Missioni Consolata - Marzo 2016

© Paolo Moiola MARZO 2016 MC 53 # A destra : la giornalista e scrittrice Alba Piotto ritratta davanti alla Casa Rosada, a Buenos Aires. G iornalista e scrittrice, Alba Piotto è entrata al Clarín , il più importante quotidiano argentino (da sempre molto critico verso i governi dei Kirchner), nel 1995. Dal 2003 scrive per Viva , la rivista domenicale del giornale. Nel 2012, assieme al medico psichiatra Adrián Helien, ha pubblicato « Cuer- pos equivocados. Hacia la comprensión de la diversi- dad sexual » (Paidós editore). Tra «K» e «antiK» ha vintoMacri Alba, Mauricio Macri non era certamente il favo- rito, però alla fine alla presidenza è andato lui. Come si spiega? «La sola certezza è che la gente si era stancata del kirchnerismo. Durante la campagna elettorale i kirch- neristi sono stati drastici su varie tematiche riuscendo a incutere molto timore alla gente. Però la nostra realtà è mutevole. Questa regione è mutevole. Lo stesso mondo si è fatto più imprevedibile di prima. Il presi- dente Macri non ha tutto il Congresso a suo favore come aveva Cristina. Questo è molto positivo, soprat- tutto in una democrazia iperpresidenzialista come la nostra». Torniamo al governo guidato prima daNestorKir- chner e poi dallamoglie Cristina. Qual è il suo giudi- zio sui loro 12 anni alla testa dell’Argentina? «Dopo un decennio di neoliberismo, l’arrivo dei Kir- chner produsse un evidente cambio nel paese. Soprat- tutto nelle politiche sociali adottate all’inizio del man- dato (2003), davanti alla realtà di un paese che aveva quasi la metà della popolazione in condizioni di povertà e un alto livello di disoccupazione, risultato delle mi- sure neoliberiste poste in essere negli anni Novanta da Carlos Menem». Dopo il fallimento del 2002, l’economia del paese si è ripresa. Il governo dei Kirchner aveva dichiarato guerra alla povertà e ai fondi speculativi. Negli ul- timi due anni le difficoltà economiche hanno però ripreso vigore. Per farla breve, a intervalli di tempo, l’Argentina viene data in ambasce o peggio. Qual è la situazione reale? «La parola guerra è molto forte. È stata scelta dai kir- chnerismo per costruire la propria struttura di potere: la lotta con la creazione di nemici interni ed esterni, la divisione della società tra “K” e “antiK”. Tra questi ul- timi rientravano tutti coloro che la pensavano diversa- mente o un poco diversamente: il kirchnerismo non ha mai accettato colori intermedi. Passando dal linguag- gio ai fatti, diciamo che in questi anni l’Argentina ha avuto una enorme crescita grazie alla soia, che ha por- tato nel paese milioni di dollari. Il problema è capire come questi capitali si sono distribuiti e che ricadute hanno avuto per il bene comune. Senza dire dell’alto in- dice di corruzione, certificato anche da organismi in- ternazionali. Infine, c’è l’inflazione che in questi ultimi anni si è letteralmente mangiata il portafoglio dei lavo- ratori, che sono i più esposti al rialzo dei prezzi. Ormai i cicli economici e le tempeste che ogni tanto ci scuo- tono fanno parte della nostra storia. Da qui nasce la sensazione che l’Argentina sia sempre sull’orlo dell’a- bisso». Come avvenuto per il valore dell’inflazione, anche sui tassi di povertà ci sono state polemiche. «Questo è accaduto perché a un certo punto il go- verno di Cristina ha smesso di misurare gli indici di po- vertà. In mancanza di dati ufficiali, si sono prese a rife- rimento le misurazioni realizzate dall’ Observatorio de la Deuda Social , un organismo della Università catto- lica argentina (Uca), istituzione molto vicina a papa Francesco. Secondo questi dati, alla fine del 2014 il tasso di povertà viaggiava tra il 18 e il 26%. Ma il dato allarmante era quel 40% di famiglie che non aveva al- cun membro con un lavoro formale (e dunque con l’as- sicurazione sociale ad esso associata). Per tutto questo, si potrebbe concludere che la povertà strutturale non ha trovato una soluzione effettiva, nonostante 12 anni di crescita economica e i miglioramenti nei diritti so- ciali». I miglioramenti sono merito dei programmi so- ciali (per i disoccupati, per le donne, per le persone con difficoltà) posti in essere dai Kirchner? «Sì, ma tuttavia è curioso che le politiche dei benefici sociali non siano propriamente uscite dal kirchneri- smo, ma dall’appropriazione di progetti legislativi pre- G IORNALISTE 1 / A LBA P IOTTO «La gente si era stancata» Conversazione con una giornalista del Clarín , il principale gruppo editoriale argentino, fin dall’inizio grande oppositore del governo dei Kirchner. • Speculazione finanziaria | Presidente | Povertà | Francesco • MC ARTICOLI

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