Missioni Consolata - Luglio 2014

68 MC LUGLIO 2014 mento volumetrico della prostata, che comprime e rende meno ela- stica l’uretra, determinando diffi- coltà di svuotamento completo della vescica con rischio di compli- canze legate alla parziale riten- zione dell’urina. Tra le lesioni premaligne della prostata ci sono la «iperplasia adenomatosa atipica» (Iaa) e la «neoplasia intraepiteliale prosta- tica» (Pin) 3 . La prevalenza delle le- sioni preneoplastiche aumenta con l’età del paziente e precede di circa 5 anni l’insorgenza dell’ade- nocarcinoma. Le patologie maligne della pro- stata (cioè le varie forme di can- cro) sono: l’adenocarcinoma dei dotti (che è sicuramente l’istotipo più frequente, rappresentando il 95% dei casi), il carcinoma anapla- stico a piccole cellule, il carcinoma spinocellulare ed il carcinosar- coma. I soggetti più a rischio e che ne- cessitano di un maggiore con- trollo sono gli uomini a partire dai 50 anni d’età e coloro che pre- sentano familiarità per il cancro prostatico, per i quali è consiglia- bile effettuare i controlli a partire dai 40 anni. È bene tenere pre- sente che la presenza o l’assenza di sintomi non è un criterio discri- minatorio, perché questo tumore - in fase iniziale -non dà una sinto- sterone, cioè estrogeni, farmaci Lhrh (che bloccano la produzione dell’ormone da parte dei testicoli) e antiandrogeni (che impediscono il legame del testosterone sulle cellule prostatiche). D i sicuro rilievo nell’eziologia del tumore prostatico sono gli inquinanti ambientali e l’alimentazione, come si evince osservando le variazioni nei tassi d’incidenza nelle popolazioni mi- grate, tassi che in breve diventano sovrapponibili a quelle del Paese ospitante. Per quanto riguarda gli inquinanti ambientali, ricordiamo il cadmio, teratogeno e cancero- geno e lo zinco, capace di deter- minare un indebolimento del si- stema immunitario. L’alimentazione può favorire l’in- sorgenza del tumore prostatico, se particolarmente ricca di grassi e di carni rosse, che portano ad un aumento del testosterone. Anche un consumo elevato di calcio può fare aumentare il rischio. Al con- trario, tra i fattori protettivi, oltre al consumo di vegetali è impor- tante inserire nella dieta la vita- mina E, il selenio e l’estratto di po- modoro che contiene il licopene, capace di ridurre i livelli ematici di Igf-1, proteina che stimola la cre- scita delle cellule del cancro pro- statico . Gli studi sul possibile ruolo di agenti infettivi quali batteri e virus come causa del tumore prostatico hanno portato a risultati contra- stanti, poiché al momento non ci sono prove certe, sebbene sia stata osservata la presenza di Her- pes virus (trasmissibile con i rap- porti sessuali) in alcune cellule di tumore prostatico 2 . L a prostata può essere interes- sata da una patologia benigna, premaligna o maligna. Tra le patologie benigne ci sono la pro- statite, cioè l’infiammazione/infe- zione (che può essere acuta con episodi anche in giovane età e cronica) e l’«ipertrofia prostatica benigna», un ingrossamento della parte di prostata più vicina all’ure- tra legato all’età del paziente. Si tratta di una patologia progres- siva, che comincia verso i 50-60 anni e si presenta con un au- matologia clinica. La diagnosi pre- coce si basa essenzialmente sulla visita urologica, sull’ecografia transrettale e sulla valutazione di alcuni parametri del sangue, in particolare del Psa 4 . Va detto che per porre la diagnosi di carcinoma prostatico è sempre necessaria la biopsia prostatica, la cui esecu- zione viene decisa sulla base della visita urologica e sull’esame di specifici parametri. L’aggressività del tumore viene definita dal referto istologico della biopsia, in base alla classificazione secondo Gleason (5 livelli), men- tre la sua estensione viene valu- tata con la scintigrafia ossea, la Tac o la Pet-Tac e la risonanza ma- gnetica. L e opzioni di trattamento di un tumore prostatico allo stadio iniziale sono: la sorveglianza attiva o monitoraggio attivo, l’in- tervento chirurgico, la radiotera- pia a fasci esterni o la brachitera- pia, la terapia ormonale e l’attesa sorvegliata. Ciascuna di queste opzioni presenta pro e contro, quindi la scelta va fatta valutando le rispettive conseguenze e l’età del paziente. La sorveglianza attiva prevede re- golari controlli del Psa e biopsie della prostata, per stabilire se il cancro è stabile o in crescita, in modo da trattare chirurgicamente Madre Terra

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