Missioni Consolata - Aprile 2016

48 MC APRILE 2016 parti diverse della città e che si riuniscono sulla base di una condivisione simbolica e valoriale. La connessione tra le bande made in Milan e quelle radicate nei paesi latinoamericani e negli Stati Uniti è molto labile: «Si tratta di un involu- cro esterno - ci spiega ancora De Liberto -. Non sussistono legami criminali, anche perché da noi il controllo criminale del territorio c’è già. Le bande assumono la parvenza delle pandillas , legata alla ritualità, ai tatuaggi, al bere, ai codici di compor- tamento (ad esempio il pestaggio, la punizione per chi vuole andarsene, ecc.), ma non si può certo pensare che gli ordini arrivino da oltreoceano». Offrire percorsi alternativi Partiamo da un dato di fatto: le bande a Milano sono in declino, soprattutto nell’ambito minorile. In una società in rapida trasformazione, anche le forme del disadattamento e della marginalità so- ciale sono destinate al mutamento. Dal fenomeno delle bande però possiamo trarre alcune indicazioni, certo non inutili di fronte al- l’attuale emergenza migratoria che sta portando nelle nostre città giovani ancora più traumatiz- zati, spaesati e soli dei figli dei lavoratori prove- nienti dall’America Latina. Eleonora Riva, ripensando ai giovani dei gruppi di strada che ha seguito, insiste su un punto che ci pare cruciale, quello delle alternative che la no- stra società è in grado di offrire loro. «La famiglia non c’è o è molto problematica; la scuola, che fa fatica ad accogliere i bambini stranieri nati in Ita- lia, spesso non è in grado di farsi carico delle esi- genze dei ragazzi immigrati già grandicelli. En- trare a far parte di una banda significa acquisire una famiglia su cui poter contare, permette un’ap- partenenza che la biologia e la migrazione non hanno concesso. I nostri servizi falliscono quando mettono il minore davanti a questa opzione: o esci dalla banda e sei solo, o rimani nella banda e fini- rai in carcere. Molti scelgono la banda perché sanno che questa, a differenza dei servizi sociali, non li abbandonerà, provvederà ai loro figli men- tre loro sono in carcere, e all’uscita offrirà loro un posto dove andare. Lavorare con le bande è più difficile che affrontare altri tipi di delinquenza, nei quali se esci dal giro, o se vieni arrestato, ti ritrovi senza amici. Le bande non ti abbandonano, se le lasci sei tu il traditore. La prevenzione e il recupero avranno possibilità di successo quando offriranno opportunità con- crete e accessibili, che tengano conto della situa- zione di svantaggio di questi ragazzi e della loro cultura, che non perpetuino quella che noi psico- logi chiamiamo violenza strutturale, cioè il fatto che gli “ultimi” hanno meno possibilità di acce- dere alle risorse, di determinare il proprio per- corso di vita, di raggiungere gli standard di pre- stazione richiesti per ottenere i benefici che la scuola, il mondo del lavoro, i servizi sociali, che sono basati su un sistema premiale, offrono». Il richiamo all’accessibilità dei contesti che of- BIBLIOGRAFIA Per questo dossier, l’autrice ha consultato, tra l’altro, i seguenti testi : Bugli V., Conte M., Giovani latinos e gruppi di strada nella metropoli milanese , in Queirolo Palmas L. (a cura di), Atlantico latino: gang giovanili e culture transnazionali , Carocci, Roma 2010; Conte M., Le qualità eccedenti dell’omicidio. La violenza e la morte nei gruppi di strada latinoamericani a Milano , in «Rassegna Italiana di Criminologia», 4/2011, pp. 34-43; Latinos. Interventi per l’integrazione sociale dei giovani lati- noamericani. Report di progetto , scaricabile in formato pdf da www.codiciricerche.it ; Violencia juvenil, Maras y Pandillas en El Salvador , scarica- bile in formato pdf da www.aecid.org.sv ; Savenije W., Conviviendo en la orilla: exclusión social y vio- lencia en la área metropolitana de San Salvador , Flacso, San Salvador, 2003; Savenije W., Las maras: fenómenos sociales transnaciona- les, respuestas represivas nacionales , in «Informe Gua- temala», Fundación Derechos Económicos, Sociales y Culturales para América Latina, edición XVI, 01/04/05; Savenije W., Las pandillas callejeras o “maras” , in Zetino Duarte M. (a cura di), Delincuencia, juventud y socie- dad: materiales para reflexión , Flacso, San Salvador 2011; Secretaria General de la Organización de los Estados Ame- ricanos, Departamento de Seguridad Pública, Definición y categorización de pandillas, anexo IV - Informe El Sal- vador, consultor W. Savenije , Washington DC, 2007, scaricabile da www.oas.org ; Thale G., Bateman J., Goerdt A., One year into the gang truce in El Salvador: can the Funes administration turn the fragile truce into sustainable public policy? , Was- hington Office on Latin America, 2013, scaricabile da www.wola.org ; U.S. Department of the Treasury, Treasury sanctions Latin American criminal organization , 10/11/2012, consultabile su www.treasury.gov ; Unicef, Hidden in plain sight: a statistical analysis of vio- lence against children , New York, 2014; Zetino Duarte M. (a cura di), Delincuencia, juventud y socie- dad: materiales para reflexión , Flacso, San Salvador 2011; Unodc, Transnational organized crime in Central America and the Caribbean: a threat assessment , 2012. FILMOGRAFIA La vida loc a, di Christian Poveda, El Salvador 2008; Marchiati a vita , di Marco Nicoletti, Rai Cinema-Coopera- zione Italiana-Ministero degli Esteri, El Salvador-Italia 2007; María en tierra de nadie , di Marcela Zamora, Vimeo, Mes- sico-El Salvador-Guatemala, 2011.

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