Missioni Consolata - Maggio 2015

• Embargo | Vita quotidiana | Rinnovamento • MC ARTICOLI # In alto e a destra : i volti intensi di due anziani; a Cuba la vita media raggiunge valori elevati. Pagina prece- dente : bambini in divisa scolastica all’esterno di un istituto della capitale; sotto, un contadino va a ven- dere i propri prodotti. V ECCHI PROBLEMI E NUOVE PROSPETTIVE 54 ANNI PER 90 MIGLIA N el gennaio 1959 il dittatore Fulgencio Bati- sta, uomo degli Stati Uniti, fugge da la Ha- bana in seguito alla vittoria dei ribelli guidati da Fidel Castro. Dopo le nazionalizzazioni attuate dal nuovo governo, nel gennaio 1961 Washington rompe i rapporti diplomatici con Cuba. Nel luglio 1963 vara i Cuban Assets Control Regulations , un embargo totale nei confronti dell’isola. Nel 1992 e nel 1996 gli Stati Uniti aggiungono altre due norme - la legge Torricelli e la legge Helms-Burton - che stringono ancora di più il cappio. Però, a dispetto di tutte le misure e gli eventi della storia, Cuba resi- ste. Si arriva così al 17 dicembre 2015 quando i pre- sidenti Barack Obama e Raúl Castro annunciano l’inizio di un processo di normalizzazione nei rap- porti tra i loro due paesi. Utilizzare l’aggettivo «sto- rico» non è dunque un’esagerazione. Va detto con chiarezza che l’embargo non è stato ancora abrogato perché questa decisione può avve- nire soltanto con un voto del Congresso che è in mano ai repubblicani in entrambi i suoi rami. E la filosofia dei repubblicani statunitensi rimane ben radicata in una concezione fondamentalista del ruolo degli Usa. L’abrogazione dell’embargo è dun- que a livello di buone intenzioni e avvolta nell’in- certezza. Per ora il «nuovo corso» (termine usato nelle di- chiarazioni ufficiali) dovrà limitarsi a un ristabili- mento delle relazioni diplomatiche, a una facilita- zione dei viaggi tra i due paesi e a un aumento delle somme di denaro inviabili dagli Stati Uniti a Cuba. A mediare tra i due contendenti c’è sempre stata la chiesa cattolica. Dopo le visite di Giovanni Paolo II (gennaio 1998) e di Benedetto XVI (marzo 2012), l’accelerazione definitiva è stata data da papa Francesco. In un lungo commento apparso su Pala- bra Nueva , la rivista dell’arcidiocesi de la Habana, il direttore Orlando Márquez Hidalgo, felicitandosi per il nuovo corso, spiega che esso «è un atto di co- raggio che guarda al futuro», senza però nascon- dere le inevitabili difficoltà a cui il processo di nor- malizzazione andrà incontro. E conclude: «Il primo passo è stato fatto e questo è il più importante per- ché ha rotto la paralisi». Ci sono voluti 54 anni per «attraversare» le 90 miglia (166 chilometri) che se- parano le spiagge cubane da quelle della Florida. S e rispetto a Cuba Barack Obama ha preso una decisione opportuna e lungimirante, ri- sulta impossibile comprendere quella assunta nei confronti del Venezuela. Lo scorso 9 marzo il presidente statunitense ha emesso un «ordine ese- cutivo» contro Caracas «per - sono parole testuali - una minaccia straordinaria e inusuale alla sicu- rezza nazionale» (una decisione quella statunitense sottovalutata o addirittura ignorata dalla grande maggioranza dei media italiani). Al settimo Vertice delle Americhe ( Cumbre de las Américas ), tenuto a Panamá dal 10 all’11 aprile, la gioia per l’ammissione di Cuba è stata dunque offu- scata dal nuovo strappo di Washington. La storia insegna, ma forse non abbastanza. PaoloMoiola

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