Missioni Consolata - Marzo 2016

libro Zum Töten Bereit (Pronto per uccidere), il ruolo degli europei - discendenti di immigrati e con- vertiti - nelle fila dello Stato islamico, è sempre maggiore. Lamya, figlia tedesca di immigrati si- riani, vede il terrorismo islamico come un movi- mento di protesta di una generazione che si sente vittima della società, della scuola o della famiglia. «Cinque dei miei alunni, un giorno scomparvero e furono successivamente localizzati in Siria, dove erano andati a lottare con l’Is. Rimasi perplessa, tentando di capire le possibili cause. In tutti loro c’era una sensazione di esclusione, un deficit emo- zionale o semplicemente una mancanza di amore nella famiglia, che li rendeva facili vittime di mo- schee radicali. Gli imam radicali trovano ascolto dove ci sono giovani già disponibili, che tendono al jihadismo come manifestazione di un movimento di protesta di una generazione nata in Europa, che soffre per la mancanza di radici e perché vede i ge- nitori vittime di discriminazione e dell’assenza di possibilità di mobilità sociale». La voce di Ahmad Mansour (psicologo israelo pale- stinese, direttore del programma European foun- dation for democracy , attivo nella lotta contro l’e- stremismo islamico tra i giovani musulmani in Ger- mania) si unisce a chi afferma che «i problemi che conducono i giovani ad aderire al jihad sono più psi- cologici che socio economici. Circa il 40% dei nuovi jihadisti soffre di depressione e scopre un’ideologia che va a riempire una vita giudicata come vuota. L’aspetto della violenza arriva successivamente». La ferocia dell’Is Tra i giovani seguiti dal Cpdsi per il suo studio, molti presentano sintomi come depressione, ano- ressia, autolesionismo, isolamento. Non si sono mai sentiti «connessi con il mondo», «capiti dagli altri», ma sempre «differenti», perché «Dio mi ha eletto come persona pura, capace di ricevere la verità per salvare il mondo dalla perversione». I ricercatori francesi spiegano che «in un primo momento, la fragilità dei giovani [...] è il terreno fertile per l’in- gresso nei movimenti radicali; [...] la rottura con la società e la famiglia è una conseguenza dell’indot- trinamento settario». Instabilità e soffe- renza, alcolismo e altri vizi, sembra fossero caratte- ristiche anche dalla personalità della giovane Hasna Ait Boulah- cen, morta nell’esplosione provocata dal mujahid con cui stava nell’appartamento di Saint-Denis, a Parigi, durante il blitz della polizia, pochi giorni dopo gli attachi del 13 novembre. Un altro kamikaze di Parigi sembra frequentasse bar di trafficanti di droga. Certamente i comportamenti border-line , tipici di ambienti di emarginazione sociale, potrebbero far parte anche della «dissimulazione» richiesta dalle regole del bravo jihadista. L’Is, però, mostra una fe- rocia così spettacolare che è difficile non pensare che i suoi membri non facciano uso di droghe o non siano vittime di qualche patologia. Esistono diversi ahadith molto chiari in tema di «guerra» 5 : non si devono uccidere donne, bambini, vecchi; non si deve distruggere la natura; non si de- vono smembrare i cadaveri, ecc. Anche in questo, dunque, l’Is mostra inquietanti innovazioni verso un uso personale, strumentale della religione. La diffusione del «Captagon» In questi ultimi anni stanno emergendo dati sulla distribuzione e il consumo di droghe da parte di ji- hadisti in Siria e in altre zone di guerra. Secondo quanto riportato dal quotidiano the guar- dian nel gennaio 2014, indagini realizzate separata- mente dall’agenzia di notizie Reuters e dal Time magazine hanno portato alla luce il crescente com- mercio di Captagon, di fabbricazione siriana, un’an- fetamina utilizzata in Medio Oriente, quasi scono- sciuta in altre aree del mondo. Il Captagon genera proventi di milioni di dollari, alcuni dei quali sono usati per comprare armi. In base alle fonti citate, il Captagon fu prodotto per la prima volta negli anni ‘60 per curare la narcoles- sia, la depressione, ma fu poi proibito negli anni ‘80 perché dava dipendenza. Tuttavia, ha continuato a essere usato in Medio Oriente, compresa la puri- tana e salafita Arabia Saudita, dove sembra essere molto popolare. Uno psichiatra libanese, Ramzi Haddad, intervi- stato dal Time , ha affermato che il Captagon ha «gli effetti tipici di uno stimolante e produce una sorta di euforia. La persona diventa molto comunicativa, non dorme, non mangia, è energica». Angela Lano © Dabiq 8

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