Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

FRANCIA 60 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2016 Chi è Maria de Faykod Artista della trascendenza N ata in Ungheria, Maria de Faykod cresce in una famiglia in cui prevale la scienza: il pa- dre, svedese, è medico, mentre la madre, un- gherese, è professoressa di matematica e fisica. Ma- ria sviluppa invece una passione e un talento per l’arte. Giovanissima scopre la scultura, che diven- terà per lei il mezzo d’espressione più congeniale. Le viene commissionata la prima opera quando ha soltanto 16 anni. Nel 1975 abbandona l’Ungheria, per trovare accoglienza in Francia, come rifugiata politica. Si trasferisce a Parigi e nel 1978 si iscrive alla Scuola Nazionale di Belle Arti. Parallelamente, studia filosofia e metafisica alla Sorbona. È dal 1975 che Maria plasma il marmo, nutrendo una partico- lare affinità con quello di Carrara. In esso trova la forza della sostanza organica e quella del tempo geologico, come ama dire, sebbene lavori anche il bronzo e il legno. Ma è il marmo la materia che rie- sce meglio a trasmutare in elemento spirituale. L e sue opere si trovano in vari musei del mondo, così come in diverse collezioni private. Maria ha trovato, ormai da anni, nel Sud della Francia il suo angolo ideale, immerso nella natura, dove plasmare il marmo. Poco distante dalla sua abitazione ha realizzato un museo a cielo aperto, aperto ai visitatori, in cui sono collocate alcune delle sue sculture, tra le quali ve ne è una dedicata a sua madre. Silvia C. Turrin franco-ungherese Maria de Faykod, già nota in tutto il mondo per le sue opere intrise di devo- zione cristiana. Più attenzione ai malati Questa scelta è stata abbastanza naturale, considerata la profonda fede dell’artista. Inoltre, la scul- trice aveva già realizzato, nel 1981, per il santuario di Lourdes una statua della Pietà. Abbiamo incontrato Maria de Faykod presso la sua casa-museo nel Sud della Francia per capire la genesi della sua rivisitazione della Via Crucis. Ci ha raccontato come questo lavoro l’abbia coinvolta to- talmente e come abbia iniziato a realizzare le sculture con molto entusiasmo. «Dal 2003 al 2008 mi sono dedicata con grande fervore a questo progetto. Grazie a tanti benefattori siamo riusciti subito a trovare il finanziamento per av- viarlo. Come artista non ho voluto accettare alcun compenso, ma abbiamo dovuto sostenere una serie di spese, legate all’acquisto del materiale e del relativo tra- sporto». Per cinque intensi anni Maria de Faykod ha plasmato un’impo- nente opera, ricavata dall’estra- zione di quasi cento tonnellate di marmo di Carrara. Un’opera com- posta da 17 sculture, che riper- corre il cammino di Cristo, dalla Passione alla Resurrezione. «Per me lavorare questa materia signi- fica andare oltre la materia stessa - ci spiega Maria - poiché non vedo tanto l’oggetto in sé, piutto- sto mi lascio trasportare dalle sensazioni e da ciò che percepisco modellando il marmo. La mia fonte di ispirazione è certamente la spiritualità, sono cristiana e dunque mi riconosco nell’amore di Dio incarnato in Gesù. Allo stesso tempo, quando ho conce- pito le sculture per il santuario di Lourdes volevo manifestare qual- cosa di diverso rispetto alla Via Crucis tradizionale. Ho sottolineato la continua detta delle espélugues (spelon- che). Pur suggestivo, si tratta però di un Cammino della Croce diffi- coltoso per le persone con handi- cap. Come ha ricordato Francis Dehaine, direttore generale dei servizi dei santuari a Lourdes, oggi in pensione: «Lourdes accoglie ogni anno più di 80mila persone malate e disabili». Proprio per rendere più agevole l’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes a quanti hanno difficoltà motorie è stato avviato, nel 2001, il progetto di realizzare una nuova Via Crucis. L’idea ha preso forma concreta quando monsignor Jacques Per- rier, vescovo di Tarbes e Lourdes, decise di proporre come rifles- sione ai pellegrini questo tema: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati». Per facilitare l’incontro delle persone disabili, affaticate e oppresse, col fervore spirituale di Lourdes venne ufficializzata l’idea di un nuovo Cammino della Croce, più adatto e degno per i malati. Il progetto fu affidato alla scultrice © Silvia C Turrin

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