Missioni Consolata - Marzo 2016

72 amico MARZO 2016 «A differenza di alcuni miei confratelli, di- ventati missionari dopo un’esperienza “nel mondo”, e quindi entrati nell’Imc non più tanto giovani, noi siamo della vecchia ge- nerazione: infatti, terminata la quinta elementare, a soli 11 anni, varcavo la soglia del seminario di Bevera (Lc) come “apostolino”, insieme a una bella truppa di coetanei. Ma anche se piccolo, ero già convinto che sarei stato missionario. In più, l’ambiente di allora era molto bello, vivace e anche sereno: una grande famiglia che mi fece superare molto presto la nostalgia di mamma...». Puoi raccontare brevemente la tua storia missionaria? «Ho avuto la fortuna di essere dello stesso paese di padre Angelo Bellani, primo missionario della Consolata “non piemontese” (dunque il primo “straniero”, un bergamasco!), accolto nell’Istituto dallo stesso Fondatore. Padre Angelo era già an- ziano quando lo conobbi, ed io, allora piccolo chierichetto, andavo a servirgli messa, che cele- brava nella sua camera, sull’altarino da campo da lui usato nei lunghi anni di missione, in Kenya. Padre Bellani era per noi un mito: burbero, con una lunga barba bianca e il bastone (a causa di un incidente avuto nella fattoria di Nyeri), incar- nava la classica immagine del missionario. Ne ero affascinato e fu lui che mi portò a Bevera, dove allora c’era il piccolo seminario dei missionari della Consolata. Era il 1963: ero solo un bambino, ma già deciso a diventare missionario come lui, in Africa. Ho seguito la trafila ordinaria di formazione (a Varallo Sesia, Certosa di Pesio e Roma), per di- ventare prete nel 1978. L’ordinazione fu prepa- rata, al mio paesello, da missionari “calibro 90” come padre Salvatore Mura e padre Silvano Sa- batini (“l’indio”). Mi ricordo che fu un “evento di popolo” e che mi toccò profondamente. Sui ma- nifesti attaccati per il paese, campeggiava una grande scritta: “Vai, Giacomo!”. Per cui, due anni dopo, terminati gli studi, partivo per lo Zaire, as- sieme a padre Antonello Rossi, anche lui missio- nario “di fuoco” e amico carissimo». Sei tornato di recente dalla missione in Congo RD. Puoi dire quali sono le sfide missionarie principali di questo paese? «Congo-ex Zaire... Quando ci arrivai eravamo an- cora al tempo della dittatura di Mobutu: il paese era lanciato nella sfida dell’”autenticità”, un ideale molto bello, ma portato avanti in modo polemico e non sempre intelligente. Anche la chiesa soffrì non poco, ma approfittò dell’occa- sione per rinnovarsi e inculturare bene il messag- Parole di corsa di Luca Lorusso Andate, senza paura, per servire In questo numero, proponiamo due puntate speciali di Parole di corsa : l’intervista a padre Giacomo Mazzotti, direttore di amico negli anni ‘90 e fino al 2005, e quella a padre Francesco Bernardi, direttore di Missioni Consolata dal 1976 al 2002. © Giacomo Mazzotti

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