Missioni Consolata - Marzo 2016

MARZO 2016 MC 79 di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 12. IPAZIA D’ALESSANDRIA Ipazia, sei stata una donna fortunata, non solo per- ché Teone, tuo padre, era il responsabile della bi- blioteca di Alessandria d’Egitto, ma anche perché sei cresciuta in quella che ai tuoi tempi era ritenuta la capitale del sapere dell’Impero Romano. La mia città natale, per quei tempi, era veramente un contenitore eccezionale dello scibile umano, basti pen- sare che nella famosa biblioteca erano conservati più di cinquecentomila volumi e rotoli in cui era contenuto tutto il sapere prodotto fino a quel tempo nel mondo al- lora conosciuto. Grazie a questa particolarità, Alessan- dria era ritenuta uno dei principali poli culturali elleni- stici. Ma oltre a questo mondo accademico cultural- mente ricco e vivace che ti circondava, hai potuto conoscere altre realtà dell’Impero? Feci dei viaggi in Grecia e in Italia, venendo così a con- tatto con gli illustri pensatori e filosofi dell’epoca, ero sti- molata poi da mio padre affinché approfondissi gli studi e accrescessi il mio bagaglio culturale. Mi attirò molto la scuola neoplatonica che studiai a fondo, tanto da diven- tare insegnante di questa corrente filosofica oltre che di matematica. Possiamo dire che benché fossi una donna diventa- sti un’autorità e un indiscusso punto di riferimento culturale nello scenario dell’epoca? Lo studio mi appassionò sempre, fin da bambina, e una volta raggiunti certi traguardi scrissi trattati di matema- tica e compilai anche tavole astronomiche sui moti dei corpi celesti che ebbero un notevole rilievo. È vero che insieme a tuo padre fosti l’autrice di un commento in tredici volumi sull’Almagesto di Tolo- meo, una mastodontica opera che conteneva tutte le conoscenze astronomiche e matematiche dell’an- tichità? Non solo, mi occupai anche di meccanica e di tecnologia applicata, arrivai persino a costruire uno strumento per Ipazia, figlia del responsabile della famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto, Teotecno detto Teone, visse negli anni a cavallo del IV e V secolo dopo Cristo, epoca in cui la decadenza dell’Impero Romano cominciava a farsi sentire, mentre in contemporanea nasceva un nuovo ordine politico e sociale. Filosofa, astronoma e matematica, Ipazia era una stimata studiosa e un simbolo di tolleranza nella sua città cosmopolita. Sebbene le sue opere scientifiche siano andate perdute, la testimonianza che ci ha lasciato è quella di una donna forte che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e allo studio pur vivendo in un’epoca di scontri religiosi e in cui tendenze culturali differenti si contrapponevano ferocemente. determinare il peso specifico di un liquido e a progettare un astrolabio che serviva per calcolare il tempo, per defi- nire la posizione del sole, delle stelle e dei pianeti. Una donna colta come te era una rarità in quei tempi caratterizzati dalla misoginia aristotelica. Per questo venivano da ogni parte dell’Impero per ascoltare le tue lezioni… Alcuni ritenevano che, dal punto di vista filosofico, io avessi aperto dei sentieri nuovi che prospettavano un

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