Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

e Atenagora I» che nel 1965 ritira- rono le reciproche scomuniche del 1054. «Il mondo di oggi - conclude il messaggio - ha un grande biso- gno di riconciliazione, in particola- re alla luce di tanto sangue che è stato versato in recenti attacchi terroristici. Motivata dall’amore di Dio, dobbiamo offrire insieme al mondo una testimonianza credibile ed efficace al messaggio di riconci- liazione e di salvezza di Cristo». (AsiaNews) COREA DEL NORD OLTRE LA CORTINA U na delegazione di 150 leader religiosi di diverse comunità ha fatto visita alla Corea del Nord: nel breve viaggio del 10 e 11 novembre, i leader delle sette principali reli- gioni in Corea del Sud, riunite sotto l’egida della «Conferenza coreana delle Religioni per la Pace» (Kcrp), hanno oltrepassato la cortina di bambù e raggiunto il Monte Kum- gang dove sorge il noto tempio buddista Singyesa, fondato nel 519. In questo luogo simbolico hanno pregato insieme per la pace e la stabilità nella penisola coreana. (Fides) EGITTO UNIFICARE LA PASQUA I l cammino per la promozione dell’unità dei cristiani comporta anche l’adozione di misure concre- te come l’unificazione della data per la celebrazione della Pasqua. È questo il punto programmatico qualificante contenuto nella di- chiarazione conclusiva del Comita- to esecutivo del Consiglio delle Chiese cristiane del Medio Oriente svoltosi all’inizio di novembre 2015 presso il Centro copto “San Mar- co”, nel distretto cairota di Nasr City, a cui hanno preso parte auto- revoli esponenti delle Chiese del Medio Oriente. Nella dichiarazione conclusiva dell’incontro vengono enumerate anche le piaghe che af- fliggono tante comunità cristiane locali in Medio Oriente, alle prese non solo con i conflitti armati in at- to in diversi paesi, ma anche con attacchi mirati, persecuzioni e se- questri consumati spesso nella generale noncuranza delle leader- ship politiche. Nel documento, i capi delle Chiese del Medio Orien- te richiamano l’urgenza di conti- nuare ad approfondire il dialogo i- slamo-cristiano, definito «pilastro fondamentale» della convivenza tra i cristiani mediorientali e i loro concittadini musulmani. (Fides) ECUMENISMO CI SONO LE CONDIZIONI A nche se non tutte le differenze sono state superate, «non vi è più alcun ostacolo alla comunione eucaristica tra cattolici e ortodossi che non possa essere superato at- traverso la preghiera, la purifica- zione dei cuori, il dialogo e l’affer- mazione della verità, dal momento che ci sono ora le condizioni neces- sarie». Lo ha scritto il Papa nel messaggio inviato al patriarca ecu- menico Bartolomeo I nel quadro del tradizionale scambio di delega- zioni per le rispettive feste dei santi patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei santi Pietro e Pao- lo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di sant’Andrea. Nel messaggio di Francesco si legge che «per progredire nel cammino verso la piena comunione alla qua- le aspiriamo, dobbiamo continua- mente trarre ispirazione dal gesto di riconciliazione e di pace dei no- stri venerati predecessori Paolo VI M ons. Virgilio Pante, missionario dellaConsolata bellunese di Lamon, è vescovo diMaralal, al Nord del Kenya, terra arida e semidesertica, abitata in prevalenza da popolazioni seminomadi dedite alla pa- storizia, spesso vittime di violenze interetniche, abilmente alimentate dai politici soprattutto in tempo di elezioni. Mons. Pante, libero da ogni etichetta, è un vescovo «con l’odore delle pecore», che si sposta da un villaggio all’altro inmotocicletta e ama sedersi nei consigli degli anziani per ascoltare le loro proposte e fare opera di riconciliazione e di pace. In occasione della sua ordinazione episcopale gli fu regalata una mi- tria di pelle di capra, dono da lui gradito e che indossa abitualmente nelle liturgie episcopali. Da quandoPapa Francesco disse che «il pastore deve avere l’odore delle pecore», ha avuto l’idea di regalargli unamitria come la sua e l’ha fatta confezionare da un’anziana samburu, Lydia Letipila, di Baragoi. L’occasione si è presentata durante la visita ad limina dei vescovi del Kenya lo scorso 16 aprile, quando il monsignore ha potuto donare l’originale copricapo al pontefice, il quale, tenendolo fra le mani lo ha annusato e, da buon intenditore, ha esclamato: «Questa non è pecora, ma capra!». «È vero - ha risposto mons. Pante -, ma anche le capre fanno parte dello stesso gregge». E così il Papa si è portato inKenya quellamitria e l’ha indossata durante lamessa al campus della Nairobi Univer- sity il 26 novembre. Un piccolo gesto di solidarietà con un ve- covo «pastore» e di grande si- gnificato per quelle popolazioni che l’odore delle pecore e delle capre lo conoscono davvero. (Imc) KENYA: IL PAPA E LA MITRIA DI PELLE DI CAPRA GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 9 La Chiesa nel mondo # Roma - mons. Virgilio Pante consegna la mitria di pelle di capra al Papa il quale prima l’annusa e poi la indossa.

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