Missioni Consolata - Dicembre 2015

70 amico DICEMBRE 2015 di Paola Bassan Missione & Missioni A lla partenza eravamo degli sconosciuti, persone di età e provenienza diverse, pe- scate un po’ a caso dalle mani di padre Er- manno Savarino (missionario della Consolata) e catapultate nella valle Reatina per trascorrere nove giorni insieme. Cosa avevamo in comune? Tutti alla ricerca di qualcosa. È iniziato così il nostro pellegrinaggio dell’estate scorsa: con molta voglia di partire, di scoprire e di mettersi in gioco. Prima tappa: Rieti. Giunti in auto siamo stati ac- colti da alcune simpaticissime suore per riposare prima di iniziare il cammino. Dopo una bella dor- mita, infatti, sveglia all’alba e… partenza. Con lo stretto indispensabile sulle spalle: uno zaino, un sacco a pelo, acqua e tanta frutta secca, abbiamo cominciato, un passo alla volta, il nostro pellegrinaggio sulle orme di San Francesco. A te- stimoniare i traguardi raggiunti, il preziosissimo «passaporto del pellegrino», sul quale annota- vamo i vari luoghi visitati. Ogni timbro, una con- quista: Fonte Colombo, Greccio, Poggio Bu- stone, la comunità del Mondo X, le querce di Tara. Ogni luogo racchiudeva in sé qualcosa, come un’essenza, una sorta di magia che lo ren- deva unico. La fatica, fedelissima compagna di viaggio, ve- niva lenita dai paesaggi, dalle storie ascoltate, dalle risate, dai volti incontrati. Bastava un goc- cio d’acqua offerta da gentili scono- sciuti, una pa- rola di incorag- giamento dai compagni di viag- gio, un sorriso di un passante. Le persone che ci hanno ospitati per la notte, ma anche tutti coloro che abbiamo incrociato durante il tragitto, sono stati una risorsa importante. Da tutti abbiamo im- parato qualcosa. Possiamo ritenerci fortunati. Tra un «non ce la faccio più» e un «mangia un po’di frutta secca che ti da energia», siamo ri- usciti a compiere l’intero itinerario che avevamo stabilito nella valle Reatina. Ognuno con le pro- prie gambe, ma con il sostegno di tutti. In seguito ci siamo diretti in Umbria (in mac- china), ad Assisi, patria del grande Santo, imbat- tendoci in fiumi di persone venute da tutto il mondo. Ma nemmeno la confusione, la massa di rumorosi turisti e il caldo soffocante riuscivano a cancellare la pace e l’armonia che oramai abita- vano e si rafforzavano dentro di noi. Perché Assisi è così, e chi ci è stato lo può confermare: ti affa- scina, ti cattura, e con la sua aura spirituale ti in- ghiottisce. Da questa esperienza siamo tornati cambiati. Non ce ne siamo accorti subito, perché il cambia- mento è stato profondo. Non abbiamo sola- mente camminato a piedi verso una tappa, ab- biamo camminato ciascuno dentro di sé. Ecco perché il viaggio diventa metafora della vita. Qualcuno, durante il cammino, ci ha impiantato nel cuore un seme, piccolo e silenzioso, che senza grandi pretese aspetta paziente. Quel seme è la fatica, il silenzio - protagonista ufficiale dell’avventura -, la condivisione, la gioia dello stare insieme. Il seme ci è stato seminato dentro, ora sta a noi, tornati a casa, ai nostri impegni, alle nostre vite, riuscire a farlo fiorire. Paola Bassan I cerotti di San Francesco Quattordici giovani volente- rosi, un percorso a tappe, e tanti, tantis- simi cerotti per le vesci- che. Ecco i semplici ma fondamentali ingre- dienti per un’avven- tura fantastica. © Paola Bassan 2015 © Paola Bassan 2015

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