di pace, cooperazione e svi- luppo non solo per noi europei, ma per il mondo intero. A scuola e nelle università ci parlavano di Altiero Spinelli, Robert Schuman e Konrad Adenauer, spiegandoci che il pro- getto di un’Europa forte e coesa era il frutto della loro grande statura politica e morale. Nel corso degli anni questo sogno si è pian piano sgretolato sotto le ri- gide imposizioni del mercato, gli egoismi nazionali e lo strapotere delle tecnocrazie. Oggi nessun gio- vane sogna grazie all’Europa, anzi l’appartenenza europea suscita ap- prensione, è considerata, a ragione o a torto, la causa della disoccupa- zione e dell’impoverimento delle nuove generazioni. Se si chiede a un giovane cosa rap- presenti per lui l’Unione europea, la risposta più benevola è: burocrazia, eccesso di regole, costi esagerati, vertici inconcludenti. Ancora più tri- ste sarebbe una risposta come: l’Eu- ropa è un giogo per i più deboli, un’inespugnabile fortezza per i po- veri del mondo. Non è una bella Europa quella che non apre le braccia a chi fugge dalla guerra e dalla miseria, che non si commuove di fronte alle migliaia di esseri umani che affogano nel Medi- terraneo, che lascia soffrire di stenti e freddo chi si ammassa lungo i suoi confini. Le idee e le parole che influenzano le scelte dei politici europei sono paura, minaccia, respingimenti, muri. Le stesse idee e parole che circolano tra la gente e ispirano il voto popolare più rozzo. Ne consegue che l’accordo sulle quote, che pure riguarda numeri trascurabili - un totale di 160mila trasferimenti entro il 2017 - è bloc- cato da mesi, mentre l’Ue ha deciso di versare alla Turchia 3 miliardi di euro (e altri 3 nel 2018), perché si faccia carico dei migranti che essa non vuole, invischiandosi mala- mente con l’arrogante Recep Tayyp Erdogan che calpesta sistematica- mente i diritti umani e viola le con- venzioni internazionali. Si è creato un orribile circolo vizioso tra governanti e governati dove nessuno ha l’autorevolezza di pro- porre una visione differente. Per questo ci ha favorevolmente colpito la presa di posizione di Mat- teo Renzi che, lo scorso novembre, ha posto il veto sul bilancio euro- peo, un gesto che, nella pratica, ha solo un effetto dimostrativo, ma ri- veste un alto significato politico: non vogliamo che si costruiscano muri con il denaro che l’Italia versa alla Ue. A nche Emma Bonino, già sti- mata commissaria Ue e con- vinta europeista, ha predi- sposto una sorta di prontuario sul- l’immigrazione in cui sfata i falsi miti che alimentano sospetto e ri- fiuto. Dimostra ad esempio che la cosid- detta invasione degli stranieri è un inganno: nell’Unione europea, su 510 milioni di residenti, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni). La quota di stranieri varia notevol- mente tra i paesi europei: il 10% in Spagna, il 9% in Germania, l’8% nel Regno Unito e in Italia, il 7% in Francia. Paradossalmente i paesi più ostili al- l’accoglienza degli immigrati sono quelli che ne hanno di meno: la Croa- zia, la Slovacchia e l’Ungheria, ad esempio, ne hanno circa l’1%. Nel mondo ci sono 16 milioni di rifu- giati, ma solo 1,3 milioni sono ospitati nei 28 paesi dell’Unione europea, meno del 10%. Nel mondo i paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati sono la Turchia (2,5 milioni), il Paki- stan (1,6 milioni), il Libano (1,1 mi- lioni) e la Giordania (664mila). E ancora, in Europa solo il 5,8 per cento della popolazione è di religione islamica, mentre il terrorismo - che tuttavia ha ben poco a che fare con la vera religione - colpisce molto di più al di fuori dei confini europei: le nostre vittime rappresentano meno dell’1% del totale, perché le maggiori e conti- nue stragi avvengono in Siria, Afghani- stan, Iraq, Nigeria, Niger e Somalia, proprio nei paesi da cui fugge la mag- gioranza dei migranti. N el dibattito e nelle scelte euro- pee sull’immigrazione, l’Italia si distingue per umanità e capa- cità, e sono in gran parte italiani i mezzi e il personale, civile e militare, di pattuglia nel Mediterraneo, dove soccorrono decine di migliaia di esseri umani stremati. Non diamo retta alle proteste sguaiate della minoranza xe- nofoba, che purtroppo esiste anche nel nostro paese, godiamoci l’orgoglio di essere cittadini di una nazione che incarna nei fatti i valori della civiltà eu- ropea. Europa unita? Da speranza a delusione Un tempo i giovani vedevano l’Europa come portatrice di pace. Oggi l’Unione si associa a crisi, disoccupazione, respingimenti di migranti, paura. I populismi xenofobi guadagnano punti. Mentre l’Italia ha almeno il merito di puntare i piedi. Eticamente di Sabina Siniscalchi , Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA • Migranti | Cultura | Risorse • MC R

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=