Missioni Consolata - Aprile 2016

era diventato il comandante. Grazie alla sua capacità professionale i Cristeros non persero più una battaglia, sconfiggendo l’esercito federale dovunque, e tenendolo in scacco per anni, nonostante che quest’ultimo godesse di un massiccio appoggio economico e logistico da parte delle logge massoniche degli Stati Uniti. Una guerra, anche se di difesa, comunque provoca sofferenze, lutti e distruzione. La prova che il Messico ebbe ad affrontare fu devastante sotto ogni aspetto, il paese restò diviso tra zone control- late dai Cristeros e zone controllate dai Federali. L’econo- mia crollò, i morti furono decine e decine di migliaia, gli storici parlano di circa centomila vittime, contando an- che coloro che morirono di malattie e di fame nei campi di prigionia. La festa religiosa di Cristo Re era stata istituita da Pio XI nel 1925. «Viva Cristo Re» fu il grido che gli insorti adottarono per sostenersi a vicenda nei con- flitti che ebbero con i federali. Il grido di «Viva Cristo Re» si udiva sempre più frequente- mente e nella comunità cristiana lo si ripeteva in conti- nuazione. Insieme a questa invocazione si gridava anche «Viva la Vergine di Guadalupe», con ciò si riaffermava la divinità di Cristo Re dell’Universo e ci si po- neva con fiducia sotto la protezione della «Morenita» (così il popolo messicano chiama la Madonna di Guadalupe). La guerra della «Cristiada», con i suoi morti, i suoi martiri e i suoi umili eroi, è poco conosciuta anche in America Latina, al di fuori del Messico è pressoché igno- rata. È vero. Eppure siamo di fronte al caso ecla- tante di un esercito che vince tutte le bat- taglie ma perde la guerra perché depone le armi su richiesta dei propri vescovi, e di ri- flesso della Santa Sede, che volevano evi- tare un ulteriore bagno di sangue special- mente alla popolazione inerme ed inno- cente. Non furono le armi a sconfiggere i Cristeros, ma la diplomazia internazionale con gli Arreglos (accordi) del ’29, che pone- vano fine agli eventi bellici: la Chiesa accet- tava pesanti limitazioni pur di mantenere la libertà della pratica religiosa. I cristiani messicani diedero una bella te- stimonianza di fede nonostante l’uragano antireligioso che si era abbattuto sul tuo paese. Nella tormenta di quegli anni il Signore fece emergere persone meravigliose. Voglio ri- cordare in particolare un adolescente di ap- pena 14 anni: José Luis Sanchez Del Rio, che si unì ai Cristeros diventandone il loro portabandiera. Nel corso di una battaglia il piccolo Josè cedette la propria cavalcatura al generale Luis Guizar Morfin perché si mettesse in salvo dicendogli: «La vostra vita è più utile della mia». Catturato dai fe- derali non gli fu fatto nessun processo ma si accanirono su di lui percuotendolo e se- viziandolo, gli spellarono le piante dei piedi, lo fecero camminare sul sale e lo condussero al cimitero, dove esasperati dalle sue continue grida:« «Viva Cristo Re», lo uccisero con un colpo di pistola. APRILE 2016 MC 73 • Cristeros | Libertà religiosa | Resistenza | Martirio • MC RUBRICHE Padre Miguel, come ebbe inizio questa tragedia? Dopo il trentennale governo di Porfirio Diaz, un presi- dente che si era convertito dopo la morte della moglie, presero il potere elementi giacobini e radicali chiamati «gli uomini di Sonora», i quali fecero approvare dal parla- mento una costituzione ferocemente anti religiosa. La Chiesa accusata di essere retrograda e responsabile di te- nere il popolo nell’ignoranza dei propri diritti, fu privata di ogni possibilità di intervento sul piano religioso e so- ciale a favore della popolazione. Ovviamente questa era una campagna di menzogne fatte circolare ad arte in certi ambienti per privare la popolazione di un supporto istituzionale sicuro. Mai menzogna nel mio paese fu più ignobile di questa, in quanto i cattolici erano i più attivi nel paese. Il vivace lai- cato messicano aveva elaborato ambiziosi programmi di sviluppo ispirandosi all’enciclica «Rerum Novarum» di papa Leone XIII; inoltre c’erano associazioni di mutuo soccorso, patronati di beneficenza e una miriade di gruppi che si prendevano cura dei giovani e dei più po- veri. C’erano anche molte cooperative sociali, per aiutare i più bisognosi. Ma tutto ciò non fu sufficiente a fermare la crudeltà di chi aveva preso il potere. Certo che no. La requisizione dei beni fu ac- compagnata da uno spietato controllo poli- ziesco che impediva ogni forma di manife- stazione religiosa pubblica o privata. Questo spinse prima pochi gruppi di persone, poi in- teri villaggi a darsi alla macchia per conser- vare gli ideali e i principi religiosi che da se- coli caratterizzavano il popolo messicano. Nasceva così la «Cristiada», una resi- stenza armata per difendere la Chiesa e i cristiani. Questi rebeldes , come venivano definiti dal potere massonico, erano in gran parte con- tadini, ma tra le loro fila vi erano anche operai, impiegati, funzionari, avvocati, stu- denti e altra gente di città. La lotta era so- stenuta, nelle aree urbane, anche da una resistenza passiva che ricorreva a boicot- taggi, forniva false informazioni alle truppe federali e, nel contempo, cercava di far continuare la vita sacramentale, come era già avvenuto in passato nell’Inghilterra an- glicana e, solo pochi anni prima, nella Rus- sia sovietica. Quale ruolo ebbero le donne in questa insurrezione? Migliaia di donne, inquadrate nelle brigate di Santa Giovanna d’Arco, sfidando ogni sorta di pericolo, procuravano munizioni ai Cristeros i quali, lungo gli anni, erano cre- sciuti di numero arrivando a essere quasi cinquantamila combattenti. A causa dell’as- senza dei loro uomini dai villaggi, erano loro a portare avanti il lavoro nei campi, a orga- nizzare incontri di preghiera e a provvedere in ogni modo all’educazione dei figli. Cosa ha contribuito a far sì che i Criste- ros diventassero un’armata capace di tenere in scacco l’esercito regolare? Enrique Gorostieta, un generale che si defi- niva ateo ma affascinato dall’ideale dei Cri- steros , si era unito ai ribelli e in breve ne # A sinistra : fucilazione di pa- dre Miguel Augustin Pro il 23 novembre 1927. Prima della fucilazione chiese di pregare e poi si pose in piedi con le braccia aperte come il crocifisso. # Sopra : ritratto del beato José Sanchez del Rio e del beato Miguel Pro.

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