Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

28 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 3. CAMMINANDO CON SUOR IRENE Il 24 maggio 2015, mentre a piedi, dietro le spoglie di suor Irene, percorro i 7 chilometri dalla parrocchia del Mathari a Nyeri, mi rivolgo alla mia Beata consorella. «Suor Irene carissima, il tuo ul- timo passaggio nella terra dei Kikuyu che, mentre eri in vita per- correvi calzando i tuoi duri e sco- modi scarponi chiodati per por- tare il messaggio del Vangelo a tutti coloro che con libertà di cuore ti ascoltavano, è stato un trionfo. Quest’ultima camminata non l’hai affrontata da sola, ma ti sei lasciata portare, prima a spalle dai militari della British Army , commilitoni di coloro con i quali avevi collaborato per curare i sol- dati feriti durante la prima guerra mondiale. Poi, i tuoi resti sono stati posti su di un furgoncino sul quale sono salite alcune tue con- sorelle, vescovi e rappresentanti legali. Mentre quattro poliziotti a cavallo ti scortavano, una fiu- mana di gente: uomini, donne, bambini, giovani e vecchi vestiti a festa, ti seguiva. Umiltà, povertà, obbedienza, pre- ghiera, ospitalità, perdono, ma soprattutto la carità è stata la molla, il “fuoco”, che ha acceso la tua vita e, per riflesso, tutte le persone che ti hanno incontrato nel tuo rapido passaggio nel tempo e nella storia. Oggi, sugli antichi sentieri, ormai divenuti strade asfaltate, la gente ti ripete, pregando e cantando, che ha ca- pito il tuo messaggio: la carità non si racconta, ma si vive con gratuità e diventa compassione, condivisione, servizio. La tua vita, segnata da gesti di- screti, semplici, ha rivelato che l’Amore è il filo conduttore che si dipana e, nel tempo, tesse la no- stra storia, come la spola del tes- sitore che corre avanti e indietro sul telaio mentre il tessuto cresce e il disegno, prima invisibile, si va completando. I tuoi gesti non sono rimasti statici, incatenati a uno spazio, o a un luogo, ma sono liberi e sono certa che lo Spirito che ti ha spinta su e giù per le colline vicino a Gekondi per annunciare l’Amore di Dio, muoverà anche chi ti sta accompa- gnando nella tua nuova “dimora”, a impegnarsi per migliorare la pro- pria vita e a lasciarsi toccare dalle necessità del “prossimo”, come tu hai fatto, cara Nyaatha . Aiutaci a riappropriarci della gioia della fede, della gioia dell’annuncio, della fierezza e dell’audacia della testimonianza cristiana. La Chiesa, le tue consorelle, la gente del Kenya, non possono fare altro che cantare con gioia: “Grazie Beata Irene!”». Maria Luisa Casiraghi gente possa amare e servire Dio». Al termine della celebrazione vari membri del governo centrale e della Contea di Nyeri si alternano per ringraziare e sottolineare gli aspetti significativi della figura della nuova Beata. Il presidente, Uhuru Kenyatta, concludendo questo grande evento nazionale sottolinea: «La beatificazione di suor Irene Stefani ricorda a tutti i kenioti l’importanza dell’umiltà, la forza e la potenza della miseri- cordia e la bellezza dell’amore. Questa lezione non è per i politici, ma ogni singola persona deve in- cominciare questo cammino, il solo capace di cambiare la so- cietà, di portare pace e unità». Il presidente, con forza poi ribadi- sce: «Il Kenya rispetta tutte le re- ligioni perché non c’è una fede superiore a un’altra, per questo continueremo a proteggere tutti, sicuri che insieme saremo capaci di fare prevalere la tolleranza e la beata Irene ci guiderà su questa strada». Verso le 16,00, questa lunga gior- nata si conclude ed entra nella storia e nei cuori dei presenti e di chi ha seguito l’evento in diretta Tv oppure in streaming . L’augurio è che tutti siano toccati dalla vita di questa umile missionaria che ha saputo scegliere e vivere l’Amore, incarnando il proposito: «Gesù solo! Tutta con Gesù! Nulla da me! Tutta di Gesù! Nulla di me! Tutta per Gesù! Nulla per me!». KENYA

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