Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 75 Librarsi PRENDI IL LIBRO E MANGIA di Luca Lorusso I n occasione del Giubileo straordinario della mise- ricordia, la Emi ha preparato un bel progetto dal nome «Fare misericordia»: 13 libretti, brevi ma intensi, che affrontano, ciascuno, una delle tradi- zionali 14 opere di misericordia (le due opere «dare da bere» e «dare da mangiare» sono affrontate assieme in un unico volumetto). La misericordia è qualcosa che si fa , come quella del Sa- maritano nei confronti del malcapitato, come quella di Gesù lungo l’arco di tutta la sua vita terrena: «Ha fatto bene ogni cosa» (Mc 7,37). La misericordia è un attri- buto di Dio che si «trasferisce all’uomo» attraverso Gesù Cristo: «Come il padre ha amato me, anche io ho amato voi» (Gv 15,9), «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). La mise- ricordia è l’aspetto concreto, operativo, visibile dell’a- more. È la sua espressione. L’amore che non viene «realizzato», corre il serio rischio di morire. E l’amore che si rende visibile nella misericordia è incondizionato, cioè considera suoi destinatari poveri e ricchi, buoni e cattivi, amorevoli o antipatici, tutti, a prescindere da tutto, da ogni situazione o comportamento. Per questo non si può fare davvero misericordia se non ci si allon- tana dal piano del semplice avere, e non si arriva al piano dell’essere, a quel piano nel quale si viene coin- volti personalmente, non solo con le proprie sostanze, ma con la propria persona. Non si tratta di «cose da fare», ma di attitudini interiori, di modalità evangeliche con cui costruire relazioni. È quello che, ad esempio, testimonia con il suo Perdonare le offese , il sacerdote di strada francese Guy Gilbert, impegnato personalmente nell’accoglienza di giovani in difficoltà. Delle «opere di misericordia» si potrebbe stilare una sorta di casistica fin dall’antico testamento: dal Secondo libro delle Cronache (2Cr 28,15) ai Salmi (Sal 112,5.9), dal libro dei Proverbi (Pr 25,21) a quello della Sapienza (cap. 4 e 35), da Isaia (Is 58,6-7) a Zaccaria (Zc 7,9-10), da Giobbe (Gb 31,16-23) a Tobia (Tb 1,16-18). Ma la pagina biblica che forse più di ogni altra ha ispitaro l’e- lenco delle opere come lo conosciamo oggi, è quella di Matteo sul giudizio universale: «Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Quattordici modi per fare (ed essere) misericordia oggi I VERBI DELLA MISERICORDIA Vestire, accogliere, visitare, insegnare, seppellire, perdonare, consolare, consigliare, dare, am- monire, sopportare, pregare. Verbi per un cristianesimo semplice. Azioni da realizzare oggi nei confronti di chi è nudo, straniero, afflitto, carcerato... L’Editrice Missionaria Italiana ha chiesto ad alcuni autori di fama di presentare in testi brevi e dal linguaggio semplice le tradizionali opere di misericordia. Le esigenze immutabili del Vangelo si incontrano con le richieste sempre nuove dei «bisognosi» di oggi, attraverso la creatività e l’in- telligenza della carità. © AfMC/Manuel Grau

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