Missioni Consolata - Aprile 2016

MYANMAR 20 MC APRILE 2016 tipo Putin. Rimangono qui quat- tro giorni per la pesca d’altura, fatta col fucile in apnea. Julien li porta alle isole in barca e ritorna la sera sfinito, con le prede e il fil- mato. L’ultima sera riesco a par- lare con loro: lo sfregiato non è quasi mai uscito dal bungalow. Vengono da Irkutzk, in Siberia, abitano in Cambogia, sono stan- chi di Sihanouk-ville, e stanno cercando un mare ricco e un po- sto tranquillo. Ingenuamente, parlando di Sibe- ria, cito un libro di Dostoevskij che sto leggendo, non ne sanno nulla e neppure conoscono Tol- stoj. Claudia Caramanti (terza puntata - fine) Prime impressioni sul post-elezioni San Suu Kyi, i militari e gli stranieri S ono enormi i problemi che dovrà affrontare il nuovo governo, pesantemente condizionato dal potere politico ed economico ancora in mano ai militari. «Sono passati cinque mesi dalle elezioni, vinte dalla National League for Demo- cracy , il partito di Aung San Suu Kyi, ma non si sa ancora chi governerà», mi dice a febbraio Julien, conosciuto un anno fa a Maung Ma Kan. Lui, fran- cese, è pronto a ritornare con la moglie birmana in Thailandia, dove ha casa e amici. Qui lavora per chi vuole fare pesca subacquea, ma lo vedo stanco, smagrito e, mi pare, anche demotivato. Siamo a mezzora da Dawei, zona di sviluppo spe- ciale in cui è in progetto un porto e una super- strada per Bangkok. Il precedente governo ha sgombrato diversi villaggi creando notevoli pro- blemi socio culturali a una popolazione abituata a vivere nel completo isolamento. Ho visto una foto di 480 casette prefabbricate, allestite per chi è stato sgomberato. Un complesso squallido in cui mancano servizi e collegamenti. Un paese gran produttore di gas e petrolio abbandona i suoi abi- tanti nella miseria. «Gran parte del Myanmar - insiste Julien - è an- cora una prigione a cielo aperto». A Dawei i cinesi hanno comprato terreni e case, al- cune antiche molto belle. Con la frontiera riaperta e la vicinanza a Bangkok, i prezzi sono destinati a salire, e loro investono in vista dei futuri guadagni. C.C. # Claudia Caramanti in una locanda di Maung Ma Kan. | Pescatori. in Thailandia a lavorare, non ho capito. Chiamano Zema zia, e me nonna. Pyiu Pyiu ha dieci anni, Elisa ne ha appena compiuti tre. Il villaggio di Maung Ma Kan ha un grande mercato dove la mat- tina robuste dame preparano cibi squisiti per la colazione. Il settore del pesce è interessante, con grossi molluschi che fuoriescono dalle conchiglie, le nere aquile di mare, i barracuda, i pesci seccati. Tutto è esposto per terra. Da noi arrivano alcuni giovani francesi e due ragazze di Monaco, gente simpatica con cui parlare la sera. Si fermano pochi giorni e con le moto vanno a cercare le spiagge remote, di sabbia bianca con le rocce. Vanno verso Sud e anche verso Nord dove, a dieci km da qui, dovrebbero iniziare i lavori per il porto di Dawei. Julien dubita che sia possibile rea- lizzare un porto profondo in que- sto mare sottile. Sono arrivati i russi. La sera li vedo scaricare grosse sacche nere da un pullmino, poi cenano al ta- volo sotto la pergola, separati da noi. Due di loro mi sembrano guardie del corpo, sono gigante- schi, muscolari. Uno ha uno sfre- gio sul viso: inquietante. Gli altri due sono normali ma ben solidi,

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