Missioni Consolata - Aprile 2016

DAI LETTORI Cari mission@ri APRILE 2016 MC 5 i russi/russofoni, natu- ralmente corrotti e mili- tareschi, che ciecamente frenano un legittimo in- terese ucraino. Purtrop- po la situazione è molto più complessa ed è da ingenui pensare che una nazione come quella russa si facesse sottrar- re una zona strategica come la Crimea dove ha sede la sua base navale. La verità è che la corru- zione c’è anche sull’altro fronte, per non parlare delle forze militaresche che sostengono il gover- no di Kiev e che la Comu- nità europea, sedicente esportatrice di valori (quali?), non ha esitato a sostenere dando loro il nome di forze moderate, espressione con la quale si identificano semplice- mente gli amici che fan- no gli interessi degli oc- cidentali che non in pochi casi sono quelli della Nato, purtroppo. Insomma, non voglio dire che sia tutto sbagliato ciò che produce quell’os- servatorio, ma varrebbe la pena dare voce anche all’altra campana che a mio parere ha anche buone ragioni. Andrea Sari 27/01/2016 Accogliamo le critiche al- l’articolo sull’Ucraina, ma non concordiamo con quelle fatte all’Obc. Rice- vere finanziamenti dall’U- nione europea non signifi- ca diventarne i lacchè. La collaborazione tra questa rivista e l’Obc è stata finora eccellente e gli articoli che ci ha offer- to su molti paesi e situa- zioni difficili sono stati di ottima qualità. Per questo li ringraziamo e continue- remo a pubblicare i loro servizi su una parte di mondo così vicina a noi eppure così sconosciuta. ANCORA SULL’UCRAINA Da un po’ di tempo seguo con interesse la vostra rivista apprezzandola, ma dopo la lettura del- l’articolo «Kiev non parla russo» del dicembre 2015 non posso fare a meno di scrivervi. Ben inteso, non ne contesto i contenuti, ritengo che quanto scritto sia plausi- bile e vero, ma la totale faziosità a senso unico contro la Russia mi ha sorpreso. Mi vengono spontanei quesiti e ri- flessioni che provo a ri- portare qui. Nell’articolo si dice ri- guardo la Crimea: colpo di mano militare russo; «omini verdi»; Anna che scappa in Italia; le spiag- ge vuote. L’autodetermi- nazione dei popoli vale solo quando fa comodo (Kosovo)? Quando non fa comodo vale l’inviolabi- lità dei confini? L’84,2% della popolazione che ha votato sì (come riportato dall’articolo) non vuole dire niente? Magari cita- re anche gli altri referen- dum ivi tenutisi negli an- ni precedenti aiuterebbe a descrivere meglio il quadro della zona. Una intervista, una, a qualcu- no favorevole alla Cri- mea in Russia proprio non era possibile? Ri- guardo ai poveri perse- guitati tatari: chi ha sa- botato i pali dell’alta ten- sione in Ucraina al fine di lasciare senza luce gli a- bitanti della Crimea? Co- me mai l’articolo non cita che la Russia ha ricono- sciuto agli italiani di Cri- mea lo status di mino- ranza deportata e perse- guitata, cosa che in venti anni di Ucraina mai era avvenuto. Venendo al Donbass: Na- talia e Aleksandr sono scappati da Donetsk, vo- levano Donetsk in Ucrai- na, non ne facevano se- greto, lui imprigionato e picchiato. Intervistare i miliziani Dnr-Lnr rila- sciati dall’Ucraina dopo scambio di prigionieri? Non sia mai vero. I profu- ghi che scappano dalla Crimea e dal Donbass per essere salvi in Ucrai- na cita l’articolo. Di quelli che invece scappano in Russia non c’è traccia, e dire che sono circa un milione. Strano che l’ar- ticolo citi che il 2 maggio 2013 ad Odessa siano bruciati vivi 48 manife- stanti filorussi nel rogo della Casa dei sindacati. Chi ha appiccato il rogo con la complicità della polizia però non è scritto, come anche che quelli che si salvavano dalle fiamme poi venivano pic- chiati, ma già, i filorussi sono cattivi mentre i fi- loucraini bravi. Qualche accenno ai battaglioni neo-nazi Azov ed Aidar? Non è tutto bianco o tutto nero, la situazione in U- craina è ben più com- plessa, riportando solo una parte dei fatti si può benissimo dire la verità ma si distorce la realtà a proprio uso e consumo. Mi sono preso la briga di andare a vedere cos’è Obc. Dal loro sito Inter- net: «Osservatorio Bal- cani e Caucaso (Obc) è un think tank che si oc- cupa di Sud-Est Europa, Turchia e Caucaso ed e- splora le trasformazioni sociali, politiche e cultu- rali di sei paesi membri dell’Unione Europea (Ue), di sette paesi che partecipano al processo di allargamento europeo e di buona parte dell’Eu- ropa post-sovietica coin- volta nella politica euro- pea di vicinato». Ed inol- tre: «Obc ha un accordo di partenariato con il Parlamento europeo e realizza progetti co-fi- nanziati dal Ministero degli Affari Esteri italia- no, dall’Unione Europea, da fondazioni private ed enti pubblici e privati ita- liani ed europei». Appun- to un think tank : sono di parte e sono finanziati dalla Ue. Lo scopo è o- rientare, cosa che nel pezzo gli è riuscita be- nissimo. Saluti. Luca Medico 22/01/2016 Cari missionari, dopo aver letto l’articolo sull’Ucraina del numero di dicembre ho deciso di scrivervi. Infatti dopo quelli da me apprezzati sulla Transnistria, la Ce- cenia, la Bielorussia, la Turchia (e gli altri) mi è apparsa chiara la fazio- sità del taglio giornalisti- co. Ciò è sicuramente da attribuire all’Osservato- rio Balcani e Caucaso che, dopo breve ricerca in rete, mi è apparsa in modo lampante una as- sociazione con obiettivi chiari e tutt’altro che neutrali. [...] La questio- ne ucraina infatti è ben più complessa di ciò che l’autore voglia far crede- re. Non dico che i fatti raccontati non siano veri, ma sicuramente è stata raccontata la verità a meta distorcendo quindi la percezione del lettore. D’altra parte l’Obc è un think tank e quindi per- segue esattamente que- sto obiettivo, per carità legittimo, ma il lettore di MC è abituato ad altra qualità e aspettativa. Dall’articolo sembrereb- be che, da un lato, ci sia- no gli ucraini desiderosi di scrollarsi di dosso una tutela russa che non è più accettata e, dall’altro, risponde il Direttore

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