Missioni Consolata - Aprile 2016

22 MC APRILE 2016 Nel 1987 fu nominato vescovo monsignor Julio Cabrera Valle. Questi iniziò un lavoro di recu- pero della Chiesa e lo fece a par- tire dalla ricostruzione umana e sociale delle comunità. Invitò esperti di pastorale, sacerdoti, re- ligiose e religiosi da diversi paesi del mondo, che si integrarono nella missione. In questo modo fu possibile essere presenti, nei di- versi luoghi della diocesi. Durante il periodo più duro, era rimasto solo un sacerdote guate- malteco, originario del Quiché, che sopravvisse perché protetto dalle comunità. La guerra si inten- sificò, con costi sociali molto alti e pesanti limitazioni ai diritti umani della gente. Il processo di costruzione della pace iniziò nel 1986 con il primo “governo civile”, e la creazione della Costituzione della Repub- blica, che voleva superare la dit- tatura iniziata negli anni ’40». E qui la Chiesa assunse un ruolo molto importante. «La Chiesa fece mediazione tra le parti, per assistenza, appoggio al processo di pace, che stava na- scendo. Monsignor Juan Gerardi tornò nel paese. Era partito per- ché aveva subito tre attentati e le squadre della morte dello stato lo avevano sequestrato. Si inserì nella diocesi di Città del Guate- mala e creò l’ufficio dei Diritti umani dell’arcivescovato. Lavorò con mons. Pròspero Penado del Barrio e fu parte della commis- sione di vescovi, con il cardinal Rodolfo Quezada Toruño, come delegati della Conferenza episco- pale al processo di pace». E arrivò la pace Quindi nello specifico si trattava di aiutare le vittime della guerra. Ma non solo. «Fin dal 1994 si intensificò una pastorale di difesa dei diritti umani - prosegue padre Rigo- berto -. Nel 1996 furono firmati gli accordi di pace. Monsignor Ge- rardi guidava questo settore in quanto era un conoscitore spe- ciale, diretto, delle preoccupa- zioni di tutta la gente che aveva vissuto la repressione. Il lavoro consisteva nell’accompa- gnamento di rifugiati, sfollati in- terni, ritornati, nel contatto con rifugiati all’estero, soprattutto in Centro America. Facendo tutto questo dal punto di vista dell’im- pegno della Chiesa per il Vangelo, come attività pastorale. Alla fine del 1994 si propose che la Chiesa creasse la Commissione per il chiarimento storico , con mons. Gerardi alla testa, iniziò così il Progetto del recupero della memoria storica (Remhi, Recupe- raciòn de la memoria històrica ). Voleva essere uno studio, un’ana- lisi, sulla situazione reale che il paese aveva vissuto per valutare quale potesse essere la via per la pace, e per aprire il cammino al processo di riconciliazione, che era necessario. Dal ‘95 al ‘98, si aggiunse anche il lavoro della commissione ufficiale di chiarimento storico delle Na- zioni unite che riprendeva il la- voro di quella di Gerardi. Il 24 aprile 1998 fu pubblicato il risul- tato della ricerca Guatemala nuca mas (Guatemala mai più). Cinque tomi su impatto, meccanismo dell’orrore, storia, nomi delle vit- time. Furono il prodotto del la- voro realizzato da 700 animatori della riconciliazione, che raccol- sero testimonianze e interviste. Monsignor Gerardi fu assassinato il 26 aprile, appena due giorni dopo». Un sacrificio importante, che fa di questo vescovo un martire. «Mons. Gerardi, alla presenta- zione del lavoro aveva detto: “Co- noscere la verità fa male ma senza dubbio è un’azione salutare e liberatrice”. Lui conosceva i pe- ricoli e i rischi, ma tutti ne vede- vamo la necessità. I vescovi impe- gnati in questo lavoro continua- rono a essere convinti che non era stato un cammino sbagliato, e neanche un sacrificio senza senso. Quel lavoro apriva un per- corso per le nuove generazioni in Guatemala. Fu un lavoro profon- damente evangelico. Da lì continuammo con altri im- pegni, come il processo di recu- pero di resti dei morti durante la guerra. E ancora si incrociavano testimonianze arrivate da diversi luoghi del paese e dall’estero. Po- temmo accedere agli archivi Usa. Si fecero anche altri studi, sulla militarizzazione, sui cimiteri clan- © Marco Bello GUATEMALA # Pagina precedente : panorama a Nebaj, cittadina nel diparti- mento del Quiché. # A sinistra : padre Rigoberto Pérez Garrito in visita alla redazine di MC. # A fianco : la piazza centrale di Nebaj, dove padre Rigoberto ha lavorato per oltre 10 anni.

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