Missioni Consolata - Dicembre 2015

38 MC DICEMBRE 2015 S correndo le numerose e fitte pagine delle memorie di mons. Angelo (detto Lino) Cu- niberti, tra i tanti temi, due, la missione e la chiesa dei poveri, risaltano e si distinguono per la loro importanza e attualità. Due temi che furono senza dubbio i cardini dell’attività pasto- rale di mons. Cuniberti ed ebbero una importante incidenza anche sullo stile di vita dei suoi collabo- ratori, i missionari della Consolata. Per mons. Cuniberti l’incontro con la missione e il povero non fu il risultato di una riflessione astratta e teorica, fatta a tavolino, o di una analisi sociologica e, meno che mai, ideologica. L’incontro con la missione e la povertà, meglio, con i poveri, si realizzò e si sviluppò invece attraverso l’espe- rienza pastorale missionaria degli innumerevoli viaggi ( correrie ) fatti visitando i villaggi, avvici- nando e conoscendo le persone, le singole per- sone, le situazioni, i problemi, vivendo da povero tra i poveri e con i poveri, condividendo personal- mente la povertà e l’emarginazione. Il tema della missione e dei poveri era nel suo Dna da sempre, come testimonia l’adozione del motto evangelico che avrebbe orientato la sua vita sacerdotale «… mi ha mandato ad evangelizzare i poveri» (Lc. 4,18), e quello episcopale «Dei nuntius» (messag- gero di Dio). La missione e le missioni «La Chiesa è missionaria nella sua essenza... La Chiesa non è se non per la missione. La Chiesa deve ritornare al suo stato di missione… Ogni pa- gina del Concilio dovrebbe vibrare con questa idea missionaria». Queste furono alcune delle af- fermazioni, raccolte da mons. Cuniberti, che ri- suonavano nell’aula conciliare, premonitrici di un profondo cambiamento dell’essere della Chiesa. Mons. Lino approdò al Concilio Ecumenico Vati- cano II provenendo dall’esperienza missionaria di frontiera del vicariato apostolico di Florencia-Ca- quetá (Colombia). Egli vibrava per le «missioni». Questo atteggiamento interiore lo aveva portato alla decisione di lasciare il ministero sacerdotale nella diocesi di Mondovì per entrare nei missio- nari della Consolata. Destinato alla Colombia, anche se impegnato nel- l’animazione vocazionale in varie regioni attorno a Bogotà, aveva coltivato tacitamente nel suo cuore la speranza di aggiungersi al gruppo dei missio- nari della Consolata che, dal 1952, lavoravano nella «missione» del Caquetá, il territorio amazzo- nico colombiano affidato allora alla responsabilità pastorale di mons. Antonio Torasso. La «mis- sione» del Caquetá era il sogno di p. Lino Cuni- berti. Con la sua nomina a succedere a mons. Torasso, dopo la morte prematura di questi, entrò a far I retroscena, daglI appuntI dI mons. angelo cunIbertI, Imc VITTORIA! OBIETTIVORAGGIUNTO DI G AETANO M AZZOLENI nel ricordo del 50° anniversario del decreto conciliare Ad Gentes e della conclusione del conci- lio Vaticano II, presentiamo - attingendo dalle sue note autografe - il contributo dato da mons. angelo cuniberti, allora vicario apostolico del caquetá, colombia, a una più profonda compren- sione della dimensione missionaria della chiesa durante le frenetiche fasi che hanno portato al- l’approvazione del documento. aspetti inediti e sconosciuti. © Af MC

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