Missioni Consolata - Marzo 2016

ARGENTINA 52 MC MARZO 2016 # Qui sopra : lo stemma del Boca Juniors, di cui Macri è stato presidente. In basso : un’entrata della «Bombonera», lo stadio della squadra. Continua a pagina 57 S an Paolo (Brasile), 7 feb- braio. L’hotel è pieno di argentini in attesa di un volo per l’Europa. L’occa- sione è propizia per fare qual- che domanda. «Come si sta comportando il nuovo presi- dente?», chiediamo a un gruppo di loro. «L’uomo si sta dando da fare per chiudere con l’epoca di Cristina», è il coro unanime. Facciamo notare che la (ex) pre- sidenta ha varato programmi sociali importanti e che ha com- battuto a livello internazionale contro la speculazione finanzia- ria, un cappio al collo dell’Ar- gentina. I cosiddetti «fondi av- voltoio» ( fondos buitre ) ne sono ancora oggi la manifestazione più vergognosa e intollerabile (sotto qualsivoglia punto di vi- sta). Non riusciamo tuttavia a convincere i nostri interlocutori, i quali - con visibile disapprova- zione - elencano gli ultimi casi di corruzione. Forse è una casua- lità o forse sono le normali con- tumelie - consuete in (quasi) tutto il mondo - nei riguardi dei rappresentanti politici. Di sicuro Mauricio Macri, l’inatteso vinci- tore delle elezioni presidenziali dello scorso dicembre, rappre- senta un cambio in un certo qual modo «storico» perché si colloca al di fuori - almeno in teoria - delle due grandi coali- zioni politiche argentine, quella giustizialista-peronista (di cui fa parte la corrente kirchnerista, una sorta di peronismo di sini- stra) e quella radicale. Il calcio è potere Chi è, e da dove proviene il nuovo presidente? Figlio di un italiano che in Argentina ha co- struito un impero economico 1 , Macri ha trovato la sua perso- nale rampa di lancio non nel mondo dell’impresa, bensì in quello del calcio, che nel paese latinoamericano costituisce - senza timore di smentita - una vera e propria «religione». So- prattutto quando si parla del Boca (Juniors), la squadra dell’o- monimo quartiere di Buenos Ai- res, fondata nel 1905 da un gruppo di ragazzi figli di immi- grati italiani. Il Boca è uno dei club più famosi a livello mon- diale, in cui hanno militato cam- pioni celebrati, come Diego Ar- mando Maradona e oggi Carlos Tévez. Macri ne è stato lungamente (dal 1995 al 2008) presidente, e soprattutto un presidente vitto- rioso. Durante e dopo quell’e- sperienza di dirigente calcistico, si collocano anche le sue for- tune politiche, prima come de- putato nazionale e poi come go- vernatore del distretto di Bue- nos Aires, cuore pulsante del paese. Conservatore e liberista Le prime mosse di Macri sono state quelle proprie di un poli- tico conservatore e liberista. Alcuni giorni dopo la sua entrata alla Casa Rosada, il neopresidente ha annunciato (14 dicembre) la sua prima misura di carattere economico: l’eliminazione delle tasse ( retenciones ) sull’esporta- zione per i produttori agricoli di frumento, mais e carne; la ridu- zione di quella per i produttori di soia (il prodotto principe delle esportazioni, una fonte d’oro e di disastri ambientali). Un regalo di enorme valore per i latifondisti argentini, che dal 2008 lottavano contro il regime fiscale imposto da Cristina Kirchner Fernández. La seconda misura è stata varata pochi giorni dopo: la cancella- zione del regime di controllo cambiario sul dollaro, che limi- tava gli acquisti della valuta statu- nitense per cittadini e imprese. La liberalizzazione ha prodotto una immediata svalutazione della mo- neta nazionale, il peso , rendendo i prodotti argentini più competi- tivi (ma facilitando anche la fuga di capitali e l’inflazione). La politica economica del neopre- sidente piace ai ricchi. E probabil- mente piacerà anche alle istitu- zioni internazionali che contano, tra cui non rientra l’Assemblea generale della Nazioni Unite. Va ricordato che quest’ultima, il 10 settembre 2015, aveva votato una risoluzione - con 136 voti a favore, 41 astensioni e 6 contrari (Stati Uniti, Gran Bretagna, Ca- © Paolo Moiola © Paolo Moiola

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