Missioni Consolata - Dicembre 2015

MC ARTICOLI DICEMBRE 2015 MC 13 deve fornire un chicco che si presenta bene. È cambiato inoltre l’approccio. Oggi parliamo di parte- nariato, siamo usciti dall’assistenzialismo. Ovvero prima chiedevamo, ci veniva dato qualcosa che consu- mavamo e poi ci ritrovavamo allo stesso punto di par- tenza. Penso che a questo livello ci sia un cambiamento. La Cisv ci ha molto aiutati a essere indipendenti a li- vello finanziario e anche alimentare». Il centro di raffinazione del riso è redditizio? «Le Unioni hanno chiesto alla cooperativa di fornire loro dei servizi. Non sapevamo come vendere la produ- zione di riso. La Copsa-C si offre come commerciante, acquista il riso, lo trasforma e lo vende, e i soldi sono dati ai produttori. Quando c’è un surplus non lo divi- diamo per dissiparlo, ma vediamo cosa possiamo fare insieme per andare ancora avanti. E creare altro red- dito. In modo che tutta l’azione permanga nel tempo. Siamo una piccola cooperativa ma è conosciuta a livello nazionale. Abbiamo visitato altre cooperative in Mali e in Burkina, con performance molto buone, e abbiamo imparato molto, siamo motivati per migliorare». Perché avete creato un centro di formazione sul warrantage ? «Fa parte dei nostri obiettivi. Come cooperativa vole- vamo avere un centro per comunicare informazioni tra noi e con l’esterno. Bisognava trovare dei fondi. La Coo- perazione Svizzera ci ha aiutati ed è stata la Cisv che ci ha appoggiati per avere questo finanziamento. Il centro è importante anche per le riunioni tra noi e per acco- gliere altri contadini che vengono dal resto del paese o dalla regione. La Copsa-C è come un bambino di sei anni (nato nel 2009, ndr ) che può prendere la parola e lanciare un grido per condividere la piccola esperienza che ha con altri, più poveri di noi. È la spinta a condividere con gli altri. Questo è lo spirito. Molte delegazioni vengono qui da tutto il Burkina, ma anche da Mali, Niger, Guinea». La Copsa-C è autonoma o ha ancora bisogno di apporti dall’esterno? «Per quanto riguarda il lato economico, cerchiamo di migliorare la nostra sostenibilità. I servizi del centro di formazione sono a pagamento, anche con la trasforma- zione e vendita del riso abbiamo dei benefici. Poi ci sono gli utili prodotti dal warrantage . I nostri conti sono con- trollati da un auditor . Per quanto riguarda il riso stiamo per applicare una nuova tecnologia colturale, che ci permetterà di pro- durre di più spendendo di meno, perché c’è una mag- giore moltiplicazione dei chicchi. Stiamo poi organizzando un forum a Dano, e una gior- nata promozionale del riso. Tutto questo migliorerà il nostro reddito. Vogliamo arrivare all’autonomia econo- mica. Ma la Cisv è nostro partner e non vogliamo che se ne vada. Siamo come un bambino dicevo, dobbiamo an- cora essere formati, educati, per diventare adulti. Inoltre nella vita i contatti e i legami sono da mante- nere. Non voglio dire che non ho più bisogno dell’altro, ma non devo contare tutto il tempo su di lui. La rela- zione è dunque sempre importante, ma può cambiare nel tempo. Io sono stato anche invitato in Italia, ho visitato organiz- zazioni forti. E quello che mi colpisce è che, nonostante il benessere che vivono, valicano il mare per condivi- dere con altri. E noi abbiamo avuto la fortuna di benefi- ciare di questo loro essere missionari. Ecco perché dico che in futuro anche noi dobbiamo cercare di essere mis- sionari». Nella zona di lavoro della cooperativa, osserva un cambiamento a livello della vita della gente rispetto agli anni ’90? «I cambiamenti di vita in questa zona sono visibili. C’è un risveglio rispetto al passato. Siamo all’autosufficienza alimentare: bisogna nutrirsi correttamente e senza far venire alimenti da lontano. La nutrizione deve realiz- zarsi a livello locale. Abbiamo tutti gli elementi nutritivi di cui abbiamo bisogno. Posso dire che oggi mangiamo meglio che 15 anni fa. Un esempio: a luglio e agosto si la- vorano i campi, dobbiamo quindi mangiare di più. Nor- malmente in quei mesi i granai famigliari sono vuoti, perché si è consumato tutto durante la stagione secca. Io ho cinque figli da nutrire. Oggi con il warrantage c’è come un “secondo raccolto” a fine maggio, che ci forni- sce gli alimenti corretti, prodotti da noi, per lavorare sul raccolto successivo. Non solo. Ci fa ottenere un surplus di denaro da poter gestire, per pagare i materiali scola- stici, far fronte agli imprevisti famigliari. Per quel che mi riguarda arriverà il tempo in cui dovrò lasciare il posto di presidente per far spazio ai più gio- vani. Guardiamo l’avvenire della Copsa-C. Voglio ser- vire il più semplicemente possibile. Bisogna restare umili». Marco Bello # Pagine precedenti : l’ingresso della cooperativa di servizi agricoli Copsa-C e la direttrice Félicité Kambou. # A fianco : il presidente della Copsa-C nel suo campo di riso a Oronkua. # Sotto : una donna durante la raccolta del riso, in un campo a Oronkua.

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