Missioni Consolata - Dicembre 2015

76 MC DICEMBRE 2015 I Perdenti tarono di giurare, per questo vennero confi- scati tutti i loro beni. Inoltre nei primi mesi della Rivoluzione furono uccisi tre vescovi, centoventisette sacerdoti diocesani, e ben cinquantacinque religiosi, nonché un nu- mero imprecisato di laici credenti. Anche alle periferie più sperdute arriva- vano da Parigi ordini di vario tipo contro il clero che non si piegava ai dettami giaco- bini. Da parte mia, visto l’allontanamento dei sa- cerdoti, cominciai a presiedere i raduni reli- giosi che si tenevano di nascosto nelle fat- torie sparse nella zona. Arrivammo persino a fare delle processioni notturne. Approfittando poi della mia attività di venditore ambulante, portavo di casa in casa piccoli oggetti religiosi nonché reliquie dei Santi per fortificare la fede dei miei conterranei. Se non vado errato, la scintilla che fece scoccare l’in- surrezione della Vandea fu il decreto per l’arruola- mento di massa dei giovani per il costituendo eser- cito repubblicano. Esatto. Tutti d’accordo scandimmo un grido unanime: «Noi non partiremo!». Questo grido venne urlato a squarciagola da tanti giovani della nostra zona e di altre città della Francia che si rifiutavano di venire arruolati nell’esercito repubblicano e di sottostare così agli ordini di coloro che erano contro la Chiesa e la Monarchia. A quel punto, agli occhi del nuovo governo di Parigi, voi eravate dei disertori. Effettivamente fu proprio così, in quei giorni mi trovai in- sieme ai giovani disertori del mio villaggio e prendemmo la decisione di combattere contro il governo rivoluziona- rio. Presi una spada che tenevo in casa, mi misi un rosa- rio al collo e mi appuntai un Sacro Cuore sul petto. Strinsi con un lungo abbraccio la mia adorata Louise e i miei bambini dicendo loro: «Abbiate fiducia, Dio per cui vado a combattere, avrà cura di voi». Dal mio villaggio partimmo in 27, tutti col Sacro Cuore cucito sul petto; ci radunammo in chiesa e cantammo l’inno della Passione «Vexilla regis prodeunt». In noi era maturata la coscienza che non andavamo a combattere per un re terreno, ma per Cristo il Re del Cielo. È vero che fin dagli anni giovanili ti met- testi al servizio del parroco di La Cha- pelle-du-Genêt, amico del tuo parroco? Fu per me una vera fortuna, perché in cam- bio dei piccoli servizi nella parrocchia e nella casa del parroco potei ricevere un’educa- zione che allora era riservata solo ai figli dei ricchi. Ero un buono studente e il mio par- roco aveva anche sperato che un giorno po- tessi entrare in seminario. Nei cinque anni in cui rimasi al servizio di don Marchais, raffor- zai la mia fede mentre la mia devozione a Gesù e a Maria sua madre, si accrebbe in modo straordinario. Ma dopo alcuni anni ritornasti al tuo paese. Sì, al villaggio da cui mi ero allontanato poco più che bambino, ritornai in età giovanile avendo accumulato non solo una bella esperienza in campo religioso, ma an- che in campo sociale e lavorativo. Ritornato a casa tua, che lavoro ti inventasti per vi- vere? Mi misi a fare il venditore ambulante, con i risparmi ac- cumulati comperai un carretto e della merce che ven- devo nei vari villaggi e nelle fattorie disseminate nella zona. Vendevo pettini e saponette, filo e aghi, lane e faz- zoletti, zucchero e sale, medaglie religiose e corone del rosario che andavano a ruba. Sarà stata la mia simpatia o la mia capacità come venditore, ma nella giornata tutta la mercanzia che avevo con me riuscivo a piazzarla. In quel periodo ti sei anche sposato? Mi innamorai perdutamente di una vicina di casa, Louise Godin, che poi sposai, dalla nostra unione nacquero un- dici figli, sei di loro però, come purtroppo avveniva in quei tempi in tutta la Francia, morirono in tenera età. Gli avvenimenti successivi alla Rivoluzione anda- vano trasformando il tuo paese. I deputati dell’As- semblea Costituente appena eletti imposero la co- stituzione civile del clero, in base alla quale parroci e vescovi, eletti dai fedeli e stipendiati dallo stato, dovevano giurare fedeltà alla Costituzione, col chiaro scopo di separarli dal Papa. Da noi però, sia a Le Pin che a La Chapel-du-Genêt, così come in altri villaggi della Francia, molti sacerdoti si rifiu-

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