Missioni Consolata - Luglio 2014

LUGLIO 2014 MC 77 ranza dei giornali in Occidente, ma per creare un governo provvi- sorio, retto da un magistrato che era stato nominato da Morsi stesso come uno dei capi della magistratura. Poi ha invitato tutti i partiti a presentarsi, e tutti hanno accettato fuorché i Fratelli musulmani, che hanno detto: “O noi o niente”. Io dico: “Meno male che i Fratelli musulmani hanno preso il potere”. Perché da 90 anni si presentavano come la soluzione di tutti i pro- blemi, e la gente semplice ci cre- deva. Ma ora tutti hanno potuto fi- nalmente vedere che non hanno cercato di migliorare la situazione sociale, politica, ma di islamizzare, cambiando i programmi scolastici, le strutture, la televisione, pro- vando a introdurre la sharia. Ecco perché secondo me c’è una presa di coscienza: è frutto dell’espe- rienza! E questo è un passo avanti. Ma non abbiamo ancora risolto i Ecco perché hanno vinto le ele- zioni. Benché abbiano ottenuto solo il 51,7%. E l’Occidente ha subito detto: “Ecco! Questa è la democrazia!”. L’Occidente ha sostenuto che Morsi rappresentava il potere del popolo. In realtà il popolo, dopo un anno, ha visto che la situazione sociale non era cambiata. Anzi era peggiorata, anche a causa delle regole introdotte per l’islamizza- zione del paese che hanno fatto crollare il turismo, la prima fonte di entrata per l’Egitto, e ha rea- gito: “Noi vogliamo la riforma so- ciale, la riforma politica, e siamo stati delusi”». Quindi c’è stata la nota raccolta di firme per le dimissioni di Morsi. «I giovani hanno ripreso il con- tatto con la popolazione e hanno avviato una petizione. Dopo 11 mesi di governo, le firme raccolte per mandare via Morsi sono state 22 milioni. Non si era mai vista in Egitto una petizione di questo tipo. E poi, un mese dopo, la gente è scesa per strada. In Egitto, grazie a Dio, non girano molte armi, quindi la gente non poteva fare niente se non con l’aiuto del- l’esercito. Perché dal ’52 l’esercito è il potere che va con il popolo contro i regimi. E dunque l’eser- cito è venuto a sostenere il po- polo, non per fare un colpo di stato, come ho letto nella maggio- nostri problemi: ci vorrà credo al- meno un decennio per strutturare democraticamente paesi che non hanno mai praticato la democra- zia». Come hanno reagito i Fratelli musulmani alla rimozione di Morsi? «Il potere islamista è simile ai re- gimi precedenti: cerca di imporsi. Per questo ci sono ancora vio- lenze. In Egitto ci sono stati attac- chi contro le chiese, contro i più deboli, quelli che non hanno po- tere e non cercano di prenderlo. Non c’è nessuna giustificazione a questo se non il fanatismo che è una tendenza forte e fondamen- tale negli islamisti. È un’ideologia radicale che vuole imporre l’appli- cazione della religione e che non piace alla maggioranza dei musul- mani. L’ascesa al potere dei Fratelli mu- sulmani è stata un passo avanti dal punto di vista della presa di coscienza che una religione può anche diventare una dittatura. Quando sono arrivati al potere, in un mese hanno fatto da soli una nuova Costituzione, e abbiamo dovuto votarla nel giro di una set- timana. Ma come si fa a leggere e ponderare una Costituzione in una settimana? Nessuno lo cre- derà, ma l’Egitto ha il 40% di anal- fabeti che, per questo, seguono ciecamente il predicatore che tocca la corda sensibile della reli- gione». E in Tunisia com’è la situazione? «In Tunisia è andata meglio, per- ché lì c’è una lunga esperienza di laicità dello stato. Nella Costitu- zione tunisina c’è la parità tra © Amr Emam / R N © Saeed Shahat / IRIN

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